In un impianto per la gestione dei rifiuti di Morrisville, in Pennsylvania, gli operai caricano spazzatura incenerita in un macchinario industriale che separa i metalli, li seleziona e li lava. La ricompensa per quest’operazione sono secchi e secchi di quarti di dollaro, decini, nichelini e penny. Secondo la Reworld, un’azienda per la lavorazione dei rifiuti sostenibili, ogni anno gli statunitensi gettano via fino a 68 milioni di dollari in monete. La Reworld sostiene che da quando, sette anni fa, ha avviato quest’attività ha raccolto spiccioli per dieci milioni.
Per molti statunitensi le monete sono poco più che spazzatura. Oggi autobus, lavanderie automatiche, caselli autostradali e parchimetri accettano pagamenti con bancomat, carte di credito o cellulari. L’uso di qualsiasi forma di denaro contante è diventato una seccatura, e spesso non vale la pena avere con sé delle monete. Il quarto di dollaro statunitense nel 1980 aveva più o meno lo stesso potere d’acquisto di un dollaro oggi. “Se perdessi una banconota da cento dollari la cercheresti. Faresti lo stesso con una da venti dollari. Se perdessi un libro lo cercheresti”, dice Robert Whaples, docente di economia alla Wake Forest university. “Un penny invece non lo cerchi”. Whaples ha suggerito al governo di eliminare i penny, che costano circa tre volte il loro valore. Nel 2023 la zecca degli Stati Uniti ha speso 707 milioni di dollari per coniare monete. Il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia, invece, hanno ritirato dalla circolazione i loro pezzi da un centesimo.
Negli aeroporti la Transportation security administration raccoglie ogni anno monete per centinaia di migliaia di dollari. Come spiega il direttore per il ramo finanziario e di sostegno alle imprese della Reworld, Dominic Rossi, le monete s’infilano tra i cuscini dei divanetti o tra i sedili delle automobili, quindi sono risucchiate negli aspirapolvere e spedite in discarica. La Reworld ogni anno recupera 550mila tonnellate di metallo, tra cui lattine di bibite, vecchi tubi, chiavi e argenteria, e ha cominciato a raccogliere le monete dopo averne notate molte nella spazzatura.
I metalli più pesanti
Un lunedì mattina di non molto tempo fa una benna caricatrice sollevava rifiuti dagli impianti di smaltimento, indirizzandoli a macchinari per la separazione. Una macchina grigia e sferragliante separava qualsiasi cosa avesse il colore di una moneta. Un’altra macchina separava i metalli più pesanti, come le monete, da quelli più leggeri, come l’alluminio. Ci sono voluti 35 minuti per pulire il materiale tirato fuori dalle macchine. Poi le monete pulite sono state messe ad asciugare su una rastrelliera di ferro. Erano ancora mescolate a centesimi di euro, monete del Kuwait e gettoni della metropolitana di Washington. In un rimorchio c’erano operatori con i guanti incaricati di selezionare i materiali contenuti nei secchi e separare le monete buone da tutto il resto.
Dato che i rifiuti sono stati inceneriti prima di arrivare all’impianto, alcune monete sono state maciullate e non sono più riconoscibili. Dei dieci milioni di dollari recuperati dall’azienda, circa sei milioni erano in condizioni sufficientemente buone. La Reworld raccoglie ogni anno tra i 500mila e il milione di dollari, che consegna a terzi per il conteggio e il deposito presso le banche locali.
Quando Cassandra Raposo faceva la cassiera alla catena di discount Dollar Store, succedeva spesso che i clienti si presentassero in cassa per pagare acquisti da 5-10 dollari con sacchetti di monetine. Nelle giornate più affollate lei li aiutava a contare i soldi. A volte contavano due volte per sicurezza e lei guardava gli altri clienti che aspettavano con aria scocciata. “Avvertivo il fastidio, e perfino la rabbia”, racconta Raposo.
Le persone di solito portano in banca gli spiccioli per cambiarli, ma è sempre più difficile. La Capital One e la Pnc hanno rimosso le macchine contamonete dieci anni fa, perché i clienti le usavano poco. Nel 2016 anche la Td Bank ha eliminato le sue macchine contamonete dopo aver scoperto che i clienti ricevevano meno denaro di quello che introducevano.
Oggi molte persone scambiano le monete alla Coinstar, un’azienda che offre voucher per bitcoin, carte regalo digitali e donazioni di beneficenza. L’azienda ha dichiarato di gestire più di 24mila chioschi nei negozi di alimentari e nelle stazioni di servizio degli Stati Uniti e di aver processato più di ottocento miliardi di monete.
Quest’anno Sarah e Justin Ilse hanno finito di realizzare la pavimentazione dell’ingresso della loro casa usando 65.507 penny. “È stato un modo per custodire qualcosa a cui non si dà molto valore nella vita di tutti i giorni”, racconta Justin. Più di ventimila penny vengono da barattoli che il padre e il cognato di Sarah tenevano nei loro armadi. Il resto dei centesimi necessari è stato comprato in lotti da 2.500 pezzi attraverso la banca locale. Oltre ai 655 dollari spesi per i centesimi, il pavimento è costato 1.195 dollari per i materiali come la colla e la resina epossidica.
I dipendenti della Reworld hanno anche un debole per le monete pregiate. Mettono da parte tutti i nichelini testa di bufalo che trovano. Queste monete sono state prodotte solo tra il 1913 e il 1938 e possono valere migliaia di dollari. “Da bambino mi entusiasmavo per i nichelini testa di bufalo, pensavo fossero rari”, ha detto Angelo Geraci, supervisore delle operazioni della struttura. “Qui ne abbiamo barattoli e barattoli”.
Il programma di recupero delle monete è solo una piccola parte delle entrate di Reworld. L’azienda ricava la maggior parte dei suoi guadagni dalla gestione d’impianti di incenerimento che bruciano la spazzatura per produrre carburante. Secondo i dipendenti un giorno l’uso delle monete cesserà del tutto, e così anche l’operazione di raccolta. Ma ci saranno sempre i nichelini testa di bufalo. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati