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La Libia rifiuta il piano di pace dell’Onu

La maggioranza dei parlamentari del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale ha votato per respingere la proposta dell’Onu di attuare un cessate il fuoco e formare un governo di unità con entrambe le fazioni in guerra

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L’Onu propone un governo di unità per risolvere il conflitto in Libia

L’inviato speciale delle Nazioni unite, Bernardino León, ha avviato ieri sera a Skhirat in Marocco una nuova tornata di colloqui per la pace in Libia. L’Onu propone di formare un governo di unità che coinvolga entrambe le fazioni in guerra: da una parte, il governo eletto nel 2014, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale, che ha spostato la sua sede a Tobruk, vicino al confine con l’Egitto, e dall’altra, il governo islamista che si è installato a Tripoli, appoggiato dai Fratelli musulmani e dai miliziani di Alba libica. La speranza è che cessi il conflitto che ogni giorno costringe migliaia di persone a scappare e sta mettendo in crisi l’industria petrolifera del paese.

Miliziani delle forze filogovernative a Bengasi, in Libia, il 21 maggio 2015.

León ha proposto che il governo di unità resti in carica un anno e abbia sede a Tripoli. Il consiglio dei ministri dovrebbe essere guidato da un premier e da due deputati. La camera eletta nelle votazioni del 2014 rimarrà l’unico organo legislativo, ma sarebbe affiancata da un organo di 120 membri che avrebbe potere consultivo. La condizione preliminare dettata dall’Onu prevede l’immediato cessate il fuoco e il disarmo dei gruppi armati.

Tutti i precedenti tentativi della comunità internazionale sono falliti. Bernardino León ha detto alle delegazioni arrivate a Skhirat che questa è l’ultima proposta che l’Onu mette sul tavolo per cercare un accordo politico: “È giunto il momento per voi di prendere decisioni difficili per arrivare alla pace e iniziare il processo verso la riconciliazione nazionale”.

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