Tutti i legami pericolosi di Donald Trump
Il 21 agosto Steve Bannon, ex consigliere politico di Donald Trump, è stato arrestato a New York con l’accusa di truffa e riciclaggio di denaro. La procura federale di Manhattan sostiene che Bannon si sarebbe appropriato di centinaia di migliaia di dollari della campagna online di raccolta fondi We build the wall, creata per contribuire alla costruzione di un muro alla frontiera con il Messico, un progetto chiave dell’amministrazione Trump. Avrebbe poi usato quei soldi per coprire spese personali che non avevano a che fare con il progetto. In questo modo Bannon avrebbe intascato circa un milione di dollari. Trump si è affrettato a dire che da molto tempo non ha rapporti con Bannon (la cui uscita di scena dalla Casa Bianca risale al 2017) e di non avere nulla a che fare con la vicenda.
In ogni caso non è la prima volta che un ex collaboratore di Trump viene arrestato. In quasi tutti i casi si tratta di persone che in passato sono state molto vicine – sia politicamente sia personalmente – al presidente, e quasi sempre le accuse contro di loro riguardano fatti legati alle attività del suo comitato elettorale e della sua amministrazione.
Michael Cohen
Per più di dieci anni è stato l’avvocato personale di Trump e il suo tuttofare. Nel 2018 si è dichiarato colpevole per tre capi d’accusa: aver commesso frode fiscale; aver violato le leggi sui finanziamenti elettorali versando dei soldi a due donne che dicevano di aver avuto relazioni con Trump, in cambio del loro silenzio; aver mentito al congresso nell’ambito dell’inchiesta sui presunti rapporti tra il comitato elettorale repubblicano e il governo russo durante la campagna elettorale del 2016. Il presidente ha negato tutte le accuse e ha preso le distanze dal suo ex avvocato.
Cohen è stato condannato a tre anni di carcere. Dopo aver scontato qualche mese in una prigione federale nello stato di New York, a maggio è stato rilasciato per via dei timori sulla diffusione del covid-19 negli istituti penitenziari statunitensi e messo agli arresti domiciliari. A luglio è tornato in carcere per aver violato le condizioni di detenzione. Pochi giorni fa sono uscite alcune anticipazioni del suo libro, che sarà pubblicato a settembre, sui suoi rapporti con Trump. Cohen paragona Trump a un boss della mafia e lo accusa di aver evaso le tasse, di aver fatto affari con politici sovietici corrotti e di aver messo a tacere molte donne con cui aveva avuto delle relazioni.
Paul Manafort
Avvocato, lobbista e consulente politico, nel marzo del 2016 Manafort entrò nello staff della campagna presidenziale di Trump. A giugno fu messo a capo delle operazioni, ma solo due mesi dopo si dimise dall’incarico quando si venne a sapere dei suoi rapporti con l’ex presidente ucraino Viktor Janukovyč e dei suoi legami con funzionari russi. Nel periodo in cui fu responsabile della campagna partecipò a un incontro, insieme al genero di Trump Jared Kushner, con un’avvocata russa che si era offerta di fornire informazioni che potevano danneggiare la candidata democratica Hillary Clinton.
A settembre del 2018 Manafort si dichiarò colpevole di alcuni reati, tutti commessi prima di entrare nella cerchia di Trump: riciclaggio di denaro, frode fiscale e bancaria e anche per aver fatto attività di lobbying per un governo straniero durante gli anni in cui collaborava con il governo ucraino. Accettò di collaborare alle indagini di Robert Mueller, il procuratore speciale che stava indagando sui rapporti tra il comitato elettorale di Trump e il governo russo, ma in seguito fu accusato da Mueller di aver mentito, violando l’accordo per il patteggiamento. A marzo del 2019 fu condannato a 47 mesi di prigione. A marzo di quest’anno è stato messo agli arresti domiciliari per via dell’epidemia di covid-19. Trump ha sempre preso le distanze da Manafort.
Rick Gates
Collaboratore di vecchia data di Manafort, è stato vicedirettore della campagna elettorale di Trump nel 2016 e, dopo le elezioni, ha collaborato con il comitato per l’insediamento del presidente. È stato estromesso dall’amministrazione quando è venuto alla luce il suo coinvolgimento nelle operazioni passate di Manafort. Anche lui è stato accusato di crimini finanziari e cospirazione. Ha accettato di collaborare con Mueller ed è stato condannato a 45 giorni di carcere e tra anni con la libertà vigilata.
Michael Flynn
È stato consulente politico durante la campagna elettorale del 2016 e poi il primo consigliere per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump. Nel 2017 fu arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti con il governo russo. Secondo gli investigatori aveva mentito sui suoi rapporti con l’ambasciatore russo prima che Trump entrasse alla Casa Bianca. Si è dichiarato colpevole e poi ha ritrattato, la sentenza non è ancora stata emessa.
Roger Stone
Amico di vecchia data di Trump, è stato condannato a 40 mesi di carcere per diversi reati, tra cui intralcio alla giustizia, falsa testimonianza al congresso nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti con la Russia e per aver intimidito dei testimoni. Anche se non aveva un ruolo formale nel comitato elettorale repubblicano durante la campagna elettorale del 2016, è sempre stato una delle persone più ascoltate dal candidato. A differenza di altri ex collaboratori, non ha accettato di collaborare alle inchieste ed è rimasto fedele a Trump. A luglio il presidente lo ha ricompensato: pochi giorni prima che Stone entrasse in carcere, ha commutato la sua pena.
Poi ci sono altre figure di secondo piano: George Papadopoulos, ex collaboratore del comitato elettorale repubblicano, che si è fatto 12 giorni di prigione per aver mentito agli investigatori sui suoi rapporti con funzionari russi nel 2016; George Nader, ex consigliere per la politica estera condannato a 10 anni di carcere per traffico di minori per fini sessuali; due dipendenti di Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York e tra i principali sostenitori di Trump, sono stati incriminati nell’ambito dell’inchiesta sui tentativi dell’amministrazione Trump di fare pressioni sul governo ucraino per aprire un’indagine sul candidato democratico Joe Biden (la vicenda che ha portato all’impeachment di Trump); secondo alcune fonti anche Giuliani sarebbe sotto indagine. Infine Chris Collins, il primo parlamentare ad appoggiare Trump nel 2016, è stato condannato a 26 mesi di carcere dopo essersi dichiarato colpevole in un caso di insider trading.