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Il sospetto jihadista dell’attentato di Lione confessa l’omicidio

L’uomo sospettato di terrorismo per l’attacco del 26 giugno all’industria chimica a sud di Lione, in Francia, ha ammesso di avere ucciso il proprio datore di lavoro dentro la sua macchina, prima di arrivare allo stabilimento di Saint Quentin-Fallavier, dove ha tentato di provocare un’esplosione.

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Cosa sappiamo finora dell’attentato nel sud della Francia

  • Stamattina c’è stata un’esplosione in una fabbrica di prodotti chimici dell’azienda statunitense Air Products a Saint-Quentin-Fallavier, nella regione di Isère, nel sud della Francia. A causare l’esplosione sarebbe stato un uomo che ha fatto irruzione dentro lo stabilimento a bordo di un veicolo e ha colpito le bombole di gas.
  • Vicino al luogo dell’esplosione è stato trovato il corpo di un uomo decapitato. La sua testa era avvolta in una bandiera con delle scritte in arabo. Non ci sono state rivendicazioni ufficiali dell’attentato.
  • L’esplosione ha causato due feriti, che non sono in gravi condizioni.
  • La polizia francese ha arrestato il presunto autore dell’attacco: si chiama Yassin Salhi ed è un cittadino francese di 35 anni. Un altro uomo è stato preso in custodia per accertamenti. La polizia ha anche arrestato la moglie di Salhi per interrogarla.
  • Secondo fonti investigative citate dall’Ap, la persona decapitata era il datore di lavoro di Salhi. Il presunto attentatore avrebbe ucciso e decapitato la vittima prima di attaccare la fabbrica.
  • Secondo il presidente francese François Hollande si è trattato di un attacco terroristico di matrice islamista. Questa è anche la principale pista seguita dagli investigatori.
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