Intanto nel mondo
Stati Uniti-Ucraina
Il presidente statunitense Joe Biden ha promesso al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, in visita il 21 dicembre alla Casa Bianca nel suo primo viaggio all’estero dopo l’inizio della guerra, di “continuare a rafforzare la capacità di difesa dell’Ucraina”. Gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire il sofisticato sistema di difesa aerea Patriot. Parlando al congresso, Zelensky ha dichiarato che gli aiuti al suo paese sono un “investimento nella sicurezza globale e nella democrazia”.
Ucraina
Lo stato maggiore di Kiev ha diramato un nuovo bilancio delle perdite dell’esercito russo dall’inizio dell’invasione: la Russia avrebbe perso 100.400 soldati dal 24 febbraio.
Russia-Cina
Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, è stato ricevuto il 21 dicembre a Pechino dal leader cinese Xi Jinping. Xi ha espresso la speranza di continuare gli scambi tra i rispettivi paesi, sottolineando l’impegno di Pechino per il progresso delle relazioni bilaterali e la disponibilità della Cina a lavorare con la Russia per lo sviluppo di una governance globale “più giusta e ragionevole”. Sulla guerra in Ucraina Xi ha chiesto moderazione e ha ribadito la disponibilità a promuovere dei colloqui di pace.
Israele
Il leader del Likud Benjamin Netanyahu ha ufficialmente informato il 21 dicembre il presidente Isaac Herzog di aver formato un nuovo governo, circa sei settimane dopo le elezioni politiche. I partiti che comporranno la coalizione saranno il Likud, gli ultraortodossi Shas e United Torah Judaism, e le fazioni di estrema destra Otzma Yehudit, Religious Sionism e Noam.
Fiji
Il primo ministro uscente Frank Bainimarama ha annunciato il 22 dicembre la mobilitazione dell’esercito per mantenere “la sicurezza e la stabilità” dopo che le elezioni del 14 dicembre hanno lasciato il parlamento senza una maggioranza chiara. Una coalizione di tre partiti afferma di poter formare un governo e ha concordato sul leader dell’Alleanza popolare, Sitiveni Rabuka, come primo ministro. Bainimarama non ha ammesso la sconfitta.
Venezuela
La maggioranza dell’opposizione venezuelana ha chiesto la fine del “governo ad interim” di Juan Guaidó sostenendo che, quattro anni dopo la sua autoproclamazione, l’obiettivo della carica si è indebolito senza raggiungere i suoi obiettivi politici. Il comunicato è firmato da 69 dei 112 oppositori che avevano sostenuto l’autoproclamazione di Guaidó nel 2019, quando l’opposizione controllava il parlamento.
Spagna
Un progetto di legge sui diritti delle persone transgender, sottoposto al voto della camera dei deputati il 22 dicembre, ha creato una spaccatura all’interno della sinistra al governo e del movimento femminista. Se la legge fosse approvata, la Spagna sarebbe uno dei pochi paesi al mondo a consentire l’autodeterminazione di genere attraverso una semplice dichiarazione amministrativa.