I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la giornalista belga Vanja Luksic.
“Cominciò verso le due con un lamento di cani. Lungo, esasperante, come un canto di anime perse”. Si apre così il viaggio di Paolo Rumiz attraverso l’Italia, seguendo gli strani suoni di un sottosuolo magico. Per lo scrittore, giornalista e viaggiatore triestino, uomo del nord, la parte più straordinaria di questa penisola piena di crateri, di fiumi sotterranei, di fondali marini e di terremoti è senz’altro il sud, che ne è particolarmente ricco. Il viaggio parte dall’isola di Alicudi, la più occidentale delle Eolie, dove “Stromboli mandava lampi intermittenti”. Rumiz è affascinato dalle isole Eolie, dalla Sicilia ma soprattutto da Napoli. Infatti, il libro è dedicato “A Roberto De Simone e alla terra che l’ha cresciuto”, dove la ricchezza del sottosuolo, della storia e dei miti è favolosa, grazie anche ai tantissimi invasori fenici, romani, greci, arabi, ebrei, cartaginesi che hanno lasciato tracce importanti. Con questo libro pieno di amore, di ammirazione e anche molto ben documentato, Rumiz ci fa condividere la sua passione per l’Italia. Ma purtroppo anche la sua rabbia per la cattiva gestione (soprattutto le poche costruzioni anti-sismiche) di un sottosuolo così turbolento. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati