Nove persone sono morte e novecento sono rimaste ferite nel terremoto di magnitudo 7,4 che ha colpito la costa orientale di Taiwan il 3 aprile. È stato il sisma più potente degli ultimi 25 anni e, scrive il Financial Times, ricorda quanto la catena di approvvigionamento dei semicoduttori sia esposta al rischio terremoti. La Tsmc, il maggior produttore di microchip al mondo, e altri fabbricanti minori hanno fermato i macchinari ed evacuato gli stabilimenti. Circa tre quarti degli impianti di produzione dei semiconduttori sono in Asia, dove si trovano quasi tutti quelli da cui escono i modelli avanzati di microchip. Molte di queste strutture sono in zone a rischio sismico.
La vulnerabilità dei microchip
Un cognome uguale per tutti
Se il Giappone non cambia la legge che impone alle coppie sposate di scegliere un solo cognome, entro cinquecento anni tutti gli abitanti dell’arcipelago si chiameranno Sato, scrive il Mainichi Shimbun. Lo studio è parte della campagna per la revisione del codice civile ed è stato condotto dall’università del Tōhoku.
Dieci anni e tante domande
“Dopo dieci anni e due presidenti, le famiglie delle vittime della tragedia del Sewol stanno ancora aspettando le risposte alle loro domande”, scrive The Diplomat. Il 15 aprile 2014 il traghetto con a bordo 476 persone, più della metà studenti delle superiori, salpò da Incheon diretto all’isola di Jeju. Il mattino dopo l’imbarcazione s’inclinò e cominciò ad affondare . L’equipaggio aveva detto ai passeggeri di rimanere nelle cabine ad aspettare i soccorsi ma la guardia costiera salì a bordo solo dopo un’ora e attese che i passeggeri uscissero per portarli in salvo. Morirono 304 persone. Ancora oggi nessuno dei governi che si sono succeduti è riuscito a spiegare cosa successe e perché i soccorritori non intervennero.
Com’è popolare la Cina
“Secondo un sondaggio del centro studi di Singapore Iseas-Yusof Ishak institute, più della metà dei paesi del sudest asiatico preferirebbe la Cina agli Stati Uniti se l’Asean, l’associazione che li riunisce, fosse costretta a scegliere tra le due potenze rivali”, scrive Nikkei Asia. È la prima volta che le preferenze per la Cina superano quelle per gli Stati Uniti. Nel 2023 il 39,8 per cento degli intervistati, tra cui rappresentanti del settore privato, dei governi, dell’accademia e di istituti di ricerca, erano favorevoli alla Cina. Il risultato dimostra la crescente influenza di Pechino nella regione, in particolare in Malaysia, Indonesia e Laos, dove grazie al successo della nuova via della seta la fiducia nei suoi confronti ha superato il 70 per cento. Decisamente dalla parte degli Stati Uniti gli intervistati nelle Filippine e nel Vietnam, a causa delle tensioni con Pechino nel mar Cinese meridionale, ma il calo di consensi nei confronti di Washington è generalizzato in tutta la regione. ◆
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