L’11 ottobre la Sveriges Riskbank ha assegnato il premio Nobel per l’economia a David Card, dell’università della California a Berkeley; Joshua Angrist, del Massachusetts institute of technology; e Guido Imbens, dell’università di Stanford. I tre economisti, scrive l’Economist, sono stati premiati per i risultati raggiunti con gli “esperimenti natutali”, studi empirici in cui i ricercatori non manipolano le variabili influenzate dalla natura o da altri fattori incontrollabili. Un esempio è lo studio fatto nel 1994 da Card e da Alan Krueger (morto nel 2019) sugli effetti del salario minimo sull’occupazione negli stati americani del New Jersey e della Pennsylvania.
Esperimenti naturali
Ripresa frenata
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rivisto al ribasso le previsione di crescita nel 2021 per i paesi ricchi, la cui ripresa è stata rallentata dalla variante delta del covid-19, scrive la Bbc. La previsione per gli Stati Uniti, per esempio, passa dall’iniziale 7 per cento al 6 per cento. La crescita della Germania scende invece dal 3,6 al 3,1 per cento.
Verso l’imposta globale
L’8 ottobre l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (Ocse) ha chiuso la bozza finale del progetto che prevede l’introduzione di un’imposta minima globale del
15 per cento sugli utili delle multinazionali con un giro d’affari di almeno 750 milioni di euro, scrive Le Monde. Il documento, che coinvolge 136 paesi, dovrebbe essere sottoposto all’esame dei capi di stato e di governo del G20 (i 19 paesi più ricchi del mondo, più
l’Unione europea) al vertice di Roma del 30 e 31 ottobre. Dopo lunghe trattative hanno aderito alcuni paesi che inizialmente si erano opposti al progetto lanciato nel luglio 2021, tra cui l’Irlanda, l’Estonia e l’Ungheria. Mancano il Kenya, la Nigeria, il Pakistan e lo Sri Lanka.
Transizione a rischio
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), l’instabilità estrema dei prezzi dell’energia continuerà a essere un rischio per l’economia mondiale se nei prossimi dieci anni non saranno triplicati gli investimenti nelle fonti rinnovabili. Fatih Birol, il direttore esecutivo dell’Iea, ha dichiarato al Financial Times che mentre gli investimenti nel gas e nel petrolio sono in linea con gli obiettivi richiesti per eliminare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050, quelli nell’energia pulita sono solo un terzo del necessario. Intanto, aggiunge il quotidiano, la ripresa delle attività produttive ha contribuito all’aumento sostenuto dei prezzi del gas, del carbone e del petrolio, facendo temere un ridimensionamento dei progetti per la transizione. In Europa nell’ultimo anno il prezzo del gas è passato da 14 a 87 euro per megawattora. Il 13 ottobre la Commissione europea ha presentato una tool box (scatola degli attrezzi), cioè una serie d’indicazioni ai governi nazionali per ridurre gli aumenti delle bollette di famiglie e imprese. ◆
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