Dopo il diluvio

Hola Prystan, Ucraina, 16 giugno 2023 (Anadolu Agency/Getty)

Nelle aree allagate il 6 giugno a causa della distruzione della diga di Nova Kachovka le acque hanno cominciato a ritirarsi, lasciando intravedere le reali proporzioni del disastro ambientale ed economico. Il conto delle vittime è salito a 52, di cui 17 sulla sponda occidentale del fiume Dnepr, controllata dall’Ucraina, e 35 su quella orientale, occupata dalla Russia, ma decine di persone risultano ancora disperse. Nei seicento chilometri quadrati colpiti dall’inondazione, disseminati di migliaia di carcasse di animali e contaminati da acque reflue e inquinanti di ogni tipo, la principale minaccia è ora quella di un’epidemia. Sulla costa del mar Nero sono stati individuati livelli preoccupanti di salmonella ed escherichia coli. Le autorità ucraine hanno vietato la balneazione e la vendita e il consumo di prodotti ittici. L’Organizzazione mondiale della sanità ha inviato una missione d’emergenza, ma la Russia ha negato al personale l’accesso alle aree che controlla e ha rifiutato gli aiuti offerti dalle Nazioni Unite. Mosca continua ad attribuire la responsabilità del disastro all’Ucraina, ma secondo un’inchiesta del New York Times gli elementi raccolti finora suggeriscono che la diga sia stata distrutta da una grossa carica esplosiva piazzata al suo interno. Solo le forze russe, che controllavano la struttura, avrebbero potuto compiere un’operazione simile. Nel frattempo la controffensiva lanciata dall’esercito ucraino all’inizio di giugno nel sudest del paese continua. Kiev ha annunciato di aver liberato il villaggio di Pjatychatky, nella regione di Zaporižžja, l’ottavo dall’inizio dell’operazione, ma ha ammesso che la situazione al fronte resta difficile. Le forze ucraine stanno subendo perdite significative e avanzano più lentamente del previsto, anche perché i russi sembrano aver imparato dagli errori commessi nei mesi scorsi e stanno impiegando tattiche più efficaci. ◆

Estrema destra al governo

Antti Aimo-Koivisto, Afp/Getty

Dopo undici settimane di trattative, il 20 giugno il nuovo governo ( nella foto ) guidato da Petteri Orpo ha ricevuto l’investitura del parlamento. Oltre alla Coalizione nazionale di Orpo (centrodestra), l’esecutivo è sostenuto da altri tre partiti conservatori, tra cui i Veri finlandesi, usciti vincitori dalle elezioni del 2 aprile. Il partito nazionalista, xenofobo ed euroscettico ha ottenuto ben sette ministeri, tra cui quelli dell’interno, delle finanze e della giustizia, e ha avuto un ruolo decisivo nella stesura del programma di governo, che prevede norme più rigide sull’immigrazione e la riduzione dell’impegno nella lotta al cambiamento climatico, scrive Yle.

Filorussi al bando

La corte costituzionale moldava ha ordinato lo scioglimento del partito Șor, filorusso ed euroscettico, giudicando le sue attività contrarie alla costituzione. Il partito, guidato dall’imprenditore Ilan Șor, sarebbe stato al centro di un piano organizzato da Mosca per rovesciare il governo filoccidentale, scoperto a febbraio dai servizi di sicurezza ucraini. A maggio Șor e altri dirigenti del partito erano stati sottoposti a sanzioni dall’Unione europea.

Passa la legge sul clima

Variazione del volume dei ghiacciai svizzeri rispetto all’anno precedente, percentuale (Fonte: Scnat)

Al referendum del 18 giugno la legge sul clima proposta dal governo federale è stata approvata con il 59 per cento dei voti. Il provvedimento introduce l’impegno vincolante ad azzerare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050 e prevede lo stanziamento di 3,2 miliardi di euro per ridurre l’uso di combustibili fossili, espandere le fonti rinnovabili e finanziare la transizione energetica delle aziende. Era sostenuto da tutti i principali partiti tranne l’Unione democratica di centro (destra populista). Nonostante i timori per il costo dell’energia, gli svizzeri sembrano aver capito che il loro paese è vulnerabile agli effetti della crisi climatica, a cominciare dallo scioglimento dei ghiacciai, scrive Swissinfo.

Estonia Il parlamento ha approvato la legge che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’Estonia è il primo paese dell’Europa centrorientale a legalizzarlo.

Russia Il 19 giugno si è aperto il nuovo processo contro il dissidente Aleksej Navalnyj, accusato di numerosi reati tra cui istigazione all’estremismo e apologia del nazismo. Navalnyj, che sta già scontando una condanna a nove anni per frode, rischia altri trent’anni di carcere.

Altro da questo numero
1517 - 23 giugno 2023
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo