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Nel mondo dall’inizio della pandemia si contano 264.438.500 contagi e 5.238.702 morti, secondo i dati della Johns Hopkins university. Il 54,8 per cento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Tuttavia, solo il 6,2 per cento della popolazione dei paesi poveri ha ricevuto almeno una dose di vaccino, riporta Our world in data.
Dal 6 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 (data prorogabile) in Italia, anche in zona bianca, sarà obbligatorio esibire una delle due versioni del green pass, valido nove mesi e non più dodici, previste dal decreto legge del 26 novembre: quella base, ottenuta in seguito a vaccinazione, guarigione da meno di sei mesi o tampone negativo al covid-19 (valido 48 ore se rapido e 72 ore se molecolare) o quella “rafforzata” (ottenuta solo con vaccinazione o guarigione dal covid-19 da meno di sei mesi). Dal 15 dicembre sarà obbligatoria la vaccinazione (primaria o di richiamo) per il personale docente e non docente delle scuole di ogni ordine e grado, per il personale delle forze di polizia e di sicurezza, di soccorso pubblico, delle residenze per anziani, e per la polizia locale (vigili urbani) come specificato nella circolare del 2 dicembre del ministero dell’interno.
La versione base permetterà di entrare nei luoghi di lavoro, nelle mense aziendali, di salire sui mezzi di trasporto locali (e per gli studenti minorenni che non hanno obbligo di green pass per entrare a scuola potrebbero sorgere difficoltà), regionali, interregionali e di lunga percorrenza, di soggiornare negli alberghi e nelle altre strutture ricettive (compresi i ristoranti interni), di usare palestre, piscine, spogliatoi delle attività sportive all’aperto e impianti sciistici, di partecipare alle cerimonie civili e religiose (come battesimi e matrimoni ), di consumare ai tavoli all’aperto.
La versione rafforzata servirà per consumazioni al chiuso in bar e ristoranti (senza limiti di persone al tavolo), per entrare in cinema, teatri, musei, mostre, feste, discoteche, parchi divertimento, sale gioco, impianti termali (esterni alle strutture ricettive) oltre che per partecipare a cerimonie pubbliche, andare allo stadio e partecipare a eventi sportivi.
In zona gialla (dove c’è l’obbligo di mascherina all’aperto) l’uso della certificazione verde sarà disciplinato come scritto sopra ma con alcune differenze: entrata in piscine e palestre solo con il green pass “rafforzato”, tavoli all’aperto e al chiuso con al massimo quattro persone.
In zona arancione le attività commerciali e culturali resteranno aperte, ma si potrà entrare solo con green pass rafforzato, che tra l’altro permetterà di spostarsi fuori del comune o della regione di residenza (chi ha il green pass “base” potrà farlo solo per motivi di lavoro, necessità, urgenza).
In zona rossa, invece, chiude tutto, tranne le attività essenziali, e non ci saranno differenze tra i green pass. Sarà vietato uscire dal comune di residenza, se non per motivi di lavoro, necessità o urgenza.
Chi ha già un green pass che certifica la vaccinazione da meno di nove mesi o la guarigione da meno di sei non deve chiederne uno nuovo, quello attuale vale già come “rafforzato”. Ne arriverà uno nuovo in caso di vaccinazione con dose di richiamo, che sarà valido nove mesi dal giorno della somministrazione. Chi userà il green pass base potrà ottenerlo con un tampone di esito negativo.
Quanto ai controlli, sui mezzi pubblici potrà farli il personale addetto. I prefetti, i questori, i comitati per l’ordine e la sicurezza mobiliteranno le forze a disposizione per effettuarli negli altri ambiti.
Restano ferme tutte le raccomandazioni non farmaceutiche per contenere le infezioni: usare la mascherina al chiuso o all’aperto in situazioni di assembramento, mantenere il distanziamento fisico, cambiare l’aria con grande frequenza nei locali chiusi, igienizzarsi le mani.
L’aumento dei contagi nella provincia sudafricana del Gauteng è diventato esponenziale: il tasso di positività è passato dal 2 per cento alla metà di novembre al 24 per cento nella settimana fino al 3 dicembre. Le autorità affermano che la variante omicron è ora dominante. Nella maggior parte dei casi positivi si tratta di persone giovani, spesso non vaccinate e con sintomi piuttosto lievi.
Il portale Time to act, un nuovo strumento creato dalla Queen’s University di Belfast nel Regno Unito e dall’European cancer organisation, ha analizzato fino a che punto i trattamenti e la prevenzione del cancro sono stati interrotti o rallentati dalla pandemia. I dati aggregati – inizialmente compilati da 200 fonti in 17 paesi europei – indicano che circa cento milioni di test di screening non sono stati eseguiti mentre fino alla metà di tutti i malati di cancro sono stati colpiti da ritardi nel trattamento. Inoltre, fino a un milione di europei potrebbe vivere con un cancro non diagnosticato.
Il 1 dicembre, giornata mondiale della lotta all’aids, è stato l’occasione per l’agenzia dell’Onu per la lotta all’aids (Unaids) di presentare il suo rapporto annuale da cui emerge che tra il 2019 e il 2020 i test per l’hiv sono diminuiti del 24 per cento. Dai ricercatori si alzano ripetuti appelli al mondo occidentale di ripristinare i finanziamenti per le attività di prevenzione e cura, anche in considerazione del fatto che nelle nazioni dove è più numerosa la popolazione immunocompromessa dall’hiv e poco vaccinata contro il covid-19, è più alto il rischio che emergano nuove varianti di sars-cov-2.
I ricercatori potrebbero aver trovato la causa scatenante dei casi di coaguli del sangue seguiti alla somministrazione del vaccino dell’Astrazeneca.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda a chi non è vaccinato, a chi ha una salute fragile, alle persone sopra i 60 anni, di limitare i viaggi nelle zone con maggior tasso di positività.
L’Oms ha anche votato a favore dell’avvio di negoziati su un trattato internazionale per prevenire e controllare future pandemie. Un rapporto sui progressi sarà presentato alla riunione annuale dell’assemblea mondiale della sanità nel 2023.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto che i paesi membri dovrebbero cominciare a discutere della possibilità di introdurre l’obbligo del vaccino contro il covid-19 in risposta all’aumento dei casi riconducibili alla variante omicron, appoggiando la decisione di alcuni stati di richiedere un tampone negativo anche a chi viaggia da un paese all’altro dell’Unione.
In Italia nel 2020 sono stati oltre 473mila gli interventi di assistenza a persone in difficoltà realizzati dai 18 Help center, sportelli di ascolto, orientamento e assistenza sociale presenti nelle stazioni ferroviarie italiane. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio della solidarietà nelle stazioni italiane (Onds) presentato il 1 dicembre. Quello appena passato è stato un anno condizionato dall’emergenza covid-19 che, a fronte di una riduzione del numero totale degli interventi rispetto al 2019 dovuta alla chiusura temporanea di alcuni servizi e alla limitazione forzata degli spostamenti a causa della pandemia, ha visto aumentare del 2 per cento le richieste di beni di prima necessità, sottolinea Redattore sociale.
Il ministro della salute tedesco Jens Spahn (uscente) ha dichiarato che più dell’1 per cento della popolazione in Germania è attualmente positivo al nuovo coronavirus: il 3 dicembre sono stati registrati 74.352 nuovi casi positivi e 390 decessi. Secondo i calcoli del Robert Koch institute, circa 925.800 persone in Germania sono considerate attualmente infette dal sars-cov-2. Spahn ha aggiunto che nelle prossime settimane le persone ricoverate in terapia intensiva potrebbero essere più di cinquemila, esortando a vaccinarsi e a seguire le nuove norme sul green pass 2G (ottenuto con vaccinazione o guarigione) e le limitazioni dei contatti per chi non è vaccinato.
Il cancelliere entrante, Olaf Scholz, si è detto favorevole all’obbligo vaccinale che potrebbe entrare in vigore dal marzo 2022, precisando che spetterà al parlamento (Bundestag) decidere in proposito.
Un concerto degli Steps a Glasgow, in Scozia, è tra le fonti di nuovi casi dovuti alla variante omicron nel paese, ha affermato la first minister Nicola Sturgeon. “Il numero di casi di omicron segnalati in Scozia è in aumento e i casi non sono più tutti collegati a un singolo evento, ma a diverse fonti tra cui un concerto degli Steps all’Hydro il 22 novembre”, ha affermato.“Ciò conferma la nostra opinione che esiste una trasmissione comunitaria di questa variante in Scozia. Data la natura della trasmissione, ci aspettiamo un aumento dei casi, forse significativo, nei prossimi giorni”.
Alcuni stati repubblicani degli Stati Uniti stanno estendendo i sussidi di disoccupazione ai dipendenti licenziati o che si sono licenziati a causa dell’obbligo di vaccinazione. Una mossa che secondo i critici incoraggia le persone a non vaccinarsi.
In Svizzera, dove i casi sono in aumento, dal 6 dicembre entrano in vigore nuove misure di contenimento dei contagi, con restrizioni al numero di persone che possono incontrarsi in pubblico e in privato, estensione dell’obbligo della certificazione (con vaccinazione o guarigione) e dell’uso delle mascherine. Il 4 dicembre finisce invece il divieto d’accesso per chi proviene da paesi dove è presente la variante omicron, dato che è stata trovata anche nel paese alpino. Ma per entrare dall’estero sarà comunque necessario presentare un tampone negativo fatto prima dell’arrivo.
Secondo i calcoli del Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) la mappa dell’Europa relativa alle zone di rischio il 2 dicembre si presenta quasi tutta in rosso o rosso scuro, quindi con poco meno o più di 500 contagi ogni centomila abitanti (in base ai tassi di positività). Il 2 dicembre restavano gialle (tra i 75 e i 200 casi ogni centomila abitanti, a seconda dei tassi di positività, e quindi a rischio moderato) solo Piemonte, Toscana, Umbria, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, in Italia, e l’Estremadura in Spagna. La mappa europea dell’Ecdc è usata come riferimento per decidere le restrizioni di viaggio da molti paesi.
La Slovenia ha fermato definitivamente le somministrazioni del vaccino della J&J poiché i sanitari hanno accertato che il farmaco è direttamente collegato ai coaguli del sangue che a settembre hanno causato la morte di una donna di vent’anni deceduta dopo la somministrazione.
Contrariamente alle restrizioni di viaggio applicate altrove, il 1 dicembre le Fiji hanno riaperto le frontiere ai viaggiatori provenienti da alcuni paesi per la prima volta in quasi due anni. Nel paese è vaccinato circa il 90 per cento della popolazione.
Il 1 dicembre le autorità della città di Manzhouli, nella regione cinese settentrionale della Mongolia Interna, al confine con la Russia, hanno interrotto le importazioni su rotaia, tra cui quelle di carbone e legname, dopo la registrazione di 91 nuovi casi. Manzhouli, 231mila abitanti, è lo snodo del 65 per cento dei commerci con la Russia.