Gli elettori di San Francisco hanno respinto la Proposition F, la proposta per rendere più severe le regole sull’affitto per brevi periodi di camere e appartamenti che avrebbe limitato i profitti di Airbnb e di altri siti simili.

Secondo risultati definitivi, il no ha raccolto il 55 per cento dei voti, contro il 44,9 per cento dei sì.

I cittadini di San Francisco si sono espressi su undici proposte, ma gran parte dell’attenzione dei mezzi d’informazione e delle aziende statunitensi era rivolta proprio verso il voto sulla Proposition F, considerato importante per il futuro della sharing economy, il modello economico fondato sullo scambio, il prestito, la condivisione e l’affitto di oggetti, spazi e conoscenze.

Airbnb, l’azienda che permette ai privati di affittare una camera o un intero appartamento e che ha sede proprio a San Francisco, ha investito circa 8,3 milioni di dollari nella campagna a sua difesa. Tra gli altri siti che sarebbero stati condizionati dall’introduzione della Proposition F c’erano HomeAway, Vrbo e Flipkey.

Cosa prevedeva la Proposition F. La misura avrebbe introdotto un limite di 75 notti all’anno per l’affitto di una stanza o un appartamento, a differenza dei 90 giorni attuali. Inoltre avrebbe costretto Airbnb e i proprietari delle case a consegnare ogni quattro mesi dei resoconti sulle camere e gli ospiti alle autorità di San Francisco. La Proposition F avrebbe anche permesso ai residenti e alle organizzazioni non profit di fare causa ai proprietari e al sito.

I cittadini di San Francisco favorevoli al sì pensano che la diffusione degli affitti a breve termine stia danneggiando la situazione abitativa della città e spingendo molte persone ad abitare fuori dal centro, mentre i sostenitori del no pensano che siti come Airbnb permettano a tanti abitanti di fare qualche soldo in più e di non essere quindi costretti a trasferirsi altrove.

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