Centinaia di migranti chiusi nella stiva dell’imbarcazione naufragata
Il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, ha tenuto una conferenza stampa sul naufragio del peschereccio con a bordo centinaia di migranti, avvenuto tra il 18 e il 19 aprile al largo delle coste libiche. La procura di Catania ha aperto un’indagine sulla vicenda.
Giovanni Salvi ha spiegato che:
- L’imbarcazione era alta almeno 23 metri ed era divisa in tre livelli. Centinaia di migranti sarebbero stati costretti a entrare nella stiva, e lì sono stati chiusi per evitare che risalissero. Altri sono stati chiusi nel secondo livello e altri ancora si trovavano in cima al peschereccio.
- Dalle prime indagini risulta che le persone a bordo del peschereccio erano 950. La cifra però non è confermata, perché è stata fornita dal migrante interrogato a Catania e deve essere ancora verificata dalle autorità. A bordo c’erano algerini, nigeriani, cittadini del Bangladesh, dello Zambia e di altre nazionalità.
- Il relitto dovrebbe trovarsi a 73 miglia dalle coste libiche.
- I sopravvissuti sono 28. Non è certo se gli eventuali responsabili del naufragio siano rimasti intrappolati a bordo.
- È presto per dare una risposta sull’origine del viaggio, ma la parte finale del tragitto sarebbe partita da una località a cinquanta chilometri da Tripoli. È possibile che il viaggio sia cominciato in Egitto.
- Il procuratore Salvi ha dichiarato che Mare Nostrum consentiva interventi più rapidi rispetto a Triton. Salvi ha spiegato: “Certamente non può essere fatto carico a Triton di questa vicenda. Anche con Mare nostrum vi furono terribili disastri. Mare nostrum non era la bacchetta magica. È certo però che, dal punto di vista del nostro interesse, dell’accertamento dei fatti, Mare Nostrum ci consentiva interventi più rapidi e dal punto di vista dei soccorsi e l’anticipazione dello schieramento consentiva interventi più efficaci”.
- La procura ha concesso alla guardia costiera l’autorizzazione a portare le salme a Malta.
- Non ci sono elementi che colleghino il barcone naufragato con il gruppo internazionale al centro dell’indagine della procura di Palermo.
- La procura di Catania ha chiesto l’estradizione per tre cittadini egiziani, considerati responsabili di altri due naufragi: quelli del 10 agosto e del 6 settembre.