Caratteri speciali. I cent’anni dalla nascita di Aldo Novarese
Capita spesso che ai disegnatori di caratteri la storia riservi poche righe. Forse perché nel panorama internazionale non hanno brillato come altri grandi disegnatori. O forse perché le insegne dei negozi o i titoli sui giornali o anche solamente le istruzioni per montare dei mobili ci sembrano delle cose che esistono da sempre. Accendiamo un computer e abbiamo decine e decine di caratteri pronti all’uso. Ignoriamo i significati di parole come corpo, interlinea, kerning, grazie. Ma dietro ogni font c’è una storia. E dietro ogni carattere c’è un progettista, e prima del digitale c’era una fonderia.
Impossibile, quindi, dimenticare Aldo Novarese, artista, disegnatore di caratteri tipografici e direttore artistico della fonderia Nebiolo di Torino dal 1952 fino alla metà degli anni settanta, e di cui oggi, 29 giugno, ricorre il centenario della nascita.
Era nato a Pontestura, in provincia di Alessandria. Il suo nome è legato all’intensa attività di designer che svolse alla fonderia caratteri della Nebiolo di Torino, dal 1880 una delle fabbriche più importanti del paese, che oltre a realizzare caratteri tipografici produceva anche macchine da stampa. Novarese entrò alla Nebiolo nel 1936 con un periodo di apprendistato. Ci rimase fino al 1973, quando lasciò l’azienda per la libera professione. In mezzo, dal 1952, la sua direzione artistica, dopo quella del suo maestro e predecessore Alessandro Butti, disegnatore di caratteri straordinario ed elegantissimo.
Una produzione notevole
La storia personale di Novarese è fatta di episodi legati alla seconda guerra mondiale e ai partigiani. È scampato a una fucilazione. La sua produzione di caratteri tipografici è notevole. Novarese ha fatto la fortuna della Nebiolo negli anni della sua direzione e ha realizzato un’importante classificazione dei caratteri.
Piero De Macchi, type designer che con Novarese ha lavorato a partire dal 1956, lo ricorda così in un articolo scritto per TipoItalia: “[…] Non si può negare la sua maestria nel disegnare, fotografare, modellare. Ma il suo vero mestiere, dove si esprimeva rapidamente con genialità e sicurezza, era proprio il disegno delle lettere. Affrontava la richiesta di un nuovo progetto schizzando a matita o anche a pennello le possibili soluzioni su fogli volanti che poi distruggeva. […] Da lui ho imparato soprattutto a osare, a tener conto dei pareri negativi, ma a infischiarmene se sono convinto della mia idea, a osservare, a vedere il bello e gustarlo, a non tener conto della fatica, a verificare e controllare bene il mio lavoro prima di considerarlo concluso. E che un lavoro di type design non è mai finito”.
Novarese ha disegnato decine e decine di caratteri con centinaia di varianti, la maggior parte dei quali è stata progettata per la Nebiolo. Non tutti hanno avuto la stessa fortuna, specialmente il tanto tormentato Forma. Nelle immagini che seguono si segnalano i più famosi.
Diverse iniziative ricordano la sua attività. La casa editrice Tallone di Alpignano dedica a Novarese un tributo tipografico in cinquanta esemplari, composto a mano con i caratteri originali da lui disegnati. L’Archivio tipografico di Torino lancerà una campagna di crowdfunding per ripubblicare il suo libro del 1964 Alfa-Beta. Mentre la Tipoteca di Cornuda, in provincia di Treviso, organizzerà in autunno una mostra sul lavoro di Novarese a partire dal materiale presente nel suo archivio.
Nelle sue prove di composizione su pezzi di carta volanti Novarese spesso scriveva: “Meglio essere criticati che ignorati”. Era una delle sue maggiori preoccupazioni, insieme alla voglia di affermare a ogni costo le sue capacità. A cent’anni dalla nascita merita un posto speciale nella storia della tipografia.