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L’arrivo dei rifugiati aiuta la crescita dell’edilizia in Germania

Operai lavorano a una casa prefabbricata per i richiedenti asilo a Neukirch, in Germania, il 7 dicembre 2015. (Michaela Rehle, Reuters/Contrasto)

Nel sud della Germania una piccola azienda a gestione familiare è stata inondata di ordinazioni per le sue case prefabbricate. Sono destinate ad accogliere alcuni dei richiedenti asilo che sono arrivati nel paese quest’anno. In Germania nel 2016 ne sono arrivati in tutto circa un milione.

La fabbrica a Neukirch, una piccola città vicina all’Austria e alla Svizzera, non può soddisfare gli ordini e quindi il direttore Joerg Bauer si sta espandendo vicino alle coste del lago di Costanza.

“Stiamo per introdurre un doppio turno nel nostro impianto di Neukirch, aprire una fabbrica più grande nella vicina Lindau e aumentare il nostro personale dalle attuali quaranta a sessanta persone”, spiega. La domanda di abitazioni prefabbricate per i rifugiati, molti dei quali hanno finora dormito in palestre, municipi e tende, si aggiunge a un misto di fattori che stanno alimentando un boom tedesco dell’edilizia. Il settore beneficia anche della crescita della popolazione nelle grandi città e di un accresciuto interesse immobiliare. I costi dei prestiti ai minimi storici e l’aumento dei salari reali stanno spingendo molti tedeschi a superare la loro tradizionale avversione nei confronti dell’acquisto di case e appartamenti.

Questa domanda, accompagnata da un contributo di 13 miliardi di euro del governo nel 2016 per ristrutturare strade e ponti, dovrebbe far salire le vendite del settore edilizio del 2,5 per cento, raggiungendo l’anno prossimo i 235 miliardi di euro. Sarebbero i livelli più alti dal 2000, secondo l’associazione di categoria BvB. Questo aggiunge forza a una ripresa economica interna che sta compensando le difficoltà nel commercio estero, date le difficoltà degli esportatori coi mercati emergenti.

L’edilizia rappresenta il quattro per cento del prodotto interno lordo tedesco e, con 2,5 milioni di persone che lavorano in più di trecentomila aziende, è un importante motore per l’occupazione.

“Sempre più tedeschi investono i loro soldi in proprietà immobiliari”, spiega Hans-Werner Sinn, direttore dell’istituto economico Ifo. L’indice del settore edilizio di Ifo è salito a novembre ai suoi più alti livelli dai tempi della riunificazione della Germania nel 1990.

L’indice, che misura lo stato d’animo del settore, è leggermente calato questo mese ma rimane elevato perché i bassi tassi d’interesse della Banca centrale europea spingono sempre più tedeschi a scegliere gli investimenti immobiliari piuttosto che i normali conti di risparmio. L’accresciuta domanda del settore privato sta aiutando il mercato immobiliare a salire ulteriormente, a partire dai prefabbricati costruiti da società come la Bauer Holzsysteme di Neukirch. Le azioni del gruppo immobiliare Patrizia Immobilien, che sta costruendo quattromila nuovi appartamenti in città come Monaco, Amburgo e Berlino, sono salite di circa il 120 per cento quest’anno.

Eppure il settore edilizio deve ancora fare molta strada per eguagliare il boom conosciuto quando, dopo la riunificazione, in Germania est c’era moltissimo da ricostruire. Il volume d’affari nel settore delle costruzioni è cresciuto negli ultimi anni ma nel 2014 è rimasto circa il 15 per cento sotto i livelli della metà degli anni novanta.

Il rischio di una bolla

Le abitazioni disponibili sono poche, a causa di una mancanza di costruzioni nel periodo 2001-2009, quando lo stato ha ridotto gli incentivi fiscali per gli investitori residenti, abolendo inoltre un contributo abitativo per i proprietari-inquilini, che hanno dovuto affrontare anche delle condizioni di prestito molto più onerose.

Dal gennaio al settembre di quest’anno, secondo i dati degli istituti di statistica, è stata autorizzata la costruzione di circa 223mila appartamenti. Si tratta di un aumento del cinque per cento rispetto ai primi nove mesi del 2014. Per quanto riguarda l’intero anno, la cifra attesa è di circa trecentomila appartamenti, comunque insufficienti a soddisfare la crescita urbana.

“Si tratta di un grosso passo avanti, ma è ancora molto inferiore ai livelli che abbiamo osservato negli anni novanta dopo la riunificazione, con oltre seicentomila appartamenti”, dichiara Tobias Just, un esperto del settore immobiliare dell’università di Regensburg.

Secondo gli esperti del settore, per evitare una carenza abitativa, soprattutto nelle grandi città come Berlino, Amburgo e Monaco, dove la popolazione cresce più velocemente, occorre oggi costruire quattrocentomila appartamenti all’anno.

Con una domanda che eccede l’offerta, alcuni economisti temono che il mercato possa surriscaldarsi. “Attualmente in Germania non c’è una vera e propria bolla”, sostiene un economista di Commerzbank, Joerg Kraemer. “Ma è concreto il rischio che tra un paio d’anni la situazione si trasformi in una bolla”.

Questo articolo è stato pubblicato dall’agenzia di stampa Reuters.

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