Cosa succede intanto nel mondo
Polonia
Il capo di stato uscente Andrzej Duda, del partito conservatore Diritto e giustizia (Pis), è stato rieletto nel secondo turno delle presidenziali del 12 luglio. Duda ha ottenuto il 51,2 per cento dei voti, contro il 48,8 per cento del sindaco liberale di Varsavia Rafał Trzaskowski, esponente del partito centrista Piattaforma civica (Po). Il tasso di partecipazione è stato del 67,9 per cento.
Bulgaria
Il 12 luglio, per il quarto giorno consecutivo, migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni a Sofia e in altre città del paese per chiedere le dimissioni del primo ministro conservatore Bojko Borisov, accusato di corruzione e di legami con gruppi criminali. L’11 luglio anche il presidente Rumen Radev, sostenuto dai socialisti, aveva chiesto a Borisov di dimettersi. Le proteste sono cominciate dopo una perquisizione della polizia nella sede della presidenza, considerata un attacco a Radev.
Azerbaigian-Armenia
Il 12 luglio due soldati azeri sono morti e cinque sono rimasti feriti in uno scontro alla frontiera tra i due paesi. L’esercito armeno non avrebbe subìto perdite. Le violenze sono scoppiate nella provincia di Tavowš, nel nordest dell’Armenia. Baku ed Erevan sono in conflitto da circa trent’anni per il controllo della regione separatista del Nagorno-Karabakh.
Cina
Più di seicentomila abitanti di Hong Kong hanno partecipato l’11 e il 12 luglio alle primarie organizzate dal movimento per la democrazia per designare i candidati alle elezioni per il consiglio legislativo, previste il 6 settembre. Alla vigilia del voto Pechino ha avvertito che gli organizzatori e i partecipanti potrebbero essere puniti in base alla nuova legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore il 30 giugno.
Mali
Undici persone sono morte tra il 10 e il 12 luglio nelle violenze scoppiate nella capitale Bamako durante le proteste per chiedere le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keïta. L’imam Mahmoud Dicko, considerato il leader della contestazione, ha invitato i suoi sostenitori alla calma. L’11 luglio Keïta ha annunciato lo scioglimento della corte costituzionale, accusata dai dimostranti di aver invalidato in alcune circoscrizioni i risultati delle legislative del 29 marzo e del 19 aprile.
Sudan
L’11 luglio il ministro della giustizia Nasreddin Abdelbari ha autorizzato il consumo di alcol per chi non è musulmano. Il divieto, ancora in vigore per i musulmani, era stato introdotto nel 1983 e prevedeva anche la pena di morte. Il 10 luglio il consiglio sovrano ha invece vietato la pratica dell’escissione della clitoride, un tipo di mutilazione genitale femminile.