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Gulliver

È il blog dell’Economist che si occupa di viaggi.

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L’industria turistica segue la moda di Pokémon Go

Pokémon Go a Parigi, il 17 agosto 2016. (Edward Berthelot, Getty Images)

Solo i lettori vissuti sotto una pietra negli ultimi due mesi non sanno nulla di Pokémon Go. Il gioco per smartphone, che sovrappone la realtà aumentata a luoghi nel mondo reale, è stato scaricato cento milioni di volte solo su Google Play. I giocatori danno la caccia ai loro personaggi preferiti ai “Pokéstop” e li fanno lottare in battaglie gladiatorie nelle “Pokégym”, le palestre. Alcuni Pokémon si trovano solo in alcune zone del mondo. Di conseguenza, ogni giocatore dedito al mantra del gioco “Gotta catch them all” (“Catturali tutti”) deve viaggiare.

Ed ecco che il settore dei viaggi e dell’accoglienza ha drizzato le orecchie e ha cominciato a prendere nota. Senza alcun preavviso, una gran quantità di attività commerciali e monumenti sono stati invasi da giocatori con gli occhi fissi sui loro iPhone. All’inizio i bar tanto fortunati da essersi visti assegnare un Pokéstop pagavano per le “esche”, una funzione del gioco che consentiva loro di attirare più Pokémon (e di conseguenza più giocatori).

Visite guidate

Adesso il settore turistico ha fatto un salto in avanti lanciando l’ultima moda, il turismo Pokémon. Le città si promuovono in base alla loro concentrazione di Pokéstop e palestre Pokémon. Sono spuntate visite guidate che consentono ai turisti di dare la caccia a mostri rari. Gli alberghi si promuovono affermando che i loro ospiti non devono neppure uscire dal letto per catturare un Bulbasaur di passaggio. Pare che i giocatori stiano perfino adattando i loro programmi di viaggio alla possibilità di giocare.

Questo potrebbe apparire poco rilevante per quanti si spostano in viaggio d’affari, a meno che questi ultimi (o i loro figli) non siano entusiasti all’idea di poter catturare un nuovo Pokémon durante un viaggio all’estero. Alcuni commentatori però ritengono che il settore turistico dovrebbe adottare il tipo di funzionalità mostrato dal gioco.

Pokémon Go combina assieme gamification (ludicizzazione), geolocalizzazione e realtà aumentata secondo modalità che potrebbero rivelarsi utili a chi viaggia spesso. È significativo il fatto che abbia marcato tanti luoghi reali come luoghi virtuali. I giocatori che lo usano in viaggio non raccolgono solo oggetti virtuali, ma visitano di persona e interagiscono con luoghi reali. Questa non è una novità. Chi ha buona memoria ricorderà i tentativi di Foursquare di introdurre elementi di ludicizzazione nell’attribuire tag geolocalizzati, consentendo alle persone di diventare sindaci di luoghi in cui si erano registrati.

Chi ha una memoria ancora migliore potrebbe perfino ricordare l’entusiasmo suscitato da app di realtà aumentata come Layar, che permetteva alle persone di vedere i nomi degli esercizi commerciali e dei luoghi di interesse sovrapposti virtualmente sugli schermi del telefono. Nessuna di queste innovazioni ha avuto però un briciolo dell’impatto ottenuto da Pokémon Go nel giro di pochissime settimane. Se il gioco in sé potrebbe essere solo una moda passeggera (anche se piuttosto importante), potrebbe favorire la nascita di app più utili che consentono ai viaggiatori di interagire.

Pokémon Go ha dimostrato l’esistenza di un mercato per le app di realtà aumentata

Un esempio potrebbe essere quello dell’assistente di viaggio virtuale. Potrebbe utilizzare la vostra localizzazione, il vostro calendario e sovrapposizioni di realtà aumentata per guidarvi in una città da una riunione all’altra, assicurandosi che arriviate nel posto giusto al momento giusto e con le informazioni di cui avete bisogno per essere produttivi. Tutto questo potrebbe apparire su uno schermo utilizzando molti degli strumenti sui quali si basa Pokémon Go. Anche i social network potrebbero essere potenziati per consentire ai viaggiatori di vedere quello che si dice sui luoghi che stanno visitando inquadrandoli con il telefono. Potrebbero aprirsi nuove opportunità di fare rete o condividere informazioni mentre si è in viaggio.

Occorre fare qualche precisazione. Sono stati già fatti molti tentativi per lanciare questa innovazione. Google Glass è il più illustre tra i tentativi falliti di rivoluzionare il modo in cui le persone interagiscono con il mondo che le circonda. Tuttavia, Pokémon Go ha dimostrato l’esistenza di un mercato per le app di realtà aumentata, anche se sembra che per raggiungere il successo abbia dovuto eliminare tutti gli aspetti più utili della realtà aumentata e limitarsi a giocarci. Comunque vadano le cose, a quanto pare in futuro quelli di noi che cammineranno con lo sguardo fisso sul telefono saranno ancora più numerosi.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo di J.J.C. è apparso nel blog Gulliver del settimanale britannico The Economist.

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