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La crisi dei migranti in Ungheria

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Cos’è successo dopo la riapertura della stazione di Budapest

La polizia ungherese ha riaperto stamattina la stazione ferroviaria di Budapest, che era stata sgomberata e chiusa per impedire l’accesso dei migranti due giorni fa, l’1 settembre. L’ingresso principale della stazione Keleti è stato riaperto poco prima delle 8.15 e i circa duemila migranti che erano bloccati nella capitale ungherese da martedì si sono precipitati verso un treno fermo a uno dei binari, cercando di salirvi attraverso le porte e i finestrini.

Il treno di Bicske. Un treno carico di profughi è quindi partito in direzione del confine austriaco, al contrario di quanto annunciato in precedenza dalle ferrovie ungheresi che avevano annunciato che i collegamenti diretti tra Budapest e l’Europa occidentale erano interrotti fino a nuovo ordine per motivi di sicurezza. Il convoglio partito dalla stazione Keleti è stato però fermato circa 35 chilometri fuori dalla capitale ungherese, nella città di Bicske, dove l’Ungheria ha un centro di accoglienza per migranti. Le persone che ci erano salite erano convinte che il treno fosse diretto in Austria.

I poliziotti cercano di allontanare una famiglia di migranti dai binari ferroviari a Bicske in Ungheria, il 3 settembre 2015.

A Bicske la polizia ha cercato di trasferire i migranti in un centro di accoglienza, ma ha incontrato una forte opposizione e li ha fatti risalire sul treno, ancora bloccato sui binari. Fa molto caldo e la polizia ha cominciato a distribuire bottigliette d’acqua. Nel frattempo alla stazione di Budapest sono stati cancellati i treni diretti a Vienna e in Germania ma stanno ripartendo tutti i collegamenti domestici, anche quelli diretti alle città di confine nell’ovest dell’Ungheria.

Controlli alle frontiere a partire dal 15 settembre. Il primo ministro Viktor Orbán, in visita a Bruxelles, ha annunciato che il parlamento di Budapest ha approvato una serie di nuove misure per il controllo delle frontiere che entreranno in vigore “a partire dal 15 settembre, passo dopo passo”. Orbán ha sostenuto che i leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado di gestire la situazione e che l’emergenza dei migranti rischia di mettere a rischio il trattato di Schengen.

Per il premier ungherese, comunque, l’emergenza migranti è “un problema tedesco”, considerato che dei migliaia di profughi entrati in Ungheria nessuno vuole rimanerci, ma vogliono andare tutti in Germania. “Il punto è il senso di responsabilità, se accettassimo tutti sarebbe un fallimento morale. Io vorrei dire: “Non venite, il viaggio è pericoloso”. La Turchia è già un paese sicuro”, ha aggiunto Orbán.

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