Un infondato senso di sicurezza in Iraq e le altre notizie sul virus
- Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato diversi ordini esecutivi per mettere in atto un piano nazionale di contrasto alla pandemia (non più affidato ai singoli stati come succedeva con l’amministrazione Trump). Tra i primi provvedimenti firmati c’è quello sull’obbligo dell’uso della mascherina e del distanziamento fisico negli uffici federali, a cui si aggiungeranno le disposizioni relative ai mezzi di trasporto. Biden intende anche formulare una guida alla riapertura di scuole e imprese. L’immunologo Anthony Fauci, che è stato incaricato di guidare la delegazione statunitense alla riunione dell’ufficio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha annunciato che gli Stati Uniti resteranno nell’Oms continuando a versare i finanziamenti dovuti (e non la lasceranno come aveva minacciato Donald Trump) e che parteciperanno all’iniziativa Covax per la fornitura dei vaccini ai paesi meno ricchi, promossa dall’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite.
- Il pediatra David Kessler dirigerà la campagna di vaccinazione Warp speed negli Stati Uniti. Kessler, laureato anche in legge alla Chicago university, è stato direttore della Food and drug administration. Insieme a Vivek Murthy e Marcella Nunez-Smith guida il consiglio speciale per il covid-19, istituito dal presidente Biden nel novembre 2020. La specialista nella ricerca sull’hiv Rochelle Walensky guiderà i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Il genetista Francis Collins, capo dello Human genetic project, guiderà i National institutes of health, l’istituzione che finanzia le ricerche biomediche al livello nazionale.
- Negli Stati Uniti sono state somministrate finora 16. 525.281 dosi di vaccino, a fronte di 1.455.708 nuovi contagiati tra il 14 e il 20 gennaio. Il paese il 20 gennaio ha superato i 405mila decessi per covid-19.
- La diminuzione della media di casi giornalieri – da tremila a novembre e meno di 800 in gennaio – avrebbe contribuito a diffondere un infondato senso di sicurezza tra la popolazione in Iraq, secondo gli esperti Jane Arraf, Falih Hassan e Jaafar al Waely interpellati dal New York Times. Oltre ad abbandonare le misure di precauzione, come l’uso delle mascherine nei luoghi pubblici, tra i cittadini cresce un senso di immunità che ha trovato sostegno nelle parole di funzionari sanitari (”abbiamo quasi raggiunto una specie di immunità di gregge”, ha scritto su Facebook il dottor Jasib al Hijami) e di leader religiosi durante le prediche, scrive il quotidiano statunitense. “Secondo Ali Mokdad, direttore del Middle East Initiatives all’istituto Health metrics and evaluation dell’università di Washington, la diminuzione dei contagi potrebbe essere dovuta in parte alle temperature miti dell’inverno iracheno che consentono di tenere le finestre aperte, mentre la giovane età media della popolazione potrebbe spiegare il numero basso di morti e ricoveri. Altri però temono che i numeri reali siano sottostimati, anche perché il governo ha allentato le restrizioni l’autunno scorso, dopo un lockdown imposto per alleggerire il peso sugli ospedali. Oggi dunque l’esecutivo fatica a convincere le persone a rispettare le precauzioni di base, soprattutto gli uomini che sono restii a tenere la mascherina e a rinunciare al saluto tradizionale con la stretta di mano e i baci sulle guance. Uno sforzo ostacolato anche dal fatto che lo stesso ministro della sanità non ha confermato ma nemmeno smentito l’idea che il paese abbia raggiunto l’immunità gregge, anzi ha parlato di una maggiore capacità di cura del covid-19 per spiegare la diminuzione delle morti e dell’intervento divino per spiegare il calo dei contagi. I quaranta milioni di abitanti dell’Iraq potrebbero essere mal equipaggiati ad affrontare una seconda ondata, osserva il quotidiano statunitense. Il paese ha ordinato 1,5 milioni di dosi del vaccino Pfizer-Biontech e prevede di cominciare la campagna vaccinale a marzo. Tuttavia l’epidemiologo Riyadh Lafta, docente alla Mustansiriyah university di Baghdad e altri esperti temono che saranno poche le persone che acconsentiranno a farsi vaccinare”.
- In totale l’Iraq ha registrato 611.407 contagi e 12.977 decessi per il covid-19 dall’inizio della pandemia, mentre i casi attivi sono attualmente 21.705.
- Il 20 gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato che nella settimana tra il 10 e il 17 gennaio 2021 le morti hanno raggiunto un picco di 93mila decessi a livello mondiale, con un aumento del 9 per cento rispetto alla settimana precedente. In totale il continente americano è quello che dall’inizio della pandemia ha registrato più decessi, più di 400mila negli Stati Uniti e 200mila in Brasile. Il numero dei contagi, invece, nella settimana esaminata è calato in media del 6 per cento al livello globale, con diminuzioni più evidenti in Europa ( meno 15 per cento), negli Stati Uniti (meno 11 per cento) e nel Regno Unito (meno 19 per cento). Le nuove varianti del virus sono state rintracciate in altri dieci paesi, portando il numero a 60 in tutto il mondo.
- Il sindacato dei medici degli ospedali pubblici peruviani ha indetto una protesta per chiedere un miglioramento drastico delle condizioni di lavoro (molti ospedali stanno rimanendo senza ossigeno) e della gestione della pandemia. Il segretario del sindacato, il dottor Teodoro Quiñones, insieme ad alcuni colleghi ha cominciato lo sciopero della fame davanti al ministero della sanità e davanti a quello del lavoro. La protesta si aggiunge alle altre già numerose in diverse parti del paese, dove medici e operatori sanitari chiedono un rafforzamento generalizzato del sistema sanitario, piegato da anni di tagli economici. Il paese, che ha 32 milioni di abitanti, ha solo 1.656 posti di terapia intensiva, meno dei 1.800 posti disponibili solo nella capitale colombiana Bogotà, che ha 7,4 milioni di abitanti. Il Perù affronta una seconda ondata dell’epidemia, secondo la ministra della salute, Pilar Mazzetti. Il paese ha registrato 31.452 nuovi casi tra il 14 e il 20 gennaio, per un totale di 46.009 casi attualmente attivi. Dall’inizio della crisi sanitaria sono stati 1.073.214 i contagi e 39.044 i decessi.
- Nel Regno Unito il Partito laburista, all’opposizione, ha chiesto un piano per sostenere la vaccinazione nelle comunità di popolazione non bianca, esortando il governo a pubblicare dati quotidiani che mostrino l’andamento della vaccinazione oltre che un’analisi dell’impatto delle disuguaglianze sanitarie preesistenti sulla maggiore diffusione del virus al loro interno. Il partito ha richiesto l’adozione di una strategia di comunicazione sui vaccini che raggiunga tutte le comunità e contrasti la disinformazione. Angela Rayner, vice leader laburista ha dichiarato: “Questa crisi ha avuto un impatto sproporzionato sulle minoranze etniche, ed è estremamente importante che il lancio del vaccino non faccia altrettanto”. Il paese ha registrato 302.798 nuovi casi tra il 14 e il 20 gennaio, raggiungendo un totale di 1.840.945 casi attivi, mentre il vaccino è stato somministrato a 5.070.365 persone.
- Thanathorn Juangroongruangkit, oppositore politico tailandese, ha accusato il governo del primo ministro Prayuth Chan-ocha di gestire male la campagna di vaccinazione nazionale e ha denunciato una mancanza di trasparenza e una forma di concorrenza sleale nell’accordo firmato dall’AstraZeneca con la locale azienda Siam Bioscience – di proprietà della monarchia– per la produzione del vaccino anticovid. L’AstraZeneca e la Siam Bioscience hanno rifiutato di commentare le accuse di Thanathorn. Il governo ha difeso la propria politica e il 20 gennaio ha denunciato Thanathorn, accusandolo di insulto alla monarchia, che in base al codice penale è punibile con una condanna fino a 15 anni di carcere. La Thailandia ha registrato 1.662 nuovi casi negli ultimi sette giorni, per un totale di 2.882 casi attivi nel paese.
- L’Indonesia prevede di cominciare a somministrare il vaccino contro il covid-19 a tutta la popolazione tra la fine di aprile e maggio, ha dichiarato il 21 gennaio il ministro della salute Budi Gunadi Sadikin. “Per 1,4 milioni di sanitari (le vaccinazioni) avverranno tra gennaio e febbraio, dopo che saranno stati vaccinati 17 milioni di lavoratori pubblici, quindi, forniremo dosi per 25 milioni di anziani”, ha affermato il ministro, aggiungendo che spera di lanciare entro maggio o alla fine di aprile la vaccinazione totale della popolazione. Intanto il paese, che avrebbe consentito l’uso di emergenza del vaccino cinese Coronavac prodotto dalla Sinovac, ha registrato 80.615 nuovi casi negli ultimi sette giorni per un totale attuale di 151.658 casi attivi.
- La Turchia ha rallentato il ritmo delle vaccinazioni contro il covid-19 dopo un inizio accelerato, ma Tarkan Mustafa Yamanoğlu, il coordinatore del programma vaccinale – che ha raggiunto un milione di persone solo nella prima settimana – ha affermato che il ritmo tornerà a crescere dopo che il paese avrà terminato le vaccinazioni dei più anziani. “Logisticamente, la nostra capacità è molto alta. Tuttavia al momento abbiamo un numero decisamente basso di dosi a disposizione”, ha detto Yamanoğlu. La necessità di “somministrare correttamente” i vaccini e limitare i contatti per evitare la diffusione di infezioni sono stati altri fattori che hanno frenato il ritmo del lancio, ha dichiarato, così come l’età delle persone da vaccinare. Ankara ha disposto l’acquisto di 50 milioni di dosi del Coronavac ed è in trattative con altri produttori, ma finora ha ricevuto solo tre milioni di dosi. La Turchia ha segnalato circa 53.496 nuovi casi nell’ultima settimana su un totale di 97.810 casi attivi. In totale ha registrato dal marzo 2020 2,4 milioni di contagi, uno dei dati più alti del Medio Oriente, e 24mila morti.
- Il Canada prolunga di un mese, fino al 21 febbraio, la chiusura delle frontiere alle persone straniere la cui presenza non è giudicata essenziale. Da marzo l’ingresso nel paese prevede sia per i residenti sia per i visitatori una quarantena di due settimane e dall’inizio di gennaio la presentazione all’arrivo di un test negativo al covid-19 non più vecchio di tre giorni. Restano chiuse fino alla stessa data anche le frontiere con gli Stati Uniti, fatta eccezione per le importazioni di beni, merci e persone considerati essenziali. Il Canada ha 68.413 casi attivi e il 20 gennaio ha superato i 18mila morti per il covid-19. In totale nel paese sono stati registrati dall’inizio della pandemia 657.082 contagi.
- Dal 25 gennaio saranno sospesi per due settimane i voli di Air France tra Parigi e la città cinese di Tianjin, vicino Pechino, dopo che sono state trovate positive cinque persone in un volo proveniente dalla capitale francese. A Pechino, il 20 gennaio, sono state messe in confinamento stretto ventimila persone di un quartiere meridionale dopo la scoperta di un caso di variante “inglese”.
Ha collaborato Sara Tartamo