Sei migranti si cuciono la bocca per protestare contro la chiusura della frontiera in Macedonia
Vengono dal Marocco, dall’Iran, dal Pakistan e sono bloccati al confine tra Grecia e Macedonia da giorni, le autorità hanno deciso di fare passare solo chi è di nazionalità siriana, afgana o irachena. Con l’inverno alle porte e le temperature sempre più rigide migliaia di persone sono rimaste ammassate per giorni alla frontiera, senza aver accesso a un riparo, ad acqua corrente e servizi. Da due giorni i migranti protestano: bloccando il traffico. Sei iraniani oggi si sono cuciti la bocca in segno di protesta: alcuni di loro spiegano di non poter tornare indietro nel loro paese perché temono di essere impiccati dal regime di Teheran. “Uccideteci o aiutateci”, c’è scritto in inglese su un cartello che viene portato da un migrante del Bangladesh.
La scorsa settimana la Slovenia aveva annunciato che avrebbe fatto passare solo i profughi siriani, afgani o iracheni, in possesso di documenti validi. La decisione della Slovenia è stata seguita annunci simili da parte di Croazia, Serbia e Macedonia. L’effetto domino ha provocato che migliaia di persone sono rimaste bloccate lungo la rotta balcanica.
Le organizzazioni impegnate nella difesa dei rifugiati hanno contestato la legittimità della pratica dal punto di vita internazionale: il diritto d’asilo deve essere garantito a tutti, e ogni caso deve essere valutato singolarmente. In particolare l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha contestato la pratica di selezionare gli aventi diritto sulla base della nazionalità.