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Diego Armando Maradona, Monaco di Baviera, 1989

Diego Armando Maradona durante la partita con il Bayern Monaco, il 19 aprile del 1989. (Bob Thomas, Sports Photography via Getty Images)

La pandemia non ha fermato del tutto lo sport. Ci sono ancora competizioni da seguire: nella serie a di calcio bielorussa si continua a giocare (il dittatore Aljaksandr Lukašenko ha consigliato alla popolazione di curarsi con vodka, saune e agricoltura); in Alaska si è appena conclusa l’Iditarod, l’annuale corsa con i cani da slitta (ha vinto il norvegese Thomas Waerner in nove giorni, dieci ore, 37 minuti e 47 secondi). Ma per chi non si rassegna all’idea di non poter vedere gli europei di calcio, il tennis del Roland Garros e di Wimbledon, i playoff Nba, il pugilato, la coppa del mondo di sci, il Giro d’Italia e le Olimpiadi, consigliamo ogni fine settimana (se sport dev’essere, che sia nei giorni consacrati) una partita, una corsa, una gara, un combattimento o anche solo un frammento che abbiano segnato gli ultimi decenni.

E dovendo cominciare da qualche parte, cominciamo dai capisaldi. Maradona.

Il filmato, piuttosto famoso, se rivisto oggi assume una luce nuova. Il 19 aprile 1989, a Monaco di Baviera, sta per disputarsi la semifinale di ritorno di Coppa Uefa tra Bayern e Napoli. Da qualche anno il Napoli è stabilmente ai vertici del campionato italiano (uno scudetto già vinto, un altro arriverà a breve), ma non è abituato ai grandi palcoscenici europei. Durante la fase di riscaldamento, per qualche imperscrutabile e provvidenziale motivo, dagli altoparlanti parte un celebre pezzo del gruppo austriaco Opus. La canzone s’intitola Live is life, ma per tutti è stata e sarà sempre “Life is life”. La vita è la vita.


Il video mostra Maradona con lo sguardo assonnato e le scarpe slacciate, la giacca a vento e uno strano cinturino bianco a metà pancia che ne accentua le rotondità. Attorno a lui i giocatori si scaldano, il pubblico si prepara alla partita, la musica insiste. La telecamera segue Maradona, i suoi esercizi e giochi di prestigio. Maradona si guarda intorno, sembra voler sciogliere le tensioni dei compagni. Verso l’inizio incrocia lo sguardo del suo compagno d’attacco, il brasiliano Careca. I due si scambiano un sorriso.

Maradona si scalda come se tutto il contesto non avesse grande effetto sul suo umore. È un balletto, un’esibizione esteticamente sublime di un corpo imperfetto. Contiene tecnica, fantasia, ma anche serenità e una punta di divertimento beffardo. Soprattutto – ed è per questo che lo abbiamo scelto per cominciare questa serie – il riscaldamento di Maradona è la cosa più lontana dalla paura che si possa immaginare. È un riconoscimento dell’immutabilità delle cose immutabili e della forza che serve a mutare quelle mutabili. La vita è quella che è e va presa di petto (o di spalla, di testa, di ginocchio) e con coraggio. Life is life.

Per la cronaca, quella partita finì 2 a 2. Entrambi i gol del Napoli furono segnati da Careca su assist di Maradona. Grazie alla vittoria per 2 a 0 nella partita d’andata, il Napoli arrivò in finale contro lo Stoccarda e poi vinse la Coppa Uefa.


(Testo di Federico Ferrone e Alessio Marchionna)

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