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Quanto funzioneranno i vaccini?

Andriy Onufriyenko, Getty Images

Anche i miracoli hanno dei limiti. I vaccini contro il covid-19 sono arrivati prima e hanno funzionato meglio di quanto molte persone osassero sperare. Senza di loro la pandemia minacciava di uccidere più di 150 milioni di persone. Tuttavia, mentre il mondo comincia a vaccinarsi, è diventato chiaro che sperare che i vaccini cancellino il covid-19 è un errore. La malattia circolerà infatti per anni, e sembra probabile che diventerà endemica. Quando il covid-19 ha cominciato a colpire i governi sono stati presi alla sprovvista. Adesso devono pensare al futuro.

Definire la vaccinazione un miracolo non è un’esagerazione. Poco più di un anno dopo la prima individuazione del virus, il personale sanitario ha già somministrato 148 milioni di dosi. In Israele, il primo paese al mondo per numero d’inoculazioni, i ricoveri delle persone di meno di sessant’anni, che non sono state vaccinate, sono più alti che mai.

Al contrario tra chi ha più di 60 anni, in maggioranza già vaccinato, i ricoveri sono già quasi il 40 per cento in meno rispetto al loro picco di metà gennaio, e caleranno ulteriormente. Nonostante i vaccini non possano prevenire tutti i casi leggeri e asintomatici di covid-19, sembrano perlopiù evitare ai pazienti la morte e le infezioni più severe – quelle che impongono un ricovero ospedaliero – ed è quello che conta. I primi dati suggeriscono che alcuni vaccini evitano anche il diffondersi del virus. Questo rallenterebbe di molto la pandemia, rendendo così possibile un alleggerimento delle misure di confinamento senza provocare un aumento dei casi che sovraccaricherebbe i reparti di terapia intensiva. Queste scoperte, e molte altre ancora, si consolideranno nei prossimi mesi con l’emergere di un maggior numero di dati.

Compito titanico
Tuttavia, nonostante tutte queste buone notizie, il covid-19 non ha smesso di fare sentire i suoi effetti sull’umanità. Il virus continuerà a circolare diffusamente. Risulta sempre più chiaro che troverà un domicilio permanente negli esseri umani. La cosa ha profonde implicazioni per il modo in cui i governi dovranno rispondere.

Uno dei motivi per i quali il covid-19 rimarrà tra noi è che produrre e distribuire un numero di vaccini sufficiente a coprire i 7,8 miliardi di abitanti del pianeta è un compito titanico. Perfino il Regno Unito, che sta vaccinando la sua popolazione a un ritmo più rapido di qualunque altro paese industrializzato, non avrà finito di immunizzare chi ha più di 50 anni prima di maggio. A complicare la situazione, l’efficacia del vaccino potrebbe calare, rendendo necessari dei richiami. Al di fuori degli stati più ricchi, l’85 per cento dei paesi deve ancora cominciare le campagne di vaccinazione, e finché i loro miliardi di abitanti non avranno sentito la puntura di un ago, cosa che potrebbe non avvenire prima del 2023, rimarranno carburante per il virus.

Un altro motivo della persistenza del covid-19 è che, nonostante i vaccini rendano il sars-cov-2 meno infettivo e proteggano le persone dalla morte, nuove varianti virali stanno mettendo alla prova la loro efficacia. Intanto perché le varianti che emergono sono più contagiose: tra il 25 e il 40 per cento in più nel caso della variante b.1.1.7. scoperta la prima volta nel Regno Unito. Le infezioni sono governate dalla vertiginosa matematica della crescita esponenziale, e quindi i casi e i decessi si accumulano rapidamente anche se la variante non è più letale. Per ottenere un determinato livello di soppressione del virus, serve un distanziamento sociale più rigido.

I governi devono cominciare a fare piani considerando il covid-19 come una malattia endemica

Inoltre le nuove varianti potrebbero resistere ai vaccini esistenti. Quelle trovate in Brasile e in Sudafrica potrebbero anche sconfiggere l’immunità acquisita da una precedente infezione da covid-19. La speranza è che simili casi saranno più leggeri, perché il sistema immunitario si sarà rafforzato dopo il primo incontro con la malattia. Ma se anche fosse vero, il virus continuerà a circolare, trovando persone non protette e – dal momento che è così che agiscono i virus - produrrà nuovi ceppi, alcuni dei quali saranno più efficaci nello scardinare le difese che le società hanno eretto contro di loro.

Il terzo motivo per cui il sars-cov-2 persisterà è che molte persone decideranno di rimanere un bersaglio, rifiutando di vaccinarsi. In tutto, dieci milioni di cittadini britannici sono vulnerabili alla malattia, a causa delle loro età o di malattie preesistenti. Alcuni modelli di previsione suggeriscono che, se solo il 10 per cento di loro si rifiutasse di farsi vaccinare e se il distanziamento sociale fosse abbandonato quando il virus è ancora in grado di circolare ad alti livelli, ci sarebbe una terribile impennata d’infezioni e decessi.

Pressione crescente
In realtà la proporzione della popolazione totale che rimarrà non vaccinata sarà probabilmente molto più alta di quanto emerge in quel modello. I vaccini non sono ancora autorizzati per i bambini. Le minoranze di molti paesi, più vulnerabili alle infezioni, tendono a fidarsi meno del governo e del sistema medico. Perfino all’interno del personale sanitario, fino a metà delle persone si rifiuta di vaccinarsi, pur avendo toccato con mano le devastazioni del covid-19.

Con le nuove varianti, circa l’80 per cento della popolazione generale deve essere immune affinché, in media, una persona infettata trasmetta la malattia a meno di un contatto, ovvero il livello a cui l’epidemia diminuisce. Non sarà un’impresa facile.

Per tutte queste ragioni i governi devono iniziare a fare piani considerando il covid-19 come una malattia endemica. Oggi la trattano come un’emergenza passeggera. Per vedere come questi approcci possano variare, prendiamo l’esempio della Nuova Zelanda, che ha cercato di liberarsi totalmente dal covid-19 chiudendo ermeticamente le sue porte al resto del mondo. In questo modo ha mantenuto il numero ufficiale dei morti registrati a soli 25, ma una politica così severa non ha senso come difesa permanente: la Nuova Zelanda non è la Corea del Nord. Mano a mano che i neozelandesi più vulnerabili verranno vaccinati, il loro paese sarà oggetto di una crescente pressione affinché apra i suoi confini, il che lo porterà a subire infezioni e morti endemiche da covid-19.

In tutto il mondo i governi dovranno capire quando e come passare da misure di emergenza a politiche economicamente e socialmente sostenibili a tempo indeterminato. La transizione sarà politicamente difficile nei luoghi che hanno investito molto nel liberarsi totalmente dal covid-19. Questo vale in particolare per la Cina, dove la vaccinazione è lenta. Il Partito comunista ha definito ogni singolo caso di covid-19 come inaccettabile e l’ampia circolazione della malattia come un segno della decadenza delle democrazie occidentali.

La nuova normalità
L’adattamento alla convivenza con il covid-19 comincia con la scienza medica. È già in corso il lavoro di messa a punto dei vaccini per conferire protezione contro le nuove varianti. Questo dovrebbe andare di pari passo con una maggiore sorveglianza delle mutazioni che si stanno diffondendo e un’approvazione normativa accelerata per i richiami. Nel frattempo saranno necessarie cure mediche per salvare dalla morte o dalla malattia grave un numero maggiore di persone che contraggono la malattia. Il risultato migliore sarebbe una combinazione di immunità acquisita, richiami regolari di vaccini modificati e un misto di terapie per garantire che il covid-19 sia raramente una minaccia per la vita. Ma questo risultato non è garantito.

Nella misura in cui la medicina da sola non può prevenire focolai letali di covid-19, l’onere cadrà anche sui comportamenti personali, proprio come è accaduto per buona parte della pandemia. Ma piuttosto che i confinamenti nazionali e la chiusura delle scuole per mesi, che hanno un prezzo enorme, la responsabilità dovrebbe ricadere più pesantemente sugli individui. Abitudini come indossare la mascherina possono diventare parte della vita quotidiana. I passaporti vaccinali e le restrizioni negli spazi affollati potrebbero diventare obbligatori. Le persone vulnerabili dovranno mantenere una grande cautela. Coloro che rifiutano la vaccinazione possono aspettarsi educazione sanitaria e incoraggiamento, ma una protezione limitata. Il desiderio della gente di vivere la propria vita sarà alla fine difficile da contrastare, anche in regimi autoritari come la Cina, che potrebbero essere riluttanti ad abbandonare una politica di tolleranza zero.

La persistenza di infezioni acute e di “covid-19 lungo” cronico e debilitante significa che la prossima fase della pandemia si annuncia cupa. Ma anche se il covid-19 non è stato completamente neutralizzato, la situazione è infinitamente migliore di quello che avrebbe potuto essere. Il merito della cosa va alla scienza medica.

(Traduzione di Federico Ferrone)

L’originale di questo articolo è stato pubblicato dall’Economist.

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