L’Europa è sopravvissuta a due inverni consecutivi da quando, nel febbraio 2022, la Russia ha invaso l’Ucraina e ha usato le forniture di gas come un’arma. Mentre il continente si appresta ad affrontare i mesi più freddi, tuttavia, gli operatori e gli analisti temono che superare il prossimo inverno potrebbe essere più difficile che in passato. Un problema sostanziale è che oggi il mercato europeo del gas è più che mai legato alla volatilità dei mercati energetici globali: dovendo sostituire le forniture della Russia, l’Europa è passata al gas naturale liquefatto (gnl). “Per ora gli stoccaggi in Europa sono pieni e la disponibilità per quest’inverno sembra garantita”, ha dichiarato un operatore. “Ma può succedere di tutto. Basta qualche interruzione delle forniture e le cose potrebbero mettersi davvero male”.

Il gnl è inviato di volta in volta ai compratori disposti a pagare di più. L’offerta globale è limitata, e questo significa che quando la domanda è alta l’Europa subisce la concorrenza dell’Asia. La conseguenza è l’aumento dei prezzi per convincere gli operatori a inviare le loro navi sulle coste europee. Nel 2021 il gnl rappresentava solo il 20 per cento delle forniture complessive dell’Europa, mentre il gas russo era al 30 per cento. Oggi il gnl rappresenta il 34 per cento.

Il braccio di ferro tra l’Europa e l’Asia per il combustibile trasportato via mare si fa più intenso nei mesi freddi, quando aumenta la domanda per il riscaldamento. Gli ultimi due inverni non sono stati tuttavia molto freddi, e questo ha permesso all’Europa di ridurre la domanda e di superare la stagione con livelli record di gas nei depositi.

Gli esperti “ritengono che il prossimo inverno sarà nella norma”, ha dichiarato Sindre Knutsson, della società di ricerca Rystad Energy. Questo fatto da solo provocherà un aumento della domanda di gas rispetto agli inverni precedenti. Ma quest’anno c’è anche la scadenza del contratto di transito del gas tra l’Ucraina e la Russia, una delle due uniche vie attraverso cui il gas dei gasdotti russi arriva ancora in Europa (l’altra è il Turkstream, che porta il gas russo in Bulgaria, passando per la Turchia). L’accordo che facilita il flusso del 5 per cento delle importazioni annuali di gas dell’Unione europea scade il 31 dicembre 2024, proprio quando il fabbisogno di riscaldamento si avvicina al picco (sono in corso dei negoziati per continuare a far scorrere il gas attraverso l’Ucraina). C’è inoltre la possibilità che i paesi europei debbano esportare gas per aiutare l’Ucraina durante l’inverno, quando subirà gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche. “Se all’improvviso arriverà un inverno molto freddo e contemporaneamente perderemo i flussi di gas russo, i prezzi saliranno alle stelle”, ha dichiarato Florence Schmit, esperta di strategie energetiche della Rabobank. “E non credo che ci saranno grandi forniture alternative attraverso altri gasdotti. Penso che la maggior parte del carburante dovrà essere sostituita dal gnl”.

A causa dei ritardi con cui i nuovi impianti di esportazione del gnl stanno entrando in funzione, quest’inverno l’aumento dell’offerta sarà limitato, restringendo il bacino a cui l’Europa può attingere. Secondo le stime della società di dati sulle materie prime Kpler, si aggiungeranno al mercato solo 2,5 milioni di tonnellate di gnl, circa un quarto della quantità aggiunta l’inverno scorso.

Lo stretto di Hormuz

Ci sono anche timori per le tensioni in Medio Oriente. Un eventuale aggravamento della situazione potrebbe provocare la chiusura dello stretto di Hormuz, mettendo a rischio il 20 per cento della fornitura globale di gnl.

Nel suo ultimo rapporto sui mercati globali del gas, l’Agenzia internazionale per l’energia ha avvertito che l’equilibrio globale “continua a essere fragile, perché la crescita limitata della produzione di gnl sta mantenendo l’offerta rigida”. Inoltre, “i mercati continuano a essere sensibili a movimenti inattesi sia dal lato dell’offerta sia da quello della domanda”.

In uno scenario di base, che presuppone temperature in linea con le medie storiche, gli analisti e gli operatori commerciali prevedono che l’Europa concluderà l’inverno con gli stoccaggi di gas pieni al 45-55 per cento circa. È una percentuale inferiore rispetto ai due precedenti inverni, dopo i quali l’Europa aveva gli stoccaggi pieni al 60 per cento. Se il continente dovesse subire un inverno molto più freddo, secondo gli analisti i livelli di stoccaggio potrebbero scendere fino al 35 per cento.

Alla fine dell’inverno questi livelli determinano la quantità di gas che bisogna comprare per riempire di nuovo i depositi nei sei mesi successivi. Più basso è il livello alla fine dell’inverno, più sarà la quantità di gnl che bisognerà importare. Questo potrebbe causare un aumento dei prezzi anche nei mesi estivi, quando la domanda diminuisce.

Luci spente

L’Acer, l’ente di controllo dell’energia dell’Unione europea, ha avvertito in un recente rapporto: “Se i prelievi di gas di quest’inverno supereranno in modo significativo quelli degli ultimi due anni, i compratori dell’Unione europea potrebbero dover offrire più della concorrenza sui mercati del gnl per ripristinare le scorte nel 2025, con il rischio di far aumentare i prezzi all’ingrosso”.

“In ultima analisi penso che il problema non sarà tanto in termini di volume – non succederà che le luci si spegneranno perché non c’è abbastanza gas – quanto di prezzo”, ha detto Peter Thompson, direttore della società di consulenza Baringa. “Bisognerà capire quanto dovremo pagare per quel gnl”.

Al culmine della crisi energetica del gas nel 2022, i prezzi in Europa hanno subito un’impennata e a un certo punto hanno superato per la prima volta in assoluto i 300 euro per megawattora. Per questo il continente cominciò ad attirare forniture di gnl a scapito dei paesi in via di sviluppo che ne avevano bisogno, ma che non potevano permettersi di sostenere certi prezzi. “Il rischio non è che quest’inverno si esaurisca il gas, ma che sarà molto più difficile rifornirsi a livelli che garantiscano una certa serenità in vista del prossimo anno”, ha dichiarato un operatore di mercato. “Il gas ci sarà sempre. Il problema è a che prezzo sarà possibile ottenerlo”. ◆ gim

© The Financial Times Limited 2024. All Rights Reserved. Il Financial Times non è responsabile dell’accuratezza e della qualità di questa traduzione.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1590 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati