Com’è andato il secondo dibattito televisivo tra i repubblicani
Il secondo dibattito televisivo tra gli undici candidati repubblicani alla Casa Bianca si è svolto ieri sera alla biblioteca presidenziale Ronald Reagan di Simi Valley, in California, ed è stato trasmesso in diretta dalla Cnn. Altri quattro dibattiti seguiranno, uno al mese fino a gennaio, prima che comincino le primarie vere e proprie con i voti in Iowa e nel New Hampshire, nel febbraio 2016.
L’effetto Trump e il primato dei candidati non politici. I candidati sono arrivati al confronto televisivo in una situazione molto diversa da quella del mese scorso quando, alla vigilia del dibattito del 6 agosto a Cleveland, l’imprenditore miliardario Donald Trump era già in testa nei sondaggi ma davanti all’ex governatore della Florida, Jeb Bush, e all’attuale governatore del Wisconsin, Scott Walker. In questo momento invece il magnate newyorkese Trump è favorito nella corsa alla nomination insieme a un altro outsider, il neurochirurgo in pensione Ben Carson. E non è un caso che l’attenzione degli analisti nel dibattito di ieri si sia spostata sulla terza candidata esterna all’establishment: Carly Fiorina, unica donna tra gli undici contendenti ed ex amministratrice delegata della Hewlett-Packard.
Donne. “Penso che tutte le donne del paese abbiano ascoltato molto chiaramente quello che mister Trump ha detto”, ha osservato Fiorina commentando una recente battuta del costruttore statunitense sul suo aspetto (“Votereste mai per una presidente con questa faccia?”, aveva chiesto Trump). Ieri il miliardario ha risposto all’avversaria dicendo “penso che abbia un bel viso, che sia una bella donna. Io amo tutte le donne e mi prendo cura di loro”. Fiorina ha poi rivendicato la sua esperienza nel gruppo Hp: “L’ho guidato in tempi molto difficili, e mi sono fatta molti nemici per aver voluto cambiare lo status quo. Per questo sono stata licenziata”. Trump ha invece sostenuto che è stata “una delle peggiori manager della storia”. “Non le affiderei nemmeno una delle mie società”, ha aggiunto.
Momenti light. Rispetto al dibattito di agosto, quello di ieri è stato un confronto più robusto, in cui i candidati si sono esposti su diversi temi di politica estera e hanno fatto uscire le loro differenze programmatiche più importanti. Ma non sono mancati momenti più leggeri, come Jeb Bush che ha ammesso di aver fumato marijuana quand’era giovane. “Sono sicuro che altri lo abbiano fatto, ma magari non lo vogliono dire di fronte a 25 milioni di persone. Io l’ho fatto e mia madre non ne è felice”, ha detto il fratello dell’ex presidente George W. Bush. Un altro passaggio particolarmente riuscito del confronto televisivo è stato lo scambio di battute sulla donna che i candidati vorrebbero vedere sulla banconota da dieci dollari: ha vinto l’icona dei diritti civili Rosa Parks.
Tutti contro Trump. Il primo nei sondaggi è finito, com’era scontato, sotto gli attacchi incrociati degli altri partecipanti al dibattito. Fiorina ha definito Trump “un grande intrattenitore”. Walker ha sostenuto che “non c’è bisogno di un altro apprendista alla Casa Bianca”, con un riferimento ironico al talent show televisivo The apprentice, di cui Trump è protagonista nel ruolo di giudice. Rand Paul, senatore del Kentucky, ha chiesto se sia opportuno avere una persona “con quel carattere e con quel modo di parlare senza veli” alla guida la massima potenza mondiale. Della stessa opinione anche Bush, preoccupato del modo con cui Trump “insulta i leader in giro per il mondo” (Trump ha risposto che invece lui “va d’accordo con tutti” e quindi se la intenderebbe sicuramente anche col presidente russo Vladimir Putin se dovessero trovare insieme una soluzione per la crisi siriana).
La sintesi del dibattito sulla Cnn
La rivincita di Jeb Bush. Dopo una partenza lenta, l’ex governatore della Florida è riuscito a rifarsi sull’avversario che l’ha attaccato per tutta l’estate accusandolo di essere un burattino nelle mani dei finanziatori. “Non è assolutamente vero” ha replicato Bush, accusando a sua volta Trump di usare il suo patrimonio per difendere i propri interessi particolari, come quando era in cerca di appoggi politici a favore del gioco d’azzardo in Florida ai tempi in cui Bush era governatore. “Totalmente falso”, ha replicato Trump. “Se avessi voluto un casinò, lo avrei ottenuto”. Bush ha ribattuto: “Lo volevi e non lo hai ottenuto perché io ero contrario”. Da qui il commento del magnate dell’edilizia: “Ti vedo bello energico stasera”.
L’invasione dell’Iraq. Trump si è vantato di essere l’unico candidato repubblicano a essersi opposto alla guerra nel 2003. Bush, il fratello più giovane del 43° presidente Usa George W. Bush (dal 2001 al 2009), ha detto nel merito: “Su mio fratello una cosa è certa: ci ha tenuti al sicuro”. Diversi commentatori hanno fatto a questo punto notare che George W. era comandante in capo quando gli Stati Uniti furono attaccati l’11 settembre del 2001.