Scienza

Nel cervello di una madre

La gravidanza modifica profondamente il cervello delle femmine dei topi, scrive Science. I ricercatori dell’Istituto Francis Crick di Londra hanno riscontrato cambiamenti indotti dagli ormoni nell’area preottica mediale, che si trova davanti all’ipotalamo. Gli estrogeni determinano una diminuzione dell’attività di base dei neuroni e li rendono più reattivi ai segnali esterni. Il progesterone aumenta la formazione di sinapsi, creando maggiori connessioni con altre regioni cerebrali. Questi cambiamenti sarebbero permanenti e innescherebbero gli istinti genitoriali ancor prima della nascita della prole. Qualcosa di simile potrebbe succedere anche negli esseri umani, con possibili implicazioni sul legame genitoriale e su disturbi come la depressione post-partum. I ricercatori sottolineano che il comportamento umano è influenzato anche da fattori esterni, come l’ambiente e l’apprendimento basato sull’osservazione.

Vegetariani si nasce

La capacità di seguire un’alimentazione vegetariana potrebbe dipendere dai propri geni. Uno studio condotto nel Regno Unito ha infatti individuato nel dna di persone che non consumano carne o pesce alcune varianti genetiche che le distinguono dal resto della popolazione. Confrontando il genoma di 5.324 vegetariani con un gruppo di controllo composto da 329.455 soggetti, sono state trovate varianti associate a 34 geni che potrebbero essere collegate all’alimentazione. Alcuni hanno un ruolo nel metabolismo dei lipidi e nel funzionamento del cervello. I soggetti presi in esame erano esclusivamente vegetariani, una minoranza nella popolazione. Molte persone cercano di eliminare carne e pesce dalla loro dieta, ma poi tornano a un consumo saltuario di questi alimenti. Nel Regno Unito solo il 2,3 per cento degli adulti è davvero vegetariano. Gli autori dello studio si sono chiesti se la difficoltà di fare a meno di carne e pesce derivi da qualche fattore biologico, per esempio legato al metabolismo. Capire l’influenza dei geni sul metabolismo potrebbe aiutare a personalizzare i consigli nutrizionali. ◆

I segreti delle fusa

Finora si credeva che le fusa del gatto fossero generate da contrazioni muscolari e richiedessero input costanti dal cervello. Ma la scoperta di masse di tessuto connettivo sulle corde vocali fa ipotizzare un’origine diversa, scrive Current Biology. Questi cuscinetti potrebbero aumentare la densità delle corde vocali e permettere l’emissione di suoni a bassa frequenza automaticamente dopo il primo segnale inviato dal cervello. Anche le fusa sarebbero quindi fenomeni passivi come gli altri suoni emessi dai gatti, il miagolio e il soffio.

Una tempesta fossile

Foto Nasa

Sulle Alpi francesi è stata trovata traccia di un evento Miyake, una delle tempeste solari più violente che abbia mai raggiunto il nostro pianeta. È stato possibile ricostruire l’evento analizzando gli anelli di crescita di alberi semifossilizzati trovati lungo il torrente Drouzet. I tronchi mostrano un picco del contenuto di radiocarbonio corrispondente a 14.300 anni fa, scrive Philosophical Transactions of the Royal Society A. Se avvenisse oggi, una tempesta simile potrebbe danneggiare i satelliti e mettere fuori uso le reti elettriche.

Ictus in aumento

I casi di ictus sono destinati a crescere a livello globale, scrive Lancet Neurology. La mortalità passerà dai 6,6 milioni del 2020 a 9,7 milioni nel 2050. L’aumento maggiore è previsto nei paesi a basso e medio reddito. I costi, diretti e indiretti, passeranno dai 912 miliardi di dollari del 2017 a circa 1.590 miliardi nel 2050. Dato che l’ictus si può prevenire, secondo i ricercatori sarebbe utile migliorare la sorveglianza dei fattori di rischio, oltre alla cura e alla riabilitazione delle persone colpite.

Thomas Mukoya, Reuters/Contrasto

Zoologia Molti animali selvatici temono la presenza umana più di quella dei leoni, scrive Current Biology. I ricercatori hanno piazzato degli altoparlanti, nel parco nazionale Kruger, in Sudafrica, trasmettendo registrazioni di spari e di suoni emessi da leoni, cani ed esseri umani. Questi ultimi spingevano gli animali a fuggire molto più rapidamente.

Salute Uno studio pubblicato su Pnas afferma che la pandemia di influenza del 1918-19 ha fatto più morti tra gli individui in cattiva salute, contraddicendo la tesi secondo cui la malattia aveva colpito in modo simile tutta la popolazione. L’analisi dei resti ossei di 369 giovani vittime statunitensi ha rivelato che i soggetti con problemi di salute avevano più probabilità di morire. Si stima che la pandemia abbia causato 50 milioni di morti in tutto il mondo.

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1533 - 13 ottobre 2023
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