Il possibile intervento militare dell’Italia in Libia
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio supremo di difesa il 25 febbraio, l’assemblea dei vertici dello stato ha deciso che l’Italia valuterà un’operazione in Libia su richiesta delle autorità locali. Negli ultimi giorni aveva fatto discutere l’autorizzazione del governo al decollo dei droni statunitensi che bombardano il gruppo Stato islamico in Libia dalla base di Sigonella.
I droni statunitensi partiti da Sigonella. Nei giorni scorsi il governo italiano ha autorizzato il decollo di undici droni statunitensi da Sigonella, diretti verso la Libia. Per il ministro degli esteri Paolo Gentiloni non si è trattato di un preludio a un’operazione militare, e anche la ministra della difesa Roberta Pinotti ha escluso la partecipazione dell’Italia a un intervento di terra in Libia. Tuttavia la ministra ha detto: “Quando il governo libico si sarà insediato ci sarà bisogno di dare una mano per la sicurezza con addestratori e anche forze di protezione, e a questo stanno lavorando 19 nazioni con il coordinamento dell’Italia”. Il premier Matteo Renzi ha aggiunto che le autorizzazioni ai droni statunitensi vengono date “caso per caso: se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori del gruppo c’è uno stretto rapporto tra noi e gli altri alleati, soprattutto con gli statunitensi. Siamo in piena sintonia con i nostri alleati internazionali”.
Gli Stati Uniti bombardano la Libia. Il 19 febbraio gli Stati Uniti hanno bombardato un campo del gruppo Stato islamico in Libia. I raid sono avvenuti a Sabrata, nel nordovest del paese, e hanno provocato almeno quaranta morti. Secondo fonti militari statunitensi l’obiettivo era Noureddine Chouchane, un leader del gruppo jihadista. Chouchane sarebbe stato l’organizzatore di due attentati avvenuti l’anno scorso in Tunisia, in uno dei quali erano morti trenta turisti britannici. I miliziani dello Stato islamico hanno occupato la sede delle forze di sicurezza di Sabrata. Secondo il consiglio militare della città i jihadisti sarebbero stati respinti dopo poche ore.
La presenza della Francia in Libia. La Francia è intervenuta in Libia contro lo Stato islamico “con bombardamenti altamente mirati, preparati da azioni segrete”. Lo ha rivelato una fonte militare a Le Monde il 24 febbraio. Secondo il quotidiano francese, la Francia eviterà qualsiasi intervento militare diretto, ma cercherà di colpire con degli attacchi mirati le strutture dello Stato islamico, un’idea condivisa da Washington e Londra. Secondo le indiscrezioni le forze speciali francesi hanno appoggiato la campagna militare guidata dal generale Khalifa Haftar a Bengasi contro i jihadisti. I francesi si troverebbero nella base aerea di Bengasi e avrebbero creato un’unità per il coordinamento delle operazioni militari con l’esercito libico.
L’intervento militare italiano. Secondo il Corriere della Sera l’Italia interverrà in Libia quando lo richiederà il governo libico di unità nazionale, che è ancora in attesa di ricevere la fiducia da parte del parlamento di Tobruk, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale. Anche se un centinaio di parlamentari ha già espresso sostegno al governo di unità nazionale, il voto di fiducia non si è ancora tenuto perché è mancato il numero legale. L’insediamento del governo di unità nazionale, guidato da Fayez al Sarraj, è la precondizione per un intervento militare internazionale appoggiato dall’Onu. Nel momento in cui le autorità libiche chiederanno l’intervento internazionale, l’Italia schiererà le navi già impegnate in attività di pattugliamento nel Mediterraneo, un aereo cisterna, i Tornado della base di Trapani e due sottomarini. Inoltre metterà a disposizione le basi militari del sud, compresa Pantelleria dove da tempo sono dislocati numerosi soldati statunitensi.