Secondo fonti ufficiali del governo senegalese c’erano almeno duecento cittadini del Senegal tra le vittime del naufragio avvenuto tra il 18 e il 19 aprile al largo delle coste libiche, in cui sono morte almeno 750 persone.
Per il ministro dei senegalesi all’estero, Sorry Kaba, i “paesi africani devono lavorare insieme, non solo per approvare misure di emergenza, ma per pianificare politiche di lungo periodo”. Dopo il naufragio, in un vertice straordinario, i leader europei hanno deciso di triplicare i finanziamenti alla missione di sorveglianza e salvataggio Triton, senza modificarne il mandato: le navi di pattuglia continueranno a rispondere alle chiamate di soccorso dove necessario.
Secondo le Nazioni Unite tra le vittime c’erano anche 350 eritrei e il resto dei passeggeri era originario di Siria, Somalia, Sierra Leone, Mali, Gambia, Costa d’Avorio ed Etiopia.
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