Perché i partiti francesi fanno le primarie all’americana
Per la prima volta i principali partiti politici francesi, quello socialista e quello di centrodestra, useranno le primarie per scegliere i loro candidati ufficiali in vista delle elezioni presidenziali, che si terranno il 23 aprile 2017. In passato i partiti francesi hanno selezionato i loro candidati con accordi a porte chiuse o con una votazione ristretta tra gli iscritti.
A volte è successo che una rivalità irrisolta inducesse diversi candidati della stessa corrente a presentarsi comunque alle elezioni, con il risultato di disperdere i voti. Nei prossimi mesi sarà adottato un sistema nuovo. Il 20 e il 27 novembre il partito di centrodestra, les Républicains, terrà per la prima volta delle primarie aperte a tutti gli iscritti che abbiano versato due euro e firmato una carta dei valori del centrodestra. Seguirà il Partito socialista, anch’esso con due turni di primarie che si terranno il 22 e il 29 gennaio 2016.
A quanto pare, i due schieramenti desiderano essere più moderni e trasparenti. Hanno cominciato i socialisti nel 2011, tenendo per la prima volta delle primarie aperte a tutti gli elettori. Hanno partecipato quasi tre milioni di persone, sette volte di più degli elettori che, nel 2015, hanno scelto Jeremy Corbyn per guidare il Partito laburista.
Tutti sullo stesso piano
Il mese scorso, 5,6 milioni di elettori hanno seguito il primo dibattito televisivo tra i sette candidati dei Républicains. C’erano un ex presidente della repubblica, Nicolas Sarkozy, e due ex primi ministri, Alain Juppé e François Fillon, ma le primarie si sono mostrate efficaci nel mettere quelle ex alte cariche sullo stesso piano degli altri. I candidati si sono presentati in uno stesso studio televisivo, dove hanno preso la parola a turno stando in piedi dietro identici leggii e per lo stesso numero di minuti. Né Sarkozy, leader dei Républicains, né il socialista François Hollande, attuale presidente della repubblica, hanno la certezza di conquistare l’investitura.
Ma in realtà tanto entusiasmo per le primarie in Francia si spiega con un altro fattore, rappresentato da Marine Le Pen, la leader della formazione nazionalista Front national. In passato i partiti politici potevano permettersi di usare il primo turno delle elezioni presidenziali per selezionare candidati rivali tra loro. È successo per esempio nel 1995, quando hanno partecipato alla competizione entrambi i candidati di centrodestra, Edouard Balladur e Jacques Chirac. Balladur è stato eliminato al primo turno, mentre Chirac ha proseguito la corsa contro il candidato socialista e l’ha sconfitto.
Le primarie in Francia serviranno a scegliere il candidato migliore per affrontare Marine Le Pen
Oggi Marine Le Pen è data come favorita nel primo turno. Di conseguenza è possibile che il partito di sinistra e quello di centrodestra si contendano l’unico candidato che correrà contro di lei al secondo turno. Ma nessuno di loro può rischiare di spaccarsi schierando più di un nome, soprattutto perché, secondo gli ultimi sondaggi, i socialisti rischiano di non arrivare al ballottaggio.
La stagione delle primarie in Francia si sta trasformando in una prima tornata delle elezioni presidenziali, cioè in una competizione per scegliere il candidato migliore per affrontare Marine Le Pen. I due repubblicani di punta, Juppé e Sarkozy, avanzano proposte molto diverse. Juppé potrebbe raccogliere più consensi tra gli elettori di sinistra se il candidato socialista fosse eliminato al primo turno e, secondo i sondaggi, batterebbe Le Pen con il 68 per cento dei voti contro il 32 per cento.
Quanto a Sarkozy, che ha fatto sue alcune istanze nazionaliste nel tentativo di attrarre gli elettori del Front national, prenderebbe meno voti a sinistra e quindi la spunterebbe solo con il 58 per cento contro il 42 per cento. Prima della vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi, sondaggi del genere erano considerati plausibili e sembrava quasi che in Francia il prossimo presidente sarebbe stato scelto sei mesi prima delle elezioni vere e proprie, partendo dal presupposto che Marine Le Pen non potesse vincere. Adesso non c’è più nulla di certo.
(Traduzione di Marina Astrologo)
Questo articolo è stato pubblicato dal settimanale britannico The Economist.