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Nove morti in un bombardamento statunitense di un ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz

Stanotte degli aerei statunitensi hanno bombardato il centro traumatologico di Medici senza frontiere (Msf) a Kunduz, nel nord est dell’Afghanistan. La Nato ha confermato che nella zona sono in corso dei raid a sostegno delle truppe di Kabul, che la scorsa settimana hanno lanciato un’offensiva per riprendere il controllo della città conquistata dai taliban il 29 settembre. L’ospedale è stato colpito più volte ed è stato gravemente danneggiato.

L’attacco è cominciato alle 2.10 orale locale (le 0.40 in Italia). Nove operatori di Msf sono rimasti uccisi e 37 persone sono rimaste gravemente ferite. Tuttavia Msf non conosce ancora l’esatto numero delle vittime perché diverse persone sono disperse. Nel centro erano ricoverati 105 pazienti e lavoravano più di ottanta operatori di Msf, afgani e stranieri. Inoltre erano presenti diversi famigliari dei pazienti.

Msf ha dichiarato che i bombardamenti sull’ospedale sono durati per più di mezz’ora dopo che l’organizzazione umanitaria ha avvisato le forze statunitensi e afgane che la struttura era stata colpita. “Tutte le parti in conflitto comprese Kabul e Washington, erano perfettamente informate della posizione esatta delle strutture Msf”, si legge nel comunicato dell’organizzazione.

Il ministero dell’interno afgano ha reso noto che nella notte gruppi di taliban si trovavano all’interno o vicino all’ospedale. Ma un portavoce dei militanti islamisti ha dichiarato che nessun taliban si trovava nella struttura durante i bombardamenti. Le forze di sicurezza hanno portato in salvo ottanta persone, tra cui quindici membri del personale internazionale del centro.

Da quando sono cominciati i combattimenti tra i taliban e l’esercito afgano il 28 settembre, Msf ha curato 394 feriti. Il centro di Kunduz è l’unica struttura dell’Afghanistan nordorientale che opera per salvare gli arti.

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