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Per la prima volta in Italia ci sono state meno di centomila interruzioni di gravidanza all’anno

Una manifestazione a favore della legge 194 sull’aborto a Roma, l’8 marzo 2014. (Stefano Montesi, Demotix/Corbis/Contrasto)

Nel 2014 si è scesi per la prima volta sotto le centomila interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) all’anno in Italia. È quanto riporta l’ultima relazione del ministero della salute sull’attuazione della legge 194. Nel 1983 le ivg praticate in Italia erano state 233.976, nel 1992 invece 155.266. Ma sono diminuite anche le strutture sanitarie in cui le operazioni sono svolte: nel 2012 erano 403 (il 64 per cento del totale) e sono passate a 379 nel 2013 (60 per cento del totale). Nel caso della regione Molise e della provincia autonoma di Bolzano, i centri dove si può abortire sono meno del 30 per cento del totale delle strutture sanitarie.

Nel 2014 il tasso di abortività (numero di ivg per mille donne tra i 15 e i 49 anni) è sceso del 5,9 per cento rispetto al 2013, e del 58,1 per cento rispetto al 1982. È il tasso più basso tra i paesi industrializzati. Il 34 per cento delle donne che ricorrono all’ivg è di origine straniera.

I dati sull’obiezione di coscienza

Il 70 per cento dei ginecologi italiani è obiettore di coscienza e non esegue operazioni di interruzione volontaria di gravidanza. Per quanto riguarda gli anestesisti la percentuale di obiettori è vicina al 50 per cento, come anche per il personale ospedaliero non medico. Nel 1983 i ginecologi non obiettori in Italia erano 1.607, mentre nel 2013 ne sono stati registrati circa un centinaio in meno.

La percentuale di ginecologi e anestesisti obiettori cambia molto da regione a regioni, con numeri più alti nella maggior parte delle regioni meridionali. La Valle d’Aosta, con solo 2 ginecologi e 4 anestesisti obiettori, è la regione con le percentuali più basse. L’obiezione è invece molto diffusa in Basilicata, Molise e nella provincia autonoma di Bolzano, dove supera il 90 per cento per i ginecologi. I dati relativi alla provincia di Trento, forniti separatamente rispetto a quelli di Bolzano, si distinguono sensibilmente da quelli dell’altro capoluogo del Trentino Alto Adige: solo il 60 per cento dei ginecologi è obiettore a Trento e il 33,7 per cento degli anestesisti.

Per quanto riguarda il carico di lavoro settimanale medio dei ginecologi non obiettori, considerando 44 settimane lavorative in un anno, il numero di ivg alla settimana che ogni medico ha dovuto praticare nel 2013 è compreso tra le 0,5 della Sardegna e le 4,7 del Molise. È superiore a 3 in Puglia, Lazio, Campania, Sicilia, Molise e nella provincia di Bolzano. La media nazionale è 1,6. Nel 2012 i valori minimi e massimi erano 0,4 e 4,5, e la media nazionale 1,4.

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