Volevo essere Sid Vicious
Gavin Turk
Who what when where how & why, Newport street gallery, Londra, fino al 17 marzo 2017
Questa mostra rappresenta, almeno sulla carta, l’ultimo atto di un movimento di cui si è parlato molto. Gavin Turk è diventato famoso nel 1997 con il fenomeno della Young british art, nell’era segnata da Sensation, la mostra-rivelazione voluta da Charles Saatchi alla Royal academy. Si presentò al pubblico con una statua di cera a grandezza naturale del bassista dei Sex Pistols, Sid Vicious, travestito da pistolero. La retrospettiva, curata dal collega Damien Hirst con la collaborazione dello stesso Turk, è allestita nella galleria di Hirst con opere della sua collezione privata. Tra i pezzi forti, l’originale della scultura di Vicious. È difficile decidere se essere morbosamente curiosi all’idea di fare un viaggio in un recente passato ormai esaurito o se procedere nella direzione opposta e lasciarsi tutto alle spalle. Alla base dell’opera di Turk c’è la convinzione che l’artista, dal rinascimento in poi, è diventato soggetto e merce della propria arte e dell’arte altrui. Attraversando gli spazi della Newport, troviamo quadri astratti nello stile di Jackson Pollock e fotografie di Turk che interpreta Pollock al lavoro nei famosi scatti di Hans Namuth. Una stanza è interamente tappezzata di carta da parati in stile Warhol con il motivo ripetuto della bocca di Marilyn Monroe sostituita dalle labbra beffarde di Turk. L’intera retrospettiva è dunque una contorta storia dell’arte del secondo dopoguerra in cui Turk interpreta tutti i ruoli. The Telegraph
Jimmie Durham
At the center of the world, Hammer museum, Los Angeles, dal 29 gennaio 2017
Infinitamente curioso, Durham attinge le più disparate suggestioni, dalla storia (eventi e personaggi) all’architettura classica; dalla fisica quantistica alla letteratura, rimanendo in bilico tra arte e attivismo. Usa legno, pietra, resti animali, manufatti in assemblaggi scultorei che raccontano storie economiche, diversità geografiche e identità culturali. La retrospettiva, una rassegna cronologica dell’opera di Durham, si sposterà al Whitney museum di New York. e-flux
Houselfie
Madd, Bordeaux, fino al 29 gennaio 2017
L’architettura di una casa è compiuta quando contiene e rivela le linee segrete degli oggetti domestici, come uno scrigno pieno di tesori. Allo stesso modo la potenza del design si manifesta nella sua capacità di rivelare la materia e le mura che abita. Osservando le due meravigliose case di Bordeaux, dove si scontrano tradizioni architettoniche opposte – la Maison à Bordeaux di Koolhaas del 1990 e l’Hôtel de Lalande del diciottesimo secolo, che oggi ospita il Madd – si capiscono le affinità tra architettura e design, tra il fuori e il dentro, tra la bellezza dello spazio e la funzionalità dell’oggetto. La mostra Houselfie colloca con eleganza trecento pezzi di designer contemporanei in un ambiente ultraclassico, sovrapponendo stili e materiali. Gli oggetti contemporanei decontestualizzati ed esposti tra mobili e arredi antichi vibrano di una luce particolare e davvero inedita. Les Inrockuptibles