Questa mucca è una macchina
Marcel Broodthaers
Kunstsammlung NRW, Düsseldorf, fino all’11 giugno
Farm animals è una griglia didattica che illustra quindici diverse razze bovine. I nomi stampati sotto ogni esemplare, però, sono di marchi automobilistici: Maserati, Chevrolet, Cadillac. Questo è lo spirito laconico del poeta e artista concettuale belga Marcel Broodthaers (1924-1976). L’autorità sobria della spiegazione scientifica si presta a ospitare la sciocchezza più grande e dimostra che la definizione non attribuisce a niente un significato superiore rispetto alla sua stessa funzione. Broodthaers era affascinato dal modo in cui il suo amico Magritte usava le parole per contraddire l’immagine, e faceva lo stesso per mettere significati visivi e linguistici gli uni contro gli altri: ogni collegamento tra le cose, le loro immagini e i rispettivi nomi è arbitrario come l’atto artistico. La vasta retrospettiva di Düsseldorf è una festa, come tutte le opere di questo artista nate intorno al 1968 tra Bruxelles e Anversa. Proprio come Magritte, Broodthaers lavorò tutta la vita sulla corrispondenza tra immagini e parole. Nel 1969 pubblicò con Gallimard la raccolta di Stéphane Mallarmé Un coup de dés jamais n’abolira le hasard, cancellandone i versi con delle strisce nere dipinte. In Théorie des figures del 1972 gli occhi seguono associazioni di immagini continue che arrivano ad annullarsi. Le tautologie visive sono alla base della ricerca artistica di Broodthaers, come il labile rapporto che c’è tra parole e mondo reale. Frankfurter Allgemeine Zeitung
Grand Hotel Banksy
banksy.co.uk/rooms.html
L’artista britannico Banksy gestisce già un negozio di souvenir a Betlemme, ma il suo Walled off Hotel nei Territori occupati è un progetto molto più ambizioso: è un albergo con nove camere e una suite da cui si gode “la peggiore vista del mondo”. L’hotel a cinque stelle si trova sulla Caritas street, vicino a un posto di blocco israeliano, a due passi dal campo profughi palestinese di Aida. In ogni stanza c’è un’opera. Tutti gli impiegati, compreso il direttore, sono palestinesi del distretto di Betlemme e per quanto si sa i ricavi non saranno usati per finanziare movimenti o la lotta contro l’occupazione israeliana. La cauzione da depositare per eventuali danni è di mille dollari. Hyperallergic
Sono un tuo fan
Michelangelo & Sebastiano, National gallery, Londra, fino al 25 giugno
Nel settembre 1520 Sebastiano del Piombo scriveva a Michelangelo: “Vorrei vederti diventare imperatore del mondo. Mi sembra che te lo meriti”. Se Sebastiano, un trentenne veneziano, era tra i pittori più stimati del suo tempo, Michelangelo, dieci anni più vecchio, era il più grande artista italiano, forse mondiale. Dal 1522, per un decennio, i due artisti furono protagonisti di un doppio atto creativo che non ha precedenti nella storia dell’arte. La loro collaborazione produsse una serie di dipinti in cui le competenze e le identità separate si fondevano. Le tele sono al centro di una grande mostra alla National gallery, dove è esposta anche parte del loro epistolario. The Telegraph