Cos’è il datagate e com’è cominciato
L’agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (Nsa) ha spiato i presidenti francesi Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e François Hollande tra 2006 e il 2012. Lo ha rivelato ieri il sito Wikileaks. La notizia, emersa da un’inchiesta di Libération e Mediapart, ha creato imbarazzo diplomatico tra due i paesi e ha riaperto il dibattito sul datagate, un caso che va avanti dal 2013. Ma cos’è il datagate e com’è nato?
Con il nome datagate si identificano una serie di rivelazioni sulle attività di sorveglianza di massa nei confronti dei cittadini statunitensi e stranieri compiute dall’agenzia statunitense Nsa dal 2001. Le attività sono proseguite almeno fino al 2011.
Il caso si è aperto in seguito alla pubblicazione di alcuni documenti riservati diffusi da Edward Snowden, un ex consulente dell’Nsa entrato in possesso dei file mentre lavorava per la Booz Allen Hamilton, un’azienda che collabora con il dipartimento della difesa e i servizi d’intelligence degli Stati Uniti.
Ecco le tappe principali della vicenda:
6 giugno 2013. Il Guardian e il Washington Post pubblicano la prima inchiesta del datagate: denunciano la raccolta indiscriminata di tabulati telefonici di milioni di cittadini statunitensi, ottenuti con la complicità dell’azienda di telecomunicazioni Verizon e senza l’autorizzazione di alcun giudice.
7 giugno 2013. Il datagate si allarga a macchia d’olio: il Washington Post e il Guardian rivelano che l’Nsa ha anche accesso diretto ai dati degli utenti di Google, Facebook, Apple e altre aziende tecnologiche statunitensi per controllarne le conversazioni, nell’ambito di un programma di sorveglianza di massa chiamato Prism. Tutti i dati raccolti vengono registrati e catalogati grazie a un software segreto, chiamato Boundless informant. Le nove aziende che partecipano al progetto Prism sono Aol, Apple, Facebook, Google, Microsoft, PalTalk, Skype e Yahoo. Le rivelazioni scatenano le proteste degli attivisti, preoccupati per le violazioni della privacy dei cittadini.
9 giugno 2013. Edward Snowden esce allo scoperto e rivela di essere l’informatore del Guardian e del Washington Post. Dichiara di aver cominciato a scaricare di nascosto i documenti top secret dell’Nsa il 12 aprile 2012 e di aver contattato nei mesi successivi i giornalisti Glenn Greenwald e Laura Poitras. Dice di averlo fatto per proteggere la privacy dei cittadini e la costituzione statunitense. Aggiunge che nel maggio 2013 ha lasciato il suo lavoro negli Stati Uniti e si è trasferito a Hong Kong, dove ha incontrato Greenwald e Poitras.
27 giugno 2013. Il Guardian scrive che l’amministrazione Obama ha permesso alla National security agency di controllare per più di due anni anche i metadati delle email, grazie a un altro programma chiamato Stellar wind. Il programma è autorizzato da una legge del 1978, il Foreign intelligence surveillance act, reintrodotta da Bush nel 2004 e prorogata da Obama nel 2012. Emerge anche il coinvolgimento del Gcgh (Government communications headquarters), l’agenzia di intelligence del governo britannico.
L’Nsa difende le sue attività, dichiarando che non sono illegali. Le intercettazioni, sostiene l’agenzia, sarebbero giustificate dalla sezione 215 del Patriot act, la legge sulla sicurezza nazionale approvata dall’amministrazione Bush nel 2001 dopo gli attentati dell’11 settembre. Ma diversi giuristi e attivisti non sono d’accordo. Secondo loro, il Patriot act permette all’Nsa di raccogliere i metadati delle email, ma l’agenzia ha interpretato la legge a modo suo, cominciando a mettere sotto controllo anche i tabulati telefonici dei cittadini statunitensi e violando quindi la privacy dei cittadini.
1 settembre 2013. Lo scandalo del datagate si allarga ancora e supera i confini statunitensi: il quotidiano brasiliano O Globo scrive che l’Nsa ha intercettato la presidente Dilma Rousseff e i suoi principali collaboratori. Rousseff cancella una visita diplomatica a Washington e chiede spiegazioni alla Casa Bianca.
23 ottobre 2013. Il sito Cryptome svela che l’agenzia ha intercettato circa 46 milioni di telefonate in Italia e 60 milioni in Spagna tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio del 2013.
23 giugno 2013. Edward Snowden vola in Russia, dove rimane per due mesi all’aeroporto di Mosca.
12 luglio 2013. Snowden chiede l’asilo politico, concesso dal governo di Mosca alla fine del mese. Vive tuttora in Russia, in una località sconosciuta.
28 ottobre 2013. Il governo tedesco dichiara che il telefono della cancelliera tedesca Angela Merkel e di molti altri leader mondiali sono stati intercettati per anni.
30 ottobre 2013. Il Washington Post rivela che l’Nsa si infiltra regolarmente nei data center di Google, Yahoo e altre aziende statunitensi per collezionare dati degli utenti. Le grandi aziende tecnologiche statunitensi rafforzano i loro sistemi di crittografia e chiedono al governo statunitense una legge per tutelare la privacy degli utenti.
17 gennaio 2014. Il presidente Barack Obama annuncia una riforma dell’Nsa durante una conferenza stampa alla Casa Bianca.
10 febbraio 2014. Il sito The Intercept, fondato dall’ormai ex giornalista del Guardian Glenn Greenwald, scrive che l’Nsa collabora agli attacchi dei droni dell’esercito statunitense all’estero, nei quali sono rimasti coinvolti anche civili.
6 febbraio 2015. Un tribunale del Regno Unito stabilisce che dal 2007 fino al dicembre del 2014 i servizi segreti britannici Gchq hanno usato illegalmente le informazioni raccolte attraverso il programma di sorveglianza globale attuato dagli Stati Uniti, anche controllando il traffico internet. Secondo l’Investigatory powers tribunal, l’accesso del Gchq alle intercettazioni raccolte dall’agenzia per la sicurezza statunitense Nsa rappresenta una violazione dei diritti umani.
7 maggio 2015. Una corte d’appello degli Stati Uniti stabilisce che le intercettazioni fatte dall’agenzia governativa Nsa sono illegali. Secondo i giudici il programma non è stato autorizzato in alcun modo dal congresso. La decisione capovolge una sentenza del 2013, secondo la quale il programma dell’agenzia federale rispettava la costituzione.
1 giugno 2015. Scade la sezione 215 del Patriot act e il senato statunitense non trova l’accordo per rinnovarla. Il programma dell’Nsa per raccogliere i dati telefonici grezzi viene sospeso.
3 giugno 2015. Il senato approva il Freedom act, la riforma voluta da Obama, frutto di un compromesso con i repubblicani. Il controllo dei tabulati telefonici torna nelle mani del governo statunitense e l’archiviazione spetta alle aziende di telecomunicazioni, che possono consultarli solo dopo aver avuto l’autorizzazione di un giudice.