La polizia del Kenya accusata di abusi contro la comunità musulmana
Un rapporto di Human rights watch e della commissione keniana per i diritti umani ha denunciato gli abusi della polizia del Kenya commessi contro i musulmani e contro la minoranza somala dopo gli attacchi del giugno e del luglio 2014, rivendicati da Al Shabaab, nelle contee costiere di Lamu e Tana River, in cui morirono 90 persone. In quell’occasione, secondo l’organizzazione non governativa, le forze armate fecero spesso ricorso a “detenzioni arbitrarie, violenze, percosse e furti ai danni della comunità musulmana e della minoranza somala”.
“Ci hanno picchiato fino a stancarsi per un’ora nei corridoi della stazione di Mpeketoni. Mi fanno ancora male le costole e il torace. Sono stato 13 giorni senza essere medicato”, ha raccontato uno dei testimoni, un uomo anziano detenuto a Lamu.
La risposta delle forze di sicurezza mette in evidenza la necessità che le autorità del Kenya accelerino riforme attese da tempo, come per esempio rafforzare la capacità investigativa della polizia ed esercitare un maggior controllo sugli abusi commessi dai poliziotti, hanno sostenuto Human rights watch e la commissione keniana per i diritti umani. La polizia keniana – stando alla stessa analisi – dovrebbe disporre di risorse adeguate e di personale sufficiente per migliorare la sua capacità di rispondere alle minacce alla sicurezza presenti in varie parti del paese.