Cinquant’anni fa la prima camminata nello spazio
Il 18 marzo 1965 il cosmonauta russo Aleksej Leonov fu il primo uomo a “camminare” nello spazio. Leonov era uno dei due membri dell’equipaggio della navicella spaziale Voschod 2, insieme al pilota Pavel Beljaev. Dopo 18 mesi di addestramento, i due furono lanciati in orbita, a 500 chilometri di altitudine. La missione si svolse nel pieno della guerra fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti, quando i due paesi si sfidavano per la conquista dello spazio. Venne trasmessa in diretta alla radio e alla televisione.
La passeggiata spaziale durò 12 minuti, ma Leonov, che era collegato alla capsula con un cavo di sicurezza lungo circa 4,5 metri, rischiò di non riuscire a rientrare nella navicella. La sua tuta spaziale si era gonfiata a causa della mancanza di pressione atmosferica e non passava più attraverso il portello per rientrare nell’abitacolo. Leonov decise quindi di ridurre la pressione scaricando parte dell’ossigeno dalla tuta, rischiando di non riuscire più a respirare. Con grande difficoltà riuscì a entrare nella navicella, prima con la testa invece che con i piedi. Durante l’uscita extraveicolare, Leonov avrebbe consumato talmente tanti liquidi da perdere sei chili.
Una volta nella cabina, Leonov e Beljaev si accorsero che il sistema per il rientro non funzionava e dovettero guidare manualmente la navicella sulla Terra. A causa delle difficoltà del rientro, i due atterrarono in una foresta nei monti Urali, a duemila chilometri di distanza dal luogo del Kazakistan in cui erano attesi. Dovettero aspettare tre giorni prima di essere recuperati. The Guardian