Avevo quaranta minuti per decidere se valeva la pena stravolgere tutti i miei piani del martedì mattina e andare a un workshop della Conferenza nazionale popolare di Gerusalemme, uno degli organismi dell’Olp. Sapevo che non avrei potuto raccogliere molte informazioni nuove. Sono anni che seguo l’argomento: Israele vuole trasferire duemila beduini della zona di Gerusalemme in un’area vicino a una discarica.
Alla fine ho deciso di andare a dare un’occhiata a quello che veniva descritto come il primo tentativo dell’Olp di sfidare le politiche israeliane contro i beduini. Così ho scoperto che gli alti funzionari palestinesi sono in ritardo rispetto agli eventi. A quanto pare non si sono accorti che di recente il piano di trasferimenti forzati è stato sospeso. La destinazione è stata cambiata e i beduini avranno voce in capitolo. O almeno è quello che le autorità militari hanno detto ai beduini (e confermato a me). Questo significa che le scuole progettate dall’ong Vento di terra per la comunità Khan al Ahmar non saranno per ora demolite. La svolta è stata determinata dalla forte opposizione della comunità beduina, ma anche dell’Unione europea e delle Nazioni Unite.
I funzionari dell’Olp hanno parlato per primi, con interventi inutili e ripetitivi. I rappresentanti dei beduini, nemmeno presenti sul palco, non hanno nascosto il loro fastidio. È stata un scena triste, che ha dimostrato ancora una volta l’atteggiamento paternalistico delle autorità palestinesi.
*Traduzione di Andrea Sparacino.
Internazionale, numero 941, 23 marzo 2012*
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