Il dna dei nostri cugini antenati potrebbe contenere informazioni utili contro l’antibiotico-resistenza. Dopo aver trovato nel dna degli esseri umani moderni le sequenze di più di duemila peptidi (frammenti di proteine) con attività antimicrobica, i ricercatori dell’università della Pennsylvania hanno individuato nel dna mitocondriale dei neandertal e dei denisova la codifica di sei peptidi antibiotici mai descritti prima e assenti nel genoma umano. Come documentato nello studio preliminare pubblicato su bioRxiv, questi peptidi sono efficaci contro l’Escherichia coli e due batteri che causano infezioni ospedaliere, lo Pseudomonas aeruginosa e l’Acinetobacter baumannii. Uno dei peptidi dei neandertal funziona anche contro lo Staphylococcus aureus, multiresistente alla meticillina e a diversi antibiotici di uso comune. Nelle prove sui topi i livelli batterici si abbassavano di almeno tre ordini di grandezza.
Gli antibiotici degli antenati
Rallentare l’alzheimer
La sperimentazione clinica di un farmaco contro l’alzheimer ha dato risultati in parte positivi, annuncia il New England Journal of Medicine. Si tratta del lecanemab, un anticorpo monoclonale che agisce sui depositi proteici che si accumulano nel cervello. Si pensa che questi depositi siano all’origine della malattia degenerativa, una delle cause più comuni di demenza. La ricerca ha coinvolto quasi 1.800 persone in uno stadio precoce della malattia ed è durata un anno e mezzo. Alla fine si è osservato un declino delle funzioni cognitive in tutti i partecipanti, ma nel gruppo trattato con il farmaco il declino era inferiore del 27 per cento rispetto agli altri. Anche se il risultato sembra promettente, preoccupa la sicurezza del farmaco, perché due pazienti nel gruppo che lo ha ricevuto sono poi morti per emorragia cerebrale. Nella sperimentazione il 17 per cento dei pazienti trattati con il lecanemab ha avuto un sanguinamento più o meno pronunciato nel cervello, contro il 9 per cento del gruppo di controllo. Resta da stabilire se le morti sono effettivamente legate al farmaco e se i suoi benefici sulle funzioni cognitive possano compensare i possibili rischi. ◆
Il primo becco di uccello
Un reperto trovato tra il Belgio e i Paesi Bassi capovolge la teoria dell’evoluzione del cranio degli uccelli, scrive Nature. È un fossile di Janavis finalidens, uno degli ultimi uccelli dentati vissuto 66,7 milioni di anni fa, alla fine dell’era dei dinosauri. Ricostruendo la struttura del cranio, si è visto che aveva il becco superiore mobile, tipico del 99 per cento degli uccelli moderni. Il becco mobile sarebbe quindi il primo a essersi evoluto negli uccelli antichi, prima dell’estinzione dei dinosauri. Mentre quello fisso, tipico dei paleognati come gli struzzi e gli emù, sarebbe comparso dopo.
Come quantificare le ondate
Visto che i test casalinghi hanno ridotto il numero di casi di covid registrati, gli scienziati cercano metodi indiretti per quantificare i casi reali. Qualcuno ha osservato l’aumento degli ordini a domicilio in certi quartieri, altri si sono soffermati sulle ricerche online di sintomi. Nick Beauchamp della Northeastern university di Boston ha messo in relazione i casi noti con le recensioni su Amazon di clienti scontenti perché non sentivano l’odore della candela profumata comprata. Se la correlazione è giusta, come il grafico suggerisce, i casi attuali di covid negli Stati Uniti sono di più di quelli ufficiali.
Intelligenza strategica
Un sistema d’intelligenza artificiale è riuscito a giocare a Stratego. Il gioco è molto complesso, richiede strategie a lungo termine ed è caratterizzato da una disponibilità solo parziale d’informazioni. Chiamato DeepNash, il sistema ha raggiunto un livello pari a quello dei giocatori umani più esperti. Secondo Science, DeepNash ha imparato giocando contro se stesso dal livello zero e potrebbe avere applicazioni nel mondo reale.
Biologia Le pupe, uno stadio della vita delle formiche, partecipano più di quanto si pensasse al benessere del formicaio. Una loro secrezione, ricca di nutrienti, è infatti consumata da adulti e larve. Se non viene mangiata, si sviluppano facilmente dei funghi che possono uccidere la pupa. La secrezione aiuta a sviluppare il comportamento di cura negli adulti e incentiva la cooperazione tra le formiche, scrive Nature.
Salute Un piccolo studio ha verificato la sicurezza di un vaccino contro l’hiv che stimola la produzione di particolari cellule del sistema immunitario, le quali a loro volta generano anticorpi chiamati bnAbs. La produzione delle cellule si è attivata nel 97 per cento delle persone che hanno ricevuto il farmaco. Si tratta di un primo passo per la creazione di un nuovo tipo di vaccino contro l’hiv, ma servono ancora molti altri studi.
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