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In aereo scegliete il vino rosso e lasciate perdere lo champagne

Getty Images

Esiste un genere d’informazioni che potrebbero essere chiamate “cose poco note che tutti sanno”: quelle piccole perle con le quali speri di stupire i tuoi amici a una cena, ma che ottengono solo sguardi sprezzanti. Nei casinò non ci sono finestre né orologi. La canzone Ironic di Alanis Morissette non contiene alcun esempio d’ironia. Le calorie che il corpo brucia digerendo sedano sono più di quelle contenute nel sedano stesso (l’ultima di queste affermazione, come sanno tutti, è in realtà falsa).

E poi c’è la storia dei bloody Mary in aereo. Vi siete mai chiesti perché l’unico momento nel quale alle persone piace l’idea d’ingollare vodka, succo di pomodoro e salsa Worcester è quando si trovano bloccate nel sedile di un aereo? In pochi sanno (anche se lo sanno tutti) che la sensibilità delle nostre papille gustative viene smorzata dalla bassa pressione e dall’umidità della cabina, oltre che dal rumore bianco dei motori.

Questo è particolarmente vero per i sapori dolci e salati. I sapori chiamati umami, tuttavia, continuano a essere percepiti chiaramente. Il succo di pomodoro è ricco di sapori umami. La salsa Worcester è stata definita da uno chef una “strapotenza dell’umami”. Per questo un bloody Mary diventa improvvisamente più appetibile a trentamila piedi d’altezza (e quindi chi utilizza il tabasco al posto della salsa Worcester si fa solo illusioni).

Bevute competitive
Questo ha spinto le compagnie aeree a pensare più attentamente a quali drink servire. Molte si sono già premunite, facendo scorta di succo di pomodoro. La Lufthansa ne acquista circa 1,8 milioni litri all’anno, buona parte dei quali sono consumati da passeggeri della classe economica. Ma per i vettori che desiderano attirare passeggeri nelle classi superiori selezionare i drink d’altitudine è diventato una fonte di vantaggi competitivi.

Il 22 febbraio la Cathay Pacific ha lanciato la sua birra artigianale per i passeggeri di prima e business che volano tra Londra e Hong Kong, in quella che appare una scelta calcolata. La quantità di luppolo è stata abbassata per rendere il sapore meno amaro, mentre sono stati aggiunti frutta e miele come dolcificanti. Questo renderebbe dolciastra la birra se fossimo a terra (purtroppo Gulliver deve ancora provarla), ma più gradevole in una cabina pressurizzata rispetto al sapore ordinario.

Il mio consiglio per chi vola è sempre stato di scegliere i vini più corposi, maturi e più espressivi, a bassa acidità

Le compagnie aeree si preoccupano anche del tipo di vino da servire. Will Lyons, un giornalista specializzato in bevande alcoliche, ha scritto in una guida del Wall Street Journal che “i vini hanno un sapore molto diverso ad alta quota. La combinazione di altitudine e bassa umidità tende ad accentuare l’alcool e l’acidità di un vino”. Non solo, prosegue, “il clima secco in cabina rende più pronunciati i tannini, i composti di sapore amaro che si trovano nel vino rosso”.

Per questo i vini più stagionati tendono ad avere un sapore migliore di quelli più giovani, essendo più morbidi e poiché i sapori da bacca rossa sono preferibili rispetto a quelli d’agrume. “Il mio consiglio per chi vola è sempre stato di scegliere i vini più corposi, maturi e più espressivi, a bassa acidità. Per esempio merlot, pinotage o shiraz tra i rossi o chardonnay, semillon e viognier tra i bianchi”, scrive.

Bollicine acide ad alta quota
A chi si ritrova nella parte posteriore dell’aereo è invece consigliato un altro approccio. Ci sono molte guide su come comporre il proprio cocktail in volo utilizzando gli ingredienti presenti nel carrello degli assistenti di volo. Alcuni richiedono un lavoro preparatorio fatto a casa. Per fare un old-fashioned, per esempio, un sito suggerisce di portare nel bagaglio a mano delle essenze d’angostura in una pipetta, insieme a fettine d’arancia, cubetti di zucchero e un bastoncino da cocktail. Una volta a bordo occorre ordinare una bottiglia di bourbon in miniatura e due bicchieri di plastica, uno dei quali pieno di ghiaccio.

A dire il vero, tutto ciò suona un po’ senza senso. Per quanti devono assolutamente fingere di fare la bella vita, anche quando hanno le ginocchia che gli toccano il mento in un sedile di classe economica, tanto vale ordinare dello champagne. Peccato però che la bevande più amata del jet-set sia anche una di quelle che in volo ha il sapore peggiore. Le bollicine non rendono bene ad alta quota perché troppo acide per avere un buon sapore. Alanis Morissette troverebbe la cosa ironica.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul blog Gulliver del settimanale britannico The Economist.

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