Intanto nel mondo
Stati Uniti
La violenta tempesta invernale che sta colpendo il paese da diversi giorni ha ucciso almeno 56 persone, di cui 28 nella contea di Buffalo. La “bufera del secolo” è lungi dall’essere finita, hanno avvertito le autorità il 26 dicembre.
Serbia
Il 26 dicembre sera l’esercito è stato posto in stato di massima allerta dopo le recenti tensioni con il vicino Kosovo, dove si sono verificate sparatorie ed esplosioni. Sono stati eretti numerosi posti di blocco. Il nord del Kosovo è in subbuglio da novembre, quando centinaia di lavoratori di etnia serba incorporati nella polizia e nel ramo giudiziario del Kosovo – come giudici e pubblici ministeri – hanno lasciato il lavoro per protestare contro una controversa decisione di vietare ai serbi che vivono in Kosovo di usare targhe emesse da Belgrado.
Francia-Turchia
L’ambasciatore francese in Turchia è stato convocato il 26 dicembre dal governo di Ankara in protesta per la “propaganda antiturca” diffusa dai manifestanti a Parigi. Diverse centinaia di persone si erano riunite per una marcia in memoria dei tre curdi uccisi il 23 dicembre da un pensionato francese e nella manifestazione erano stati scanditi slogan contro il governo turco. Il responsabile è stato incriminato e incarcerato con l’accusa di omicidio e tentato omicidio per motivi di razza, etnia, nazione o religione, nonché di acquisizione e possesso non autorizzato di un’arma.
Indonesia
Quasi duecento rohingya, una minoranza musulmana perseguitata in Birmania, sono sbarcati il 26 dicembre a Pidie, nella provincia di Aceh, nell’estremo ovest del paese.
Repubblica Democratica del Congo
Aspri combattimenti sono scoppiati tra il 25 e il 26 dicembre nell’est del paese tra i ribelli dell’M23, l’esercito congolese e una milizia di autodifesa. Secondo alcuni residenti ci sono stati anche casi di rapimenti di civili da parte dell’M23.
Armenia-Azerbaigian
Migliaia di persone hanno manifestato il 25 dicembre a Stepanakert, nel Nagorno-Karabakh, la regione contesa da trent’anni da Armenia e Azerbaigian. Protestavano contro il blocco del corridoio di Latchine, una strada montuosa che collega la regione all’Armenia, che di fatto impedisce il passaggio di viveri, medicinali, mezzi di trasporto. Il blocco è opera, dal 12 dicembre, di alcuni militanti azeri che però affermano di essere “attivisti ambientali” che protestano contro l’estrazione mineraria illegale nella regione. Secondo l’Armenia l’Azerbaigian vuole creare una crisi umanitaria, accusa respinte da Baku.
Cina
Dall’8 gennaio 2023 non sarà più obbligatoria la quarantena all’arrivo nel paese, hanno annunciato il 26 dicembre le autorità sanitarie, dopo che la maggior parte delle misure anti covid in vigore dal 2020 sono state revocate all’inizio di dicembre. Dal mese prossimo, per entrare in Cina sarà necessario solo un test negativo effettuato non oltre 48 ore prima.