Per convivere con il covid bisogna coprire starnuti e colpi di tosse
Poche settimane fa ho cenato insieme alla mia compagna in un ristorante. Subito dopo il nostro arrivo, due persone si sono sedute al tavolo di fianco e subito ci è apparso chiaro che erano entrambe malate. Uno dei due ha starnutito e tossito in continuazione per un’ora, mentre l’altro continuava a tirare su con il naso e a un certo punto ha fatto cadere un fazzoletto usato per terra. Mi sono sentito come se avessi subìto un’aggressione.
Le reazioni legate all’igiene personale sono estremamente varie. Adesso s’insegna a scuola che bisognerebbe coprirsi il naso e la bocca quando si starnutisce, preferibilmente nell’interno del gomito, come raccomandano i Centri per il controllo e la prevenzione della malattie degli Stati Uniti (Cdc). Eppure il rispetto di queste norme tra la popolazione è molto altalenante. Una ricerca condotta nel 2009 in Nuova Zelanda aveva osservato che durante un’epidemia di influenza oltre un quarto della popolazione non aveva coperto naso e bocca mentre starnutiva o tossiva.
Di contro, non esistono grandi variazioni nel modo in cui le persone reagiscono se si trovano davanti un pannolino usato abbandonato in uno spazio pubblico. Come ci ha ricordato la pandemia di covid-19, sia i batteri che si trovano negli escrementi umani sia le particelle rilasciate attraverso colpi di tosse e starnuti sono legati alla trasmissione delle malattie. Eppure è solo il pannolino a disgustarci. Nel nostro mondo esistono regole sociali chiare in merito agli starnuti e ai colpi di tosse, ma molti di noi non le rispettano.
Storia del comportamento umano
Oggi, mentre molti paesi stanno allentando o eliminando le norme anticovid, spetta all’opinione pubblica ridefinire consapevolmente le norme sociali legate alla trasmissione delle malattie infettive. Tossire e starnutire può provocare la morte di qualcuno, esattamente come esporre gli altri agli escrementi umani. Dunque dovremmo reagire con la stessa disapprovazione.
Nel corso della storia il comportamento umano si è adattato per rispondere alle malattie. Per esempio abbiamo imparato a proteggerci dal colera nel 1854, quando John Snow ha scoperto che il contagio avveniva attraverso l’acqua. Con il passare del tempo, mentre i gruppi sociali diventavano sempre più numerosi e complessi, gli esseri umani si sono adattati cambiando il loro modo di vivere. Anziché lasciare che fosse l’istinto a guidarci, abbiamo imparato dagli anziani a prevenire la diffusone di malattie contagiose e pericolose, in un processo conosciuto come trasmissione culturale.
Abbiamo convissuto così a lungo con i virus respiratori (compresi quelli che causano il comune raffreddore) che ormai non li consideriamo più una grave minaccia
Tramandare le convenzioni sociali ci ha portato enormi benefici. Dunque sembra strano che davanti a malattie estremamente contagiose e potenzialmente mortali come il covid-19 molte persone continuino a tossire e sputacchiare in pubblico nonostante il rischio di agevolare i contagi. Questo comportamento rende ognuno di noi indirettamente responsabile per la morte di migliaia di persone in tutto il mondo.
Una spiegazione potrebbe essere che abbiamo convissuto talmente a lungo con i virus respiratori (compresi quelli che causano il comune raffreddore) che ormai non li consideriamo più una grave minaccia. Qualsiasi invito a limitare la socializzazione durante la stagione dell’influenza viene ignorato da persone secondo cui il contatto con altri esseri umani è più importante del rischio di trasmettere un’infezione.
Ora che la maggior parte degli obblighi relativi all’isolamento e all’utilizzo di mascherine sta scomparendo, dovremmo riflettere sul nostro comportamento. Il rischio di veder nascere una nuova variante del covid-19 dovrebbe spingerci ad assumerci le nostre responsabilità quando siamo malati, evitando i contatti sia al lavoro sia nelle occasioni sociali.
Permettere al covid-19 di circolare liberalmente aumenta il rischio di mutazioni capaci di aggirare i vaccini. Gli starnuti e i colpi di tosse in pubblico dovrebbero essere stigmatizzati. In mancanza di leggi efficaci, tocca alle singole persone proteggere la salute di chi le circonda.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Questo articolo è uscito sul settimanale britannico New Scientist.
- È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto che entrerà in vigore dal 1 aprile in Italia.
- Contatti Niente più quarantena anche per chi non è vaccinato e abbia un contatto con una persona positiva: in questo caso si applica il regime di autosorveglianza che consiste nell’obbligo di indossare una mascherina Ffp2 al chiuso o in caso di assembramenti, per dieci giorni dall’ultimo incontro con una persona positiva al covid e di sottoporsi a un test rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi. Chi invece contrae il virus deve restare in isolamento, senza uscire di casa, fino al primo test negativo e/o per 21 giorni a partire dal test di positività.
- Scuola Dal 1 aprile spariscono le quarantene in caso di contatti stretti con positivi in classe. Al nido e alla scuola materna l’attività didattica prosegue anche con più di quattro positivi (esclusi i bambini positivi). Alle elementari, alle medie e alle superiori e nei centri di formazione professionale si sta in classe con la mascherina fino al 30 aprile ma la didattica a distanza non scatta più, anche con se ci sono più di quattro contagiati (gli alunni positivi devono rimanere a casa e possono usare la dad). In questo caso si usa la Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto e test subito e dopo cinque giorni se compaiono i sintomi. Chi guarisce rientra a scuola con il solo test negativo. Tornano dal 1 aprile le gite, le uscite didattiche, le gare sportive scolastiche.
- Lavoro Dal 1 aprile sarà possibile per tutti, compreso chi ha più di 50 anni, accedere ai luoghi di lavoro con il green pass base per il quale finisce l’obbligo dal 1 maggio. Fino al 31 dicembre 2022 resta l’obbligo vaccinale con la sospensione dal lavoro per chi esercita le professioni sanitarie, chi lavora negli ospedali e nelle rsa; fino alla stessa data rimane il green pass rafforzato per i visitatori in rsa, hospice e reparti di degenza degli ospedali.
- Mascherine Fino al 30 aprile resta l’obbligo della mascherina sui mezzi di trasporto pubblici locali regionali e nazionali, e in generale per tutti i luoghi al chiuso, fatta eccezione la casa privata.
- Green pass Fino al 30 aprile il certificato rafforzato sarà richiesto in ristoranti e bar al chiuso, piscine, palestre, convegni, congressi, centri culturali, sociali e ricreativi, sale gioco, spettacoli e gare al chiuso, feste legate a eventi al chiuso; ritorna il certificato di base per mense, concorsi pubblici, corsi di formazione pubblici e privati, colloqui nelle carceri, eventi e gare all’aperto, sui mezzi di traporto locali regionali e nazionali.