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Diecimila islandesi offrono la loro casa ai rifugiati siriani

Migranti siriani vicino alla città di Preševo, nel sud della Serbia, il 24 agosto 2015. (Marko Djurica, Reuters/Contrasto)

Il governo islandese ha offerto di accogliere cinquanta rifugiati siriani per affrontare la crisi umanitaria in Siria, un’offerta che non è piaciuta ai cittadini islandesi che l’hanno trovata insufficiente. Così sui social network è stato lanciato un appello firmato da 12mila persone e in meno di ventiquattr’ore migliaia di persone hanno aperto la loro casa ai richiedenti asilo siriani. “Solo per il fatto che non stia succedendo qui, non significa che non stia succedendo”, questo lo slogan della pagina Facebook Sýrland kallar (Siria calling). Le persone offrono vestiti, cose da magiare, aiuto e posti letto.

Una delle persone che offre aiuto scrive su Facebook:

Sono una madre single, ho un figlio di sei anni. Possiamo prendere in casa un bambino che ha bisogno. Sono un’insegnante e posso offrire lezioni di islandese e aiutare il bambino a inserirsi qui. In casa abbiamo vestiti, giocattoli, un letto e tutto quello di cui un bambino ha bisogno. Posso pagare per il biglietto aereo.

Un altro afferma: “Ho una stanza in più in un appartamento spazioso e sono più che contenta di condividerlo. Insieme al mio tempo e al mio sostegno”.

Dopo la reazione dei cittadini, che rappresentano il 4 per cento della popolazione del paese costituita da 300mila persone, il governo ha dichiarato che riconsidererà le quote di richiedenti asilo siriani che è disposto ad accogliere.

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