Per i nordcoreani telefonare all’estero può essere pericoloso
L’isolamento della Corea del Nord rispetto al resto del mondo non è solo economico e diplomatico, ma anche tecnologico. Solo circa tre milioni dei suoi abitanti hanno accesso alla rete telefonica nazionale, che non permette di chiamare all’estero. Quanto a internet, possono accedervi solo le élite del paese.
Ma alcuni nordcoreani sono riusciti ad aggirare le limitazioni, grazie alla diffusione illegale di telefoni venduti sul mercato nero. Un nuovo rapporto di Amnesty international rivela che questi dispositivi – noti come “telefoni cellulari cinesi” anche quando non provengono dalla Cina – sono diventati un strumento importante per i nordcoreani che vogliono rimanere in contatto con i loro parenti che hanno lasciato il paese.
Se parenti o amici in Corea del Nord non hanno già un “cellulare cinese”, spiega il rapporto, “spesso è la persona che se n’è andata a spedire il telefono, magari comprato in Corea del Sud, in Giappone o in Cina”. Una volta ottenuto il telefono, i nordcoreani devono installare una sim cinese e andare in una zona vicina al confine con la Cina per captare il segnale della rete cinese.
Nella peggiore delle ipotesi, ci spediscono in un campo di prigionia per dissidenti politici
Procurarsi uno di questi smartphone e una sim è difficile e costoso. Un nordcoreano ha spiegato ad Amnesty international che una sim costa cento yuan (circa 16 dollari), l’equivalente di dieci mesi di stipendio.
I parenti che vivono all’estero possono ricorrere a un sistema d’intermediari e soldati di frontiera che ricevono una tangente per consegnare lo smartphone ai loro familiari. Le tangenti e le tariffe per facilitare queste transazioni possono costare fino a cinquecento dollari, ha dichiarato un altro cittadino nordcoreano ad Amnesty international.
E usare questi telefoni in Corea del Nord è molto rischioso. Le persone spesso devono attraversare il paese per ottenere gli smartphone e potersi collegare a una rete. Inoltre usare uno smartphone per chiamare all’estero è motivo sufficiente per finire in carcere.
Per combattere l’espansione del mercato nero di telefoni, il governo nordcoreano ha introdotto vari metodi di sorveglianza per individuare chi effettua chiamate illegali.
“Nella peggiore delle ipotesi, ci spediscono in un campo di prigionia per dissidenti politici, dove si finisce incarcerati per un lungo periodo”, spiega un uomo che possiede uno smartphone. “In quella migliore, invece, ci spediscono in una struttura di rieducazione per uno o due anni. Anche se buona parte delle persone se la cava pagando una tangente”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito su Quartz.
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