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Il sospetto jihadista dell’attentato di Lione confessa l’omicidio

L’uomo sospettato di terrorismo per l’attacco del 26 giugno all’industria chimica a sud di Lione, in Francia, ha ammesso di avere ucciso il proprio datore di lavoro dentro la sua macchina, prima di arrivare allo stabilimento di Saint Quentin-Fallavier, dove ha tentato di provocare un’esplosione.

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Il sospetto jihadista di Lione confessa l’omicidio del datore di lavoro

Il giovane uomo sospettato di terrorismo per l’attacco di venerdì all’industria chimica a sud di Lione, in Francia, ha ammesso di avere ucciso il proprio datore di lavoro. Yassin Salhi, di 35 anni, ha confessato agli inquirenti di aver ucciso Hervé Cornara dentro la sua macchina in un parcheggio, prima di arrivare allo stabilimento di Saint Quentin-Fallavier, dove ha tentato di provocare un’esplosione.
La polizia ha ritrovato il corpo decapitato dell’unica vittima, di 54 anni, nei pressi dell’impianto e la testa infilzata alla recinzione, circondata da bandiere con scritte in arabo di professione di fede musulmana.
Dopo aver posizionato la testa in quel punto, l’imputato avrebbe si scattato un selfie per inviarlo con il telefono cellulare a un numero canadese. La polizia canadese sta collaborando con Parigi.

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