Cosa succede intanto nel mondo
Cina
Il 21 maggio Zhang Yesui, portavoce dell’assemblea nazionale popolare, il parlamento cinese, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge sulla sicurezza nazionale che sarà applicata a Hong Kong. La legge punisce “il tradimento, la secessione, la sedizione e la sovversione”. I leader del movimento per la democrazia a Hong Kong hanno definito la legge “uno dei peggiori attacchi all’autonomia del territorio” e hanno annunciato manifestazioni di protesta.
Stati Uniti
Il presidente Donald Trump ha annunciato il 21 maggio il ritiro degli Stati Uniti dal trattato sui cieli aperti (Open skies), accusando la Russia di averlo violato. Il trattato, firmato da 34 paesi, promuove la trasparenza nelle attività militari dei paesi membri, attraverso il principio dell’osservazione aerea reciproca. La Nato ha indetto una riunione urgente per discutere del ritiro statunitense, mentre il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas ha invitato Washington a ripensarci.
Venezuela
Il 21 maggio il ministro della difesa Vladimir Padrino López ha annunciato che le cinque petroliere iraniane in arrivo nel paese saranno scortate da navi e aerei delle forze armate venezuelane. Il 17 maggio il ministro degli esteri iraniano Mohammad Zarif aveva scritto una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres per avvertirlo delle conseguenze di un eventuale intervento della marina statunitense per fermare le petroliere. Il Venezuela ha enormi riserve di petrolio, ma la produzione è in caduta libera a causa della crisi economica e delle sanzioni statunitensi.
Giordania-Israele
Il 21 maggio il primo ministro giordano Omar Razzaz ha minacciato di rivedere le relazioni con Israele se il nuovo governo di Benjamin Netanyahu porterà avanti l’annessione degli insediamenti in Cisgiordania e della valle del Giordano, come previsto dal piano del presidente statunitense Donald Trump. Il 19 maggio il presidente palestinese Abu Mazen aveva annunciato il ritiro dagli accordi firmati con Israele e con gli Stati Uniti, compresi quelli di Oslo del 1993.
Burundi
Secondo i risultati parziali delle elezioni presidenziali del 20 maggio, basati sugli scrutini nel 12 per cento dei 119 comuni del paese, il generale Évariste Ndayishimiye, designato dal presidente uscente Pierre Nkurunziza, è in netto vantaggio sul leader dell’opposizione Agathon Rwasa. Nel comune di Kabezi, considerato un feudo di Rwasa, Ndayishimiye ha ottenuto il 73,9 per cento dei voti. Rwasa ha denunciato gravi irregolarità.
India-Bangladesh
Il bilancio del passaggio del ciclone Amphan sullo stato indiano del Bengala Occidentale e sul Bangladesh è salito a 95 vittime. Centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza casa. Il ciclone, con venti fino a 240 chilometri all’ora, è stato il più forte nel golfo del Bengala dal 1999. Ma quando ha raggiunto la terraferma i venti erano scesi a 165 chilometri all’ora.