Guida al primo dibattito televisivo per le presidenziali negli Stati Uniti
Quando. Il primo confronto televisivo della campagna per le elezioni presidenziali statunitensi – che si terranno l’8 novembre 2016 – coinvolgerà i candidati repubblicani alle primarie e andrà in onda su Fox News giovedì 6 agosto alle 21 (in Italia saranno le 3 del mattino del 7 agosto).
Chi. Dato che sono in corsa per la nomination repubblicana 17 candidati, la Fox ha deciso di selezionare per la prima serata solo i 10 con una migliore media negli ultimi cinque sondaggi condotti a livello nazionale. Questo criterio ha scatenato molti dibattiti e critiche alla vigilia, soprattutto tra gli staff dei candidati. I sette “esclusi” parteciperanno a un dibattito minore, che si terrà sempre il 6 agosto su Fox News ma alle 17 (in Italia saranno le 23).
I conduttori. Per moderare il dibattito, la Fox ha scelto tre volti noti della rete: Bret Baier (conduttore della trasmissione di approfondimento Special report), Megyn Kelly (The Kelly file) e Chris Wallace (anchorman del settimanale Fox news sunday).
Dove. Il dibattito sarà trasmesso dalla Quicken Loans Arena (soprannominata The Q), un palazzetto dello sport nel centro di Cleveland in Ohio.
Le regole. I candidati avranno un minuto di tempo per rispondere alle domande dei moderatori e 30 secondi per le repliche. Se il nome di uno dei candidati sarà citato nella risposta di altri partecipanti, il candidato avrà la possibilità di ribattere per il tempo che sarà concesso a giudizio dei conduttori. Il candidato che finora ha più consensi nei sondaggi – l’imprenditore Donald Trump – sarà in piedi al centro del palco con i suoi avversari su entrambi i lati a scalare, sempre sulla base degli indici di popolarità.
I 10 repubblicani da prime time. Ecco i dieci candidati del Grand old party che sono al momento in testa ai sondaggi nazionali e quindi si sono aggiudicati il passaggio in prima serata su Fox News
- Donald Trump. Sessantanove anni, è l’amministratore delegato e presidente della Trump Organization, che costruisce e gestisce alberghi, villaggi vacanze, grattacieli residenziali e campi da golf in diversi paesi. Ha fondato il gruppo Trump Entertainment. È famoso anche come protagonista di un reality show, The apprentice. Vive soprattutto a New York, anche se possiede case un po’ ovunque negli Stati Uniti. Entra regolarmente nella classifica di Forbes degli uomini più ricchi del mondo. Dai primi anni novanta è stato uno dei principali donatori delle campagne elettorali presidenziali, sia democratiche sia repubblicane. Aveva già parlato di candidarsi per la Casa Bianca nel 2000, nel 2008 e nel 2012, ma è la prima volta che fa sul serio. Ha annunciato la sua candidatura il 16 giugno 2015.
- Jeb Bush. Sessantadue anni, figlio di George H. W. Bush e fratello di George W. Bush, si candida a 27 anni dalla vittoria di suo padre George, ultimo della dinastia repubblicana più potente degli Stati Uniti. Governatore della Florida per due mandati consecutivi (1999-2007), ha lanciato la sua campagna a metà giugno con la promessa di riformare Washington. Quand’era governatore ha privatizzato i servizi pubblici e ora si presenta come un candidato antisistema, che vuole eliminare l’inefficienza e la burocrazia dello stato federale.
- Scott Walker. Quarantasette anni, è l’attuale governatore del Wisconsin (carica per cui è stato eletto nel 2010 e nel 2014) e vive a Madison. Antiabortista, contrario alle nozze gay e favorevole al porto d’armi, Walker è nato in Colorado da una madre contabile e da un padre pastore cristiano-battista. Conservatore sul fisco, da governatore ha tagliato le spese trasformando in surplus il deficit di bilancio (quello statale era 3,6 miliardi di dollari). Ha affrontato una durissima opposizione dei sindacati, che lo hanno preso di mira per aver limitato il potere di contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici.
- Mike Huckabee. Compirà 60 anni alla fine di agosto. Fu l’outsider delle primarie 2008 vincendo a sorpresa il caucus dello Iowa e poi finendo terzo nel voto popolare dopo il vincitore John McCain e Mitt Romney. Pastore battista, tra il 2008 e il 2015 ha condotto un suo programma su Fox news e quindi nel primo dibattito elettorale giocherà in casa. Populista e conservatore cristiano, l’ex governatore dell’Arkansas (fu eletto la prima volta nel 1998 e la seconda nel 2002), ha sempre fatto della sua opposizione all’establishment democratico locale, e in particolare ai Clinton – l’ex presidente Bill e la moglie Hillary Rodham Clinton – uno dei suoi cavalli di battaglia.
- Marco Rubio. Quarantaquattro anni, figlio di immigrati cubani, vive a Miami con la sua famiglia. Eletto nel parlamento della Florida nel 2000, sei anni dopo è diventato il primo presidente cubano americano della camera della Florida. Nel 2010 ha strappato il seggio della Florida in senato contro l’allora governatore Charlie Crist. Presentando la sua candidatura, ha detto che la prossima corsa per la Casa Bianca dovrà essere incentrata sul futuro e non sul passato e che lui difenderà il sogno americano che sta sfuggendo di mano a troppi americani, soprattutto tra i più giovani.
- Ben Carson. Neurochirurgo di fama e autore di bestseller, 63 anni, è originario di Detroit in Michigan e vive nel Maryland. Grande speranza del Tea party (il movimento populista di destra nato nel 2009, che sostiene il libero mercato ed è contrario all’innalzamento delle tasse) è diventato celebre nel 2013 per un durissimo attacco al presidente Barack Obama e la sua riforma sanitaria durante il forum politico conosciuto come National prayer breakfast a Washington. Da allora è un ospite assiduo dei talk show in cui difende posizioni ultraconservatrici sui temi etici.
- Ted Cruz. Nato nel 1970 a Calgary in Canada da padre cubano e madre di origini italiane. La sua famiglia si è poi trasferita negli Stati Uniti, dove Cruz ha studiato legge a Princeton e Harvard e ha lavorato anni come consulente legale per alcuni politici come John Boehner e George W. Bush. Tra il 2003 e il 2008 è stato procuratore generale del Texas, nel 2011 è stato eletto al senato. Molto vicino al Tea party, è contrario all’aborto, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle limitazioni alla libertà di portare armi e agli interventi del governo federale nell’economia. Il 23 marzo scorso è stato il primo politico ad annunciare la sua candidatura alle presidenziali del 2016.
- Rand Paul. È nato in Pennsylvania ma vive in Kentucky e ha lavorato per anni come medico oculista. Ha 52 anni ed è un senatore del Kentucky. È stato eletto nel 2012 e prima non aveva mai ricoperto incarichi politici. Paul è espressione delle correnti ultraliberiste e libertarie del partito repubblicano: è stato contrario alla guerra in Iraq, è aperto alla legalizzazione della marijuana, ha proposto l’abolizione della Federal reserve, il taglio di un terzo del budget federale e di tutti gli aiuti destinati all’estero. Si è opposto alla storica legge sui diritti civili del 1964, è antiabortista e critica di continuo l’Nsa per il suo programma di sorveglianza. Suo padre è Ron Paul, storico personaggio politico americano, più volte candidato – senza successo – alla Casa Bianca.
- Chris Christie. Nato a Newark, di origini scozzesi da parte di padre e siciliane da parte di madre, ha 52 anni. Dal 2010 è governatore del New Jersey. Repubblicano in uno stato tradizionalmente democratico, Christie ha avuto moltissimo seguito popolare soprattutto nel primo mandato da governatore grazie al suo carisma e al suo profilo da moderato, che gli ha fatto abbassare le tasse sulle proprietà dei più ricchi ma anche avviare un programma per finanziare il college dei figli degli immigrati illegali. Pesano su di lui, oltre alla carenza di finanziamenti adeguati, i rapporti in declino con i giornalisti dopo lo scandalo del Bridgegate in cui due suoi collaboratori sono stati accusati di aver chiuso per un’intera giornata il Washington bridge, che collega il New Jersey alla città di New York, solo per creare problemi a un sindaco locale che non aveva confermato il suo sostegno a Christie per la candidatura al secondo mandato.
- John Kasich. Nato e cresciuto in Pennsylvania in una famiglia di origini croate, 62 anni, è l’attuale governatore dell’Ohio che è uno degli stati più popolosi, e quindi con un consistente numero di Grandi elettori, ed è uno swing state, in bilico tra democratici e repubblicani con buone possibilità di rivelarsi decisivo per il risultato finale delle presidenziali. Conservatore di tendenza centrista, ha ottenuto nel 2010 l’appoggio del Tea party ma si è poi inimicato la frangia più estrema del partito accettando per l’Ohio l’estensione di Medicaid, uno dei programmi di assistenza sanitaria statale potenziato dal presidente Obama nella sua riforma sanitaria. Anche senza l’appoggio del Tea party, Kasich ha stravinto la rielezione nel novembre dello stesso anno. Tra il 1983 e il 2001 era stato membro della camera dei rappresentanti.