Intanto nel mondo
Iraq
Il 12 luglio almeno 52 pazienti sono morti e 22 sono rimasti feriti in un incendio divampato nell’unità covid-19 dell’ospedale Al Hussein a Nassiriya, nel sud del paese. L’incendio sarebbe stato causato dall’esplosione di una bombola di ossigeno. Nell’aprile scorso un incidente simile aveva causato più di ottanta vittime in un ospedale di Baghdad.
Giordania
Il 12 luglio un tribunale di Amman ha condannato due alti funzionari, Bassem Awadallah e Sharif Hassan bin Zaid, a quindici anni di prigione per aver partecipato all’inizio di aprile a un tentativo di colpo di stato. L’obiettivo era destituire il re Abdallah II e sostituirlo con il suo fratellastro, il principe Hamza. Quest’ultimo ha evitato il processo giurando fedeltà al re.
Stati Uniti
Decine di deputati democratici del Texas hanno lasciato il 12 luglio lo stato per far mancare il quorum ed evitare l’approvazione di una legge elettorale, voluta dalla maggioranza repubblicana, che rende più difficile l’accesso al voto. In Texas gli eletti che non partecipano alle sessioni di voto possono essere arrestati e condotti in parlamento con la forza.
Venezuela
Il 12 luglio la polizia ha arrestato a Caracas Freddy Guevara, 35 anni, uno dei principali oppositori al regime di Nicolás Maduro. Il procuratore generale Tarek William Saab ha affermato che Guevara è stato arrestato “per i suoi legami con gruppi estremisti e paramilitari associati al governo colombiano” e sarà incriminato per “terrorismo, attentato contro l’ordine costituzionale e tradimento”.
Bulgaria
Il cantante Slavi Trifonov, leader del partito antisistema C’è un popolo come questo, ha rivendicato il 12 luglio il diritto di formare un governo dopo le elezioni legislative che si sono svolte il giorno prima. Il partito ha ottenuto la maggioranza relativa con il 23,91 per cento dei voti, mentre la formazione conservatrice Gerb dell’ex premier Bojko Borisov si è fermata al 23,69 per cento.
Sudafrica
Il 12 luglio il presidente Cyril Ramaphosa ha schierato l’esercito a Johannesburg e nella provincia del KwaZulu-Natal per cercare di contenere le violenze seguite all’incarcerazione dell’ex presidente Jacob Zuma e aggravate dalla povertà e dalla disoccupazione. Finora almeno 32 persone sono morte e 489 sono state arrestate. Il 29 giugno Zuma è stato condannato a quindici mesi di prigione per oltraggio alla giustizia.