È meglio indossare la mascherina quando usciamo di casa?
In Italia nei primi giorni dell’emergenza coronavirus le indicazioni del ministero della salute riguardo alle mascherine erano chiare: in linea con quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), si consigliava che a indossarle fossero solo le persone con sintomi riconducibili al Covid-19 o che dovevano assistere i malati. Non se ne raccomandava invece l’uso generalizzato, anche per evitare che si esaurissero le scorte e che a restarne senza fossero gli operatori sanitari o quei lavoratori che dovevano rimanere a contatto con il pubblico.
Mentre il virus si diffonde in tutto il mondo, il dibattito sul tema sta rapidamente evolvendo, anche alla luce di nuove ricerche sulla malattia, che riguardano per esempio i soggetti asintomatici e le modalità di trasmissione del virus. Alcuni esperti di salute pubblica sono ormai convinti che indossare la mascherina quando si esce di casa sia utile, non tanto per se stessi, ma soprattutto per gli altri.
Tra loro c’è George Gao, direttore generale del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, coautore dei primi studi sui dati epidemiologici e le caratteristiche cliniche del Covid-19. In un’intervista a Science, ripresa da Scienza in rete, Gao sostiene che in Europa e negli Stati Uniti troppo poche persone stiano indossando le mascherine, e che invece l’esempio da seguire sia quello dei paesi asiatici, dove l’usanza di coprirsi il viso è molto più diffusa. “Il virus Sars-Cov-2 si trasmette attraverso le goccioline e il contatto stretto tra le persone. Le goccioline in particolare giocano un ruolo fondamentale. Molte persone hanno infezioni asintomatiche o sono in una fase presintomatica della malattia: se indossano una mascherina possono impedire che il virus infetti altre persone”. L’idea è che se tutti indossano una mascherina, la catena del contagio può essere interrotta più facilmente.
Finora si era pensato che il virus viaggiasse solo sulle gocce più grandi, emesse con tosse e starnuti
A sostegno di questa precauzione ci sono gli studi sul tipo di goccioline che veicolano il virus Sars-CoV-2. Finora si era pensato che viaggiasse solo sulle gocce più grandi, emesse con i colpi di tosse e gli starnuti, che possono diffondersi nell’ambiente circostante fino a uno o due metri di distanza. Tuttavia alcune ricerche indicano che il nuovo coronavirus può restare in sospensione nella nebbiolina ultrafine che emettiamo quando espiriamo. Questo, scrive Science, rafforza ulteriormente le ragioni di chi sostiene che tutti dovrebbero indossare mascherine in pubblico.
Molti paesi stanno cominciando a imboccare questa strada. Dopo Slovacchia, Repubblica Ceca e Bosnia-Erzegovina, anche l’Austria ha deciso di rendere obbligatorie le mascherine in luoghi pubblici come i supermercati. Negli Stati Uniti i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) stanno valutando se non sia il caso di raccomandare a tutti di coprirsi in qualche modo il viso, non solo chi deve assistere i malati. Il sindaco di Los Angeles ha chiesto ai cittadini di indossare almeno una sciarpa davanti al viso quando escono di casa.
Dovremmo tutti indossare una mascherina?
“Per gli operatori sanitari la risposta è semplice: sì”, precisa l’Atlantic. L’Oms e i Cdc raccomandano a medici e infermieri le mascherine chirurgiche quando devono trattare malati di Covid-19, ma precisano anche di usare dei respiratori N95, che isolano di più naso e bocca, se stanno conducendo procedure che potrebbero creare nebulizzazioni. Riguardo a tutti gli altri, la “risposta è più complessa”. Molte ricerche hanno messo in evidenza che l’uso della mascherina, combinato con il lavaggio frequente delle mani, riduce i rischi di infezioni respiratorie. Tuttavia, osservano alcuni ricercatori, “le mascherine sono fastidiose e quasi nessuno le indossa correttamente”, senza contare che quando le indossano le persone tendono a toccarsi il viso più spesso, e a toccare soprattutto la stessa mascherina, che potrebbe essere contaminata.
Come fare una mascherina
Per ovviare al problema della scarsa disponibilità, dovremmo fabbricarci una mascherina in casa? E come? Anche sull’utilità delle mascherine fai-da-te sono stati realizzati degli studi. Hanno dimostrato che la loro efficacia è inferiore a quella dei dispositivi in commercio, ma sono comunque utili. Bisogna però stare attenti, perché indossare una mascherina può dare alle persone un falso senso di sicurezza e spingerle ad abbassare l’attenzione.
“Se quando parli metti un paio di strati di cotone o di salviettine di carta davanti alla bocca, le goccioline rimangono lì e non finiscono addosso al nostro interlocutore. Ecco perché le mascherine servono a ridurre drasticamente la diffusione del virus”, ha detto al Guardian Jeremy Howard, ricercatore dell’università di San Francisco e promotore della campagna #Masks4All.
Nelle ultime settimane sono stati pubblicizzati diversi modi per realizzare una mascherina. Secondo l’università di Cambridge per proteggere bocca e naso bastano un paio di strati di cotone, come il tessuto di una maglietta. Alcuni scienziati dell’ospedale di Shenzhen, in Cina, hanno pubblicato un video in cui spiegano come fare una mascherina con oggetti di uso comune e carta assorbente. La campagna #Masks4all insegna a farne una con una maglietta e un paio di forbici. Anche il columnist di tecnologia del New York Times Fahrad Manjoo ha individuato su internet una versione particolarmente sofisticata di mascherina fai-da-te.
L’importante, raccomandano tutti, è lavarsi bene le mani prima di mettersi all’opera, usare materiali puliti e, se questi lo consentono, lavarla dopo ogni uso. In caso contrario (se è fatta di carta, per esempio) non va riutilizzata, perché un dispositivo contaminato è spesso una nuova fonte di contagio, e va buttata subito nella spazzatura. Infine è bene ricordare che quando indossiamo una mascherina le mani vanno lavate sia prima di toglierla sia dopo averla rimossa.