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I visoni abbattuti in Danimarca e le altre notizie sul virus
5novembre 2020
In Danimarca, la prima ministra Matte Frederiksen ha ordinato l’abbattimento di più di 15 milioni di visoni a causa della diffusione del covid-19 negli allevamenti del paese. I primi casi di contagi tra gli animali sono stati registrati a giugno nel nord. Secondo le autorità sanitarie, dodici persone sono state contagiate dai visoni e hanno sviluppato una mutazione del virus che mostra una debole reazione agli anticorpi. Il capo del Danish serum institute, Kare Molbak, ha affermato durante la conferenza stampa che questo potrebbe ostacolare l’efficacia dei futuri vaccini per l’uomo. Anche in Italia, dove dal 6 novembre entra in vigore il nuovo dpcm per contenere i contagi, la Lega anti vivisezione (Lav) ha chiesto al presidente del consiglio Giuseppe Conte, al ministro della salute e al comitato tecnico scientifico di svolgere test diagnostici sui visoni negli otto allevamenti italiani. Dagli inizi della pandemia è la terza volta che la Lav chiede al governo di intervenire per chiudere gli allevamenti di visoni, considerati serbatoi del covid-19, come hanno fatto i Paesi Bassi e la Francia.
L’Africa si è dimostrata finora più resiliente di quanto si credeva di fronte alla pandemia di covid-19, scrive Le Temps. I timori di una forte mortalità finora sono stati sconfessati, hanno osservato il 2 novembre alcuni esperti riuniti online durante un seminario delle organizzazioni sanitarie internazionali Drugs for neglected diseases initiative (Dndi) e Covid-19 clinical research coalition. “Tuttavia non bisogna cedere all’autoesaltazione: non siamo ancora fuori pericolo, il virus può tornare rapidamente, anche visto quello che succede con la seconda ondata in Europa”, ha messo in guardia il virologo camerunese John Nkengasong, direttore dei Centri africani di controllo e prevenzione delle malattie (Africa Cdc). Secondo i dati dell’istituto il 2 novembre in Africa erano registrati ufficialmente 1,7 milioni di casi, in gran parte finiti con la guarigione, e con circa 43mila decessi, di cui ventimila in Sudafrica, il paese più colpito. Dopo il picco di luglio, con 18mila casi al giorno, la curva è scesa prima di risalire a ottobre con circa novemila casi al giorno. Rispetto al resto del mondo il tasso di mortalità sembra piuttosto basso, con il 2,4 per cento di decessi tra le persone contagiate. La giovane età della popolazione, che in media ha 19 anni, può spiegare in parte questi numeri, ma Borna Nyaoke-Anoke, che guida il Dndi in Kenya, avverte che il virus sta arrivando anche nelle zone rurali, dove vivono più persone anziane rispetto ai centri urbani, e dove sono ancora diffuse la malaria e la malnutrizione.
A causa della pandemia, l’Indonesia è ufficialmente entrata nella sua prima recessione dal 1998. La Statistics Indonesia (Bps) ha annunciato il 5 novembre che la più grande economia del sudest asiatico è diminuita del 3,4 per cento nel terzo trimestre. Secondo le autorità indonesiane, 3,5 milioni di persone potrebbero perdere il lavoro a causa della recessione. Un paese entra in recessione quando registra una crescita negativa per due trimestri consecutivi e l’Indonesia nel secondo trimestre ha registrato una contrazione del 5,32 per cento. L’allentamento delle restrizioni ha permesso alle attività di ripartire gradualmente nel terzo trimestre, ma con il rapido aumento dei contagi non sono riusciti a raggiungere i livelli precedenti alla diffusione del covid-19. Il governo indonesiano ha stanziato un pacchetto di stimoli di 47 miliardi di dollari per rilanciare l’economia.
Il governo cinese ha annunciato regole ancora più restrittive per chi entra nel paese per prevenire una nuova ondata di contagi in Cina. Secondo le dichiarazioni pubblicate dall’ambasciata cinese negli Stati Uniti, Australia, Francia, Germania e altri paesi europei, i visitatori dovranno presentare non solo un test dell’acido nucleico per il covid-19, ma anche un test per gli anticorpi prima di imbarcarsi su un volo per la Cina. Entrambi i test dovranno essere eseguiti meno di 48 ore prima del volo e approvati dall’ambasciata o dal consolato cinese. Le nuove regole saranno valide anche per i residenti stranieri e i cittadini cinesi che rientrano in Cina. La Camera di commercio dell’Unione europea in Cina ha criticato le nuove imposizioni del governo cinese, giudicandole “un divieto di fatto per chi cerca di tornare alla propria vita”. Inoltre, il governo cinese ha temporaneamente vietato l’ingresso a chi proviene da Regno Unito, Belgio e Filippine per impedire la diffusione dei contagi nel paese.
Il primo ministro di New Delhi, Arvind Kejriwal, ha annunciato il 4 novembre che la capitale indiana sta affrontando una terza ondata di contagi. Nella stessa giornata, 6.725 nuovi casi positivi hanno portato il totale dei casi nella città a 403mila. Secondo i dati del dipartimento della salute di Delhi, 48 decessi hanno spinto il bilancio delle vittime a 6.652 nella capitale. Alcuni ospedali pubblici e privati di New Delhi hanno dichiarato di aver quasi terminato i posti letto in terapia intensiva. Per questo motivo, il ministero della salute indiano ha dichiarato che saranno forniti alla capitale ventilatori aggiuntivi per il trattamento dei pazienti malati di covid-19.
Il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha annunciato il 4 novembre nuove misure per cercare di contenere i contagi. A causa dell’allentamento delle misure a fine settembre, il paese ha registrato un forte aumento del numero dei casi nel mese di ottobre: più di 15 mila nuovi casi positivi e circa 300 morti. Tra le nuove misure, il governo ha sospeso le riunioni politiche per due mesi e ha imposto la chiusura di bar e ristoranti entro le 21. Inoltre, ha anticipato il coprifuoco nazionale alle 22 e prolungato la sua durata fino al 3 gennaio. I 1.494 nuovi casi positivi registrati il 4 novembre hanno portato il totale nel paese a 58.587 con 38.381 ricoveri in ospedale. Secondo i dati riportati dal presidente del consiglio delle contee, Wycliffe Oparanya, dodici delle 47 contee del paese non hanno raggiunto la capacità minima di 300 posti letto per accogliere pazienti malati di covid-19. Mentre in undici contee ci sono meno di cinque posti letto liberi nei reparti di terapia intensiva.
In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha riunito il 4 novembre un consiglio di difesa per discutere di nuove possibili restrizioni dopo alcune polemiche riguardo alle misure di contenimento dei contagi in continua crescita. Macron ha ricordato la “gravità della situazione nei reparti di rianimazione sempre più pieni, dato che i ricoveri hanno una frequenza di due al minuto in tutta la Francia”, scrive Le Monde, aggiungendo che il portavoce del governo, Gabriel Attal, ha fatto appello alla responsabilità e all’attenzione assoluta di tutti, senza però specificare se sarà imposto il lockdown o il coprifuoco a Parigi o nell’Île-de-France. Le nuove misure saranno annunciate il 5 novembre. Il 4 novembre le persone in rianimazione erano 4.080, contro 3.869 del giorno precedente, a fronte di una disponibilità di 6.400 posti letto attualmente disponibili anche per altre patologie. Nell’Île-de-France è intanto cominciato l’uso di test antigenici rapidi per cercare di alleggerire il lavoro dei laboratori impegnati a esaminare i tamponi molecolari. Nel sud del paese, intanto, proseguono le proteste dei commercianti contro la chiusura delle attività definite non essenziali. Il tribunale amministrativo di Montpellier ha sospeso le ordinanze di alcuni sindaci, come a Perpignan, Carcassonne e Bézier, che avevano autorizzato la riapertura di queste attività. Lo stesso ha fatto il tribunale amministrativo di Strasburgo per alcuni comuni settentrionali.
Su molte superfici si rileva la presenza di tracce di sars-cov-2, ma solo in piccole quantità. Tasti del bancomat, maniglie delle porte dei negozi e altre superfici toccate spesso in una città degli Stati Uniti hanno rivelato che l’8 per cento dei campioni era positivo al nuovo coronavirus, ma il materiale genetico era presente in piccole quantità, con un basso rischio di contaminazione, spiega Nature. L’équipe di ricerca di Amy Pickering, della Tufts University di Medford, in Massachusetts, ha ripetutamente prelevato campioni da 33 superfici in diversi luoghi pubblici di Somerville, una cittadina del Massachusetts di 75mila abitanti. I manici di un bidone della spazzatura e un negozio di alcolici erano i posti dove più spesso sono state individuate tracce dell’rna virale. Tutti i campioni hanno rivelato solo una contaminazione “di basso livello”, che rende poco probabile il contagio di una persona a partire dalle superfici toccate. L’équipe ha scoperto che la percentuale di campioni positivi in una zona della città ha raggiunto il picco più o meno sette giorni prima di un picco dei casi di covid-19 nello stesso posto. Il campionamento di superfici molto toccate potrebbe quindi fornire indicazioni su un’ondata d’infezioni in arrivo, scrivono i ricercatori.