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I migliori libri del 2021

Mircea Cărtărescu. (Alberto Cristofari, A3/Contrasto)

Mircea Cărtărescu
Solenoide
Il Saggiatore
Traduzione di Bruno Mazzoni
Il romanzo-mostro (944 pagine) dello scrittore romeno apre uno squarcio su un mondo in cui ricordi, incubi, fantascienza, orrore e traumi personali e collettivi si confondono. La sua scrittura affonda le mani in una materia letteraria organica e vischiosa, repellente e ammaliante allo stesso tempo. (Daniele Cassandro)

Namwali Serpell
Capelli, lacrime e zanzare
Fazi
Traduzione di Enrica Budetta
Capelli, lacrime e zanzare: sono tre elementi piuttosto eterogenei quelli accostati nel titolo della versione in italiano (uscita quest’anno per Fazi) di The old drift, il romanzo epico di Namwali Serpell. La scrittrice originaria dello Zambia ripercorre la storia recente del paese africano – la colonizzazione, l’indipendenza, la lotta contro l’aids – attraverso le storie di donne a dir poco eccezionali, con sfumature di realismo magico. L’anno scorso mi sono un po’ stupita quando il libro ha vinto nel Regno Unito il premio Arthur C. Clarke, riservato a opere di fantascienza. A colpire i giurati sono state le incursioni dell’autrice nel futuro prossimo, la “fantascienza sottotraccia”. Una testimonianza della ricchezza e della generosità di questo testo monumentale, non solo per il numero di pagine. (Francesca Sibani)

Rachel Cusk
Il lavoro di una vita
Einaudi
Traduzione di Micol Toffanin
Cosa succede a una donna – occidentale, emancipata, lavoratrice – quando diventa madre? L’esperienza della gravidanza e quella del parto sono una vera sfida al concetto di uguaglianza tra i sessi. Oltre a dividere gli uomini dalle donne, il parto divide le donne da se stesse, cambiando nel profondo la loro idea di esistenza. Un saggio preciso e condivisibile sulla maternità e il passaggio a una vita nuova irrimediabilmente segnata da conflitti e contraddizioni a discapito di una letteratura sul tema tatticamente minimizzante o densa di immagini di madri colme solo di amore e felicità. (Luisa Ciffolilli)

Michael J. Sandel
La tirannia del merito
Feltrinelli
Traduzione di Corrado Del Bò ed Eleonora Marchiafava
“Noi facciamo il lavoro di Dio”. Nel 2009, l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, giustificò così i lauti dividendi che si erano spartiti i banchieri di Wall street nonostante la crisi planetaria creata proprio da loro e il salvataggio di cui avevano beneficiato – per interposto Obama – con i soldi dei contribuenti. La tirannia del merito demoralizza chi non ce l’ha fatta, umilia la dignità del lavoro, offre una visione tecnocratica che corrompe la democrazia e toglie potere ai cittadini ordinari. C’è forse da meravigliarsi se i lasciati indietro sulla scala del successo desiderano solo assistere all’esplosione catastrofica di tutto? (Gabriele Battaglia)

Yassin al Haj Saleh
Libertà
Terra Somnia
Traduzione di Monica Ruocco
Con le sue riflessioni che ruotano intorno ai temi dell’esilio, dell’appartenenza, del carcere, dell’utopia e del cambiamento, l’attivista e intellettuale siriano Yassin al Haj Saleh, che ha trascorso sedici anni in prigione nel suo paese e ora è rifugiato a Berlino, dà un senso nuovo e non scontato al concetto di libertà. Mettendo al centro la dignità umana. Tra le righe affiora l’eco della rivoluzione siriana. (Francesca Gnetti)

Davide Toffolo e Remo Remotti
Lultimo vecchio sulla Terra
Rizzoli Lizard
Cos’è L’ultimo vecchio sulla Terra? Un libro di versi, una raccolta di racconti illustrati, una graphic novel. Il fumettista Davide Toffolo – tra l’altro frontman e mente della band indie-rock Tre allegri ragazzi morti – recupera e disegna poesie e pensieri di Remo Remotti, poeta e poliedrico artista romano scomparso nel 2015, a novant’anni. Uno che, dopo una vita non semplice, da anziano ha trovato l’epifania artistica. Per alcuni è l’erede di Trilussa, per molti il Bukowski italiano. Nei suoi scritti ci sono espressioni sboccate, ironia, sesso, vitalismo, saggezza. E letti ora esorcizzano la morte, la vecchiaia. (Patrizio Ruviglioni)

Domenico Starnone
Vita mortale e immortale della bambina di Milano
Einaudi
“Se sai della morte, non cresci più”, dice a un certo punto la nonna al protagonista di Vita mortale e immortale della bambina di Milano. Siamo alle ultime pagine del libro: lui è cresciuto e va all’università, la morte non è più il luogo mitico e avventuroso che la nonna gli descriveva quand’era bambino e neanche la letteratura è più immortale come credeva. Perché nel frattempo ha scoperto, anche con l’aiuto della nonna, che “la lingua non è statica, la lingua si sgretola”. Se avete amato Via Gemito preparatevi a tornare da quelle parti, se amate le parole preparatevi alle montagne russe. (Giulia Zoli)

Lydia Millet
I figli del diluvio
NN Editore
Traduzione di Gioia Guerzoni
Una villa sull’oceano affittata da alcune famiglie per trascorrere insieme le vacanze estive. I figli – intelligenti, spocchiosi e sfrontati – mettono da subito in chiaro una cosa: gli adulti sono imbarazzanti e inaffidabili, passano le giornate tra alcol e droghe, meglio prendere le distanze da loro, fare vite separate, comportarsi come se non fossero i loro genitori. Così quando un uragano di proporzioni bibliche si abbatte con tutta la sua potenza sulla costa saranno i giovani, guidati da Eve e dal fratello piccolo Jack, a prendere in mano la situazione, a lottare per la sopravvivenza di persone e animali. Un atto di accusa contro una generazione che si è dimenticata la cosa più importante, lottare per il futuro del pianeta. (Camilla Desideri)

Ludovic Debeurme
Epiphania volume 3
Coconino press
Traduzione di Elisabetta Mongardi

Zuzu
Giorni felici
Coconino press
È un capolavoro assoluto e di svolta, non solo per il fumetto, il terzo volume di Epiphania di Ludovic Debeurme, che chiude una trilogia che si muove tra la metafora e l’allegoria, la parabola surrealista e il fantastico orrido, la poesia raffinata e i meccanismi del seriale più paludato, dai fumetti alle serie tv. Dal terrorismo islamico ai rifugiati, passando per la catastrofe climatica del riscaldamento globale, questo racconto è un caposaldo, molto avvincente e godibile, dell’ampia tendenza del fumetto d’autore globale alla pop art. Nella terza parte raggiunge l’apogeo dove la rinascita del genere umano e delle narrazioni sono la stessa cosa. E i mostri, metafora dei diversi, non sono poi dissimili dalla protagonista della festa del colore di Giorni felici, secondo straordinario libro di una grande autrice, Zuzu. (Francesco Boille)

Lorenzo Mattotti
Periferica – Storie ai margini
Rizzoli Lizard

Lorenzo Mattotti e Jerry Kramsky
Labirinti
Logos edizioni
Per scoprire (o riscoprire) e ripercorrere uno degli itinerari più complessi e alti del fumetto contemporaneo, quello di Lorenzo Mattotti, nulla di meglio che cominciare con i suoi racconti brevi degli anni settanta quasi tutti in bianco e nero, prima che, all’inizio degli anni ottanta, con Il signor Spartaco e Fuochi subito dopo, rivoluzionasse per sempre il mezzo d’espressione dove tutto era definito non solo dal colore pittorico ma da tutte, o quasi, le forme che la storia dell’arte aveva preso tra l’ottocento e il novecento. Un’avventura artistica fondamentale anche guardando oltre il fumetto. In Periferica, Mattotti esprime al meglio, con un segno gettato e spesso grezzo, un’interiorità e uno stato esistenziale segnati da un profondo disagio sociale di una generazione messa ai margini e che si riconosceva nei margini (dell’arte, della cultura) quanto nei marginali. La droga dilagava al pari dell’alienazione e dell’assenza di una reale speranza. Questi racconti metropolitani dal segno nero, sporco e al contempo intrisi di tutta l’energia di quegli anni, rappresentano ancora oggi un sismografo davvero unico di un’epoca. A loro complemento non è di minor interesse la raccolta di Labirinti – Logos edizioni sta riproponendo in libreria gran parte dell’opera a fumetti di Mattotti – che contiene tutti o quasi i racconti brevi che Mattotti ha realizzato nel corso degli anni con Jerry Kramsky. Racconti della maturità dall’assoluta perfezione formale a cominciare dalla potente e avvolgente colorazione. La trasfigurazione dei più piccoli moti dell’anima e del mondo esterno come fossero una cosa sola – il balenare di una sensazione di angoscia o il movimento anomalo di una nuvola – ci trasporta in un meraviglioso labirinto in cui perdersi oppure uscirne più consapevoli. (Francesco Boille)

Igort
Brillo – La guerra degli ovetti (edizione integrale)
Oblomov edizioni

Tiziano Sclavi, Federico Maggioni
Là nel selvaggio west
Comicout
Per le lettrici e i lettori di Internazionale Kids, ma anche per i loro genitori, è da non mancare la strenna natalizia che raccoglie tutti i racconti brevi realizzati da uno dei maestri del fumetto d’autore italiano durante la sua permanenza in Giappone e ormai introvabili da tempo. Infatti Igort, prima di realizzare capolavori come i Quaderni russi e Quaderni ucraini e i tre volumi dei Quaderni giapponesi, o il noir poetico Cinque è il numero perfetto, poi da lui trasposto con successo al cinema, aveva saputo parlare ai più piccoli con questi racconti coloratissimi e pirotecnici per la forza del segno grafico e la maestria nell’uso dei colori. Come dice la nota editoriale in quarta di copertina “Brillo è un fumetto nel solco della tradizione dei fumetti degli anni venti (epoca d’oro del cartoon americano, con i suoi funny animals), ma anche un omaggio allo sguardo tagliente e antimilitarista di George Grosz e Otto Dix”. Ma si pensa pure a Little Nemo, il classico di Winsor McCay che fu un gigantesco successo sui quotidiani statunitensi di inizio novecento, e alla delicata leggerezza poetica del Felix the cat (il Mio Mao del Corriere dei Piccoli) di Otto Messmer e Pat Sullivan, quest’ultimo uno dei due autori a cui Igort ha dedicato il libro. Abbinabile a Là nel selvaggio west di Tiziano Sclavi e Federico Maggioni. Uscito nel 1980 a puntate sul Corriere dei Piccoli, è un western talmente pop che riesce a rivisitare la pop art (e i miti del western) con intelligenza concettuale ma divertendo molto di più e facendo anche sognare. (Francesco Boille)

Daniel Kahneman, Olivier Sibony, Cass R. Sunstein
Rumore
Utet
I giudici dei tribunali tendono a essere più clementi nel giorno del loro compleanno e dopo pranzo, ma concedono più facilmente asilo ai rifugiati nelle giornate fresche e possono arrivare a infliggere, per lo stesso reato, pene che variano da pochi mesi all’ergastolo. Con i periti assicurativi, o con i medici, le cose non vanno meglio. Kahneman rivela quanto discrezionali e ondivaghe possano essere le decisioni umane: è il “rumore sistemico” che affligge tutte le organizzazioni. Il primo passo per contrastarlo è rendersi conto del fatto che esiste, e di quanto è dannoso e pervasivo. (Annamaria Testa)

Barbro Lindren
Storia di un signore piccolo piccolo
Iperborea
Traduzione di Laura Cangemi
Questo signore piccolo piccolo, da quando ho letto il libro, vive con me. È uscito dalle pagine e me lo porto dietro. L’ho riconosciuto appena ho cominciato a leggere le prime pagine. Lo avevo incontrato tanto tempo fa forse da bambina ed era stato nascosto da allora non so dove. Fatto sta che ora è qui. Così ho capito che tutti abbiamo un signore piccolo piccolo da qualche parte dentro di noi. Tutti ci sentiamo come lui qualche volta. Quando qualcuno, per sbaglio, ci ignora o non si accorge di quanto siamo tristi o feriti, e capita, ah se capita! Allora diventiamo proprio come lui e ci sediamo accanto a lui sul suo gradino o ci ritroviamo a dormire in un cassetto. È stato bello ritrovarlo. E ogni volta, con pazienza gli dico, “dai signore piccolo piccolo, non ti preoccupare per me sei una persona grandissima e ti si vuole bene” e lui sorride e io pure. Leggete il libro a vostro rischio e pericolo: dopo non sarete più soli. (Deborah Soria)

Andrea Riccardi
La chiesa brucia
Laterza

Tomaso Montanari
Chiese chiuse
Einaudi

Il libro di Andrea Riccardi si apre con un incendio, quello di Notre-Dame a Parigi il 15 aprile 2019: molti parlarono di portata simbolica del disastro, quasi a prefigurare la fine del cristianesimo in Europa. Ma intorno alla cattedrale della laica capitale francese si ravvivò in quei giorni un legame culturale ed emotivo con l’edificio in fiamme e con ciò che rappresenta. L’excursus sulla situazione del cattolicesimo nel mondo segue questo filo, quello di una crisi/incendio attraverso cui passare per rinnovarsi. Le chiese non in fiamme ma metaforicamente diroccate compongono invece il panorama del patrimonio storico ecclesiastico in Italia raccontato da Montanari: 85mila edifici abbandonati, chiusi, messi in vendita, trasformati, svuotati del loro senso originario. Anche qui la sfida è farle rinascere ripensandole come patrimonio pubblico, espressione di una cultura comune che testimoni la libertà da una logica di mercato e la vocazione all’accoglienza. (Stefania Mascetti)

Édouard Louis
Lotte e metamorfosi di una donna
La nave di Teseo
Traduzione di Annalisa Romani
A vent’anni la madre dello scrittore francese Édouard Louis si è scattata una foto: l’ultima in cui il figlio intravede un po’ di libertà, forse perfino di felicità. “Vederla libera, con il corpo tutto proiettato verso il futuro, mi ha riportato ai suoi anni di vita con mio padre, alle umiliazioni che le ha inflitto, alla povertà, ai vent’anni di vita mutilati e quasi distrutti dalla violenza maschile e dalla miseria”, scrive Louis. Lotte e metamorfosi di una donna non è però un libro su una vittima: “L’esistenza di mia madre sembrava limitata per sempre da questo doppio dominio, quello della classe e quello legato alla sua condizione di donna. Eppure, un giorno, all’età di quarantacinque anni, si ribellò a questa vita, fuggì e conquistò la sua libertà”. Pagina dopo pagina, con una scrittura limpida e un incedere da monologo teatrale, Louis ricostruisce il tentativo di emancipazione della madre, vi scorge tratti della sua stessa fuga dalla provincia, e torna a volerle bene. (Giuseppe Rizzo)

Bruno Giorgini
LAdria. Un amore partigiano
Pendragon
Crescere antifasciste in Italia non è mai stato semplice. Però. Se la madre e la nonna tengono testa ai tedeschi quando figli e nipoti restano una settimana nel rifugio sotterraneo. Se il padre è un anarchico, mai piegato dalle camicie nere, capace di accogliere il figlio a schioppettate quando ritorna dalla guerra di Spagna dopo aver combattuto al fianco dei comunisti. Allora, per una ragazza degli anni trenta in Italia era forse naturale essere antifascista e partigiana. Intorno alla giovane Adria raccontata da Bruno Giorgini si muove un mondo di figure, di storie, di amori, di lotte e soprattutto un mondo di canali, risolutivo per le azioni contro i nazisti nelle “valli” intorno a Ravenna. Le acque fanno da sfondo all’amore dell’Adria con il partigiano Pietro, alle loro azioni armate, allo sciopero organizzato da lei e dalle amiche della fabbrica, Lina, Gianna e le altre. E le acque accompagnano le domande del piccolo Carlobruno, figlio dell’Adria, che dal nonno ha imparato tutto su Garibaldi, accolto in queste terre in fuga da Roma. Carlobruno che ha poi applicato le tattiche per mettere in fuga il nemico, ottenendo una delle vittorie più ironiche: la cartolina spedita dall’isola esotica e firmata dal fascista messo in fuga a Bologna da tre spavaldi compagni. (Giovanna Chioini)

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