Ogni anno di questi tempi vado a controllare i miei bitcoin. Nel 2017 un’amica mi ha regalato qualche frazione di bitcoin per Natale. All’epoca era ancora una novità curiosa: un bitcoin era intorno ai diecimila euro, mentre ora siamo sui novantamila euro.

Nel mio portafoglio c’è così una bella sommetta, l’equivalente di 450 euro, ma nel frattempo il bitcoin non è diventato più utile. La tecnologia alla sua base, la blockchain, è rimasta residuale e consuma troppa energia, mentre la scarsità della criptovaluta, che doveva garantirne il valore, è stata aggirata dalla nascita di migliaia di prodotti simili.

Il mondo delle criptovalute si è esaltato per la vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi del 5 novembre 2024. Il presidente eletto ha promesso di deregolamentare il settore. Ma quello che ha salvato il bitcoin è stata proprio la regolamentazione delle autorità statunitensi: l’etf (exchange traded fund) creato dal fondo d’investimento Blackrock, uno strumento che permette di scommettere sul bitcoin, ha raccolto 48 miliardi di euro.

Devo sperare che il prossimo Natale i miei bitcoin siano cresciuti ancora: quando crolleranno, e crolleranno, il settore delle criptovalute ormai sarà grande abbastanza da trascinarsi dietro il resto della finanza. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati