Il presidente egiziano promette una legislazione più dura dopo l’uccisione del procuratore generale
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha promesso una legislazione più dura per “lottare contro il terrorismo”, all’indomani della morte del procuratore generale Hisham Barakat a causa delle ferite riportate in un attentato contro il convoglio su cui si stava muovendo al Cairo. In un discorso in tv, Al Sisi ha annunciato che la legge sarà modificata per consentire “di fare giustizia più rapidamente”. I processi quindi saranno più veloci e le condanne a morte saranno eseguite più rapidamente.
Hisham Barakat è l’esponente politico di maggior rilievo assassinato dagli anni novanta. Aveva assunto l’incarico nel giugno del 2013, poche settimane prima del colpo di stato che depose l’allora presidente Mohamed Morsi, capo della Fratellanza musulmana. È stato tra i protagonisti della repressione nei confronti del gruppo, avviando processi contro i suoi affiliati e mettendo in atto provvedimenti come il congelamento dei beni. Nel periodo in cui ha svolto l’incarico di procuratore generale, migliaia di attivisti dell’opposizione sono stati arrestati e centinaia di esponenti dei Fratelli musulmani sono stati condannati a morte.
In un comunicato sul suo sito, la Fratellanza musulmana ha condannato l’uccisione di Barakat, accusato però di aver favorito la tortura, l’omicidio di oppositori politici e la detenzione senza processo. L’attentato è stato compiuto dopo che un gruppo legato ai jihadisti dello Stato islamico ha esortato i suoi affiliati ad attaccare i giudici, accusati di essere sottomessi al governo e ai militari. Il 3 luglio inoltre ricorre il secondo anniversario della cacciata di Morsi dal potere e secondo gli esperti il paese rischia di essere colpito da una nuova ondata di violenze e attentati.